In alto sopra il corso gremito dai visitatori del sabato pomeriggio, la mongolfiera di Phileas Fogg e il fido servo Passepartout ruotava lentamente sopra una colonna, costruita in modo tale da non dare eccessivamente nell’occhio. Il rombo rapido ai margini della coscienza, un treno molto rapido, che percorre le rotaie del Morgan Steel Hypercoaster: siamo in Africa signori, ma non l’AFRICA, bensì l’omonima sezione del parco a tema World of Fun di Kansas City (Missouri) ove ne figura una per ciascun diverso continente. Un luogo il quale, piuttosto che essere dedicato al mago di Oz e la bambina Dorothy (“Ho l’impressione che non siamo più in Kansas, Totò…”) ha incontrato l’obiettivo di rappresentare, in forma d’intrattenimento per grandi e piccini, il celebre racconto di Juls Verne su Il giro del mondo in 80 giorni. Ed è a un tratto di quel giorno sotto un limpido cielo autunnale, che i rumori del traffico si fanno per un attimo distanti. Il giro delle attrazioni più rumorose si conclude in una rara sincronia e sul parco cala un attimo di relativo silenzio; seguito da un boato che parrebbe provenire dal Centro della Terra stesso. “Un t-terremoto…?” Esclama qualcuno, titubante. Ma tra gli abitanti del posto non sembra serpeggiare nessun tipo di preoccupazione: “Niente paura.” Gli risponde l’uomo anziano più vicino, memoria storica della città: “Hanno soltanto ricominciato a scavare.
Particolarmente sorpreso potrebbe risultare essere un turista, in effetti, nello scorgere le gallerie presenti sulla 8300 e la Derrough drive, entrambe usate in apparenza per immettersi all’interno della stessa montagna. Eppure, stranamente, disallineate: quasi come se là dentro, invece che un singolo pertugio, figurasse la più logica ed estesa continuazione della città stessa. Quasi come se… Subtropolis. Un luogo come tanti altri, ma più grande. Ovvero la stessa definizione, in senso lato, che potremmo attribuire alla decaduta città dei Nani tolkeniani esplorata nel primo libro della trilogia del Signore degli Anelli. Nella cui storia figura, al posto del re Durin I, il grande magnate del mondo dello sport statunitense Lamar Hunt (1936-2006) già possessore d’innumerevoli squadre, nonché fondatore dell’American Football League, la Major League Soccer e il World Championship Tennis, oltre ad aver inventato personalmente il termine Super Bowl. Ma anche possessore, assieme ai suoi fratelli, di numerose imprese nel campo dell’estrazione e industria mineraria, inclusa la gigantesca miniera del Missouri River, scavata a partire dagli anni ’40 con la tecnica ben collaudata del room & pillar, metodo consistente nella costruzione di vaste sale sotterranee, inframezzate da pilastri del tutto simili a quelli dell’antica Khazad-Dûm. Almeno finché le preziose rocce calcaree del substrato sottostante formatisi 270 milioni di anni fa, gradualmente, iniziarono a esaurirsi negli anni ’50 del ‘900, portando i dirigenti della compagnia, assieme al loro fondatore, a interrogarsi su quale potesse essere il futuro della proprietà. Il che avrebbe portato alla costruzione, in superficie, dei due parchi giochi Worlds e Oceans of Fun. Ma dev’essere sembrato un grande spreco d’opportunità, non tentare d’impiegare in alcun modo i circa 5,1 milioni di metri quadri risultanti dagli scavi dei lunghi anni pregressi, se consideriamo quello che la compagnia d’investimento immobiliare degli Hunt avrebbe avuto modo d’inventarsi, di lì a poco…
Subtropolis costituisce essenzialmente una Metropolis, sotterranea. Del resto, lo diceva anche il nome di questo enorme complesso di uffici, magazzini, depositi speciali ed altre istituzioni aziendali, ricavato dalle viscere stesse dei pietrosi declivi sul confine esterno di Kansas City (Missouri) una città di oltre 459.000 abitanti molti dei quali ammettono, candidamente, di non averne mai sentito parlare. Questo per i circa 49 metri di terra e pietra che la separano verticalmente, in determinati punti, dalla superficie del manto stradale, in grado di agire come il più sicuro e stabile dei soffitti, un chiaro vantaggio per chiunque abbia intenzione di spostare i proprio business all’interno di un contesto tanto insolito e remoto. Spostare una realtà aziendale oltre le porte del sottosuolo significa, in effetti, doversi occupare di costruire (o noleggiare) solamente una serie di pareti divisorie a patto che i propri dipendenti siano disposti a rinunciare alla luce del Sole, mentre ogni potenziale ingresso di malintenzionati dal tetto diventerà una completa impossibilità procedurale. Un particolare aspetto, quello della sicurezza, che ha portato il principale deposito di francobolli del Servizio Postale Statunitense a stabilirsi qua sotto, così come la biblioteca dell’università di Grantham e la Underground Vaults & Storage, compagnia incaricata di custodire molti tesori di Hollywood tra cui le pellicole originali del film Via col Vento. Ma i vantaggi di Subtropolis sono anche di natura ambientale: con una temperatura annuale che non si sposta mai dai 18-20 gradi e un’umidità di circa il 55-65%, caratteristiche sfruttate con successo dalle aziende del settore F&B, che si occupano d’immagazzinamento del caffè e la stagionatura dei formaggi. Sembra inoltre che le pareti in pietra calcarea siano in grado di assorbire letteralmente eventuali variazioni di temperatura, rendendole più graduali nel tempo; caratteristica, quest’ultima, particolarmente gradita all’istituzione di un vasto data center a disposizione diretta delle aziende locali, interconnesso tramite una fitta rete di fibre ottiche sotterranee. E va detto che permane un certo senso d’ironia, nel pensare come ogni qualvolta che salviamo un file nella cloud (nube) esso potrebbe piuttosto trovare collocazione fisica sotto molti metri d’invalicabile pietra!
La vecchia ed ormai naturalmente spesa miniera del Missouri River, dunque, oggi opera come un organo essenziale di questa città, situata in posizione strategica al centro esatto degli Stati Uniti, un luogo niente meno che perfetto per avviare qualsiasi operazione di distribuzione o consegna su larga scala. Dove un tempo, considerazione climatiche relative ad un ambiente continentale non propriamente accogliente avevano costretto le aziende ad investire somme copiose nel riscaldamento o raffreddamento artificiale delle proprie sedi. Ma sarebbe ingenuo non pensare, dato l’inizio di questa incredibile trasformazione pochi anni dopo il termine della seconda guerra mondiale, che almeno una parte dell’idea di base non partisse dal bisogno percepito di disporre di uno spazio potenzialmente abitabile, nonché impervio ad ogni tipo di bombardamento, sia pur condotto con le armi più terribili a disposizione degli umani. Una sorta di rifugio capace di contenere l’intera popolazione locale, in caso di necessità, nutrendola e proteggendola fino al disperdersi di eventuali radiazioni…
Considerazioni pseudo-speculative e di storia alternativa a parte, ad ogni modo, Subtropolis non è l’unica miniera trasformata, nel vasto territorio del Missouri, in un recesso perfettamente utilizzabile per alcune delle principali attività commerciali del mondo moderno. Luoghi tra cui figura, ad esempio, il complesso simile di Springfield Underground da circa un milione di metri quadri, trattato in precedenza sulle pagine di questo stesso blog. Luoghi per permangono al di sotto dei piedi, piuttosto che degli occhi della popolazione stessa, la quale può cionondimeno trarre beneficio dai vantaggi commerciali e operativi di un così vasto mondo, che rimarrà sfruttabile ancora per lunghe epoche a venire.
A meno del risveglio, particolarmente sfortunato, di sopìti demoni fiammeggianti con la frusta e un grande paio d’ali. Perché la storia, o voce di corridoio che dir si voglia, è che gli scavi di Subtropolis non siano mai effettivamente cessati. Con gli eredi della famiglia Hunt che continuano a legittimare, attraverso divisioni specializzate delle proprie aziende, un’ulteriore ricerca di preziosa pietra calcarea sotto la superficie del Missouri, piuttosto che interessarsi semplicemente ad ampliare le già vaste aree disponibili da dare in gestione alle aziende locali. Fatto sta che quando il mutamento climatico, o eventuali guerre termo-atomiche, dovessero privare della luce naturale ogni remoto recesso di questo intero pianeta, per lo meno il popolo del Nordamerica saprà dove trascorrere dei pomeriggi ameni passeggiando per qualche chilometro tra fattorie di funghi, dispense sotterranee e il tiepido calore delle sale server sotterranee. Naturalmente, dopo un sufficiente numero di generazioni la carenza di Vitamina D potrebbe giungere a costituire un problema. Il che potrebbe anche essere visto come l’inizio di una nuova, leggendaria saga dei Nani….