Mentre le contingenze climatiche di un pianeta in subbuglio s’incontrano, e addizionano il proprio devastante potenziale sugli appesantiti territori della penisola che si estende verso l’oceano Atlantico, l’acqua facente parte dello stesso sistema scorre in un circolo che discende verso le profondità della Terra, seguendo l’andamento di una forza motrice di natura completamene diversa. Al di sotto dell’acqua splendida e trasparente della Silver Glen Spring, sorgente geotermica ai margini della foresta di Ocala, un esercito di creature s’insinua nel buco profondo al di sotto di sguardi indiscreti, cercando rifugio. Sono centinaia, migliaia di persici spigola (Morone saxatilis) sfuggiti a un destino sicuro e verso una vita completamente diversa da quella che la natura aveva concepito per loro, che ruotano lentamente attorno ad un’asse invisibile, circondati dalle alghe fatte muovere dalla corrente. L’occasionale addetto dell’FWRI (Fish and Wildlife Research Institute) s’insinua tra questo piccolo uragano guizzante, facendo il possibile per contare, e in qualche modo spiegare l’insolita situazione. Ma appare ben presto chiaro, ogni volta, che si tratta di un’impresa titanica e tutto quello che ottiene, sono nuove immagini capaci di sovvertire le aspettative, e le cognizioni dell’inconsapevole pubblico dei bagnanti.
La Florida: una terra promessa famosa non soltanto per i suoi furibondi uragani, ma anche il sistema di faglie acquifere che percorre il pietroso sottosuolo, dando l’origine ad oltre 700 fonti ebullienti, dalle rinomate qualità termali, mineralogiche e di supporto a veri e propri ecosistemi totalmente unici al mondo. Luoghi come questo, in cui l’indice internazionale dello IUCN riconosce l’unica popolazione esistente del Procambarus attiguus, un minuscolo gambero delle caverne la cui esistenza è minacciata, ormai da molto tempo, a causa della notevole frequentazione turistica di questi luoghi. Ed ora, da un’altra, ancor più insistente anomalia: la migrazione ittica di questi pesci provenienti dalla vicine distese acquatiche di un ampia riserva d’acqua. Che non viene rappresentata, sia chiaro, dal mare stesso, bensì un lago di nome George; questo perché, molti secoli dopo la separazione continentale dall’epoca Mesozoica, la placca continentale su cui si trova lo stato col minor numero di terremoti si è gradualmente sollevata dal piano abissale, permettendo un avanzamento delle coste di circa 50 Km verso est. Eppure questi i persici, che dovrebbero trascorrere la propria vita adulta nel mare stesso, migrando lungo i fiumi al momento di riprodursi, non hanno mai conosciuto altro che gli allevamenti dell’U.S. Fish and Wildlife Service e la Divisione di Gestione e Sviluppo Ittico degli Stati Uniti. Fino al momento della loro fortunata o intenzionale fuga al termine della quale, assistiti dalla buona sorte, hanno trovato una nuova casa quaggiù. Gli addetti del parco naturale soprastante, quindi, hanno recintato questa particolare caverna discendente della fonte, con l’intenzione nominale di proteggere la vita naturale da problematiche intromissioni ad opera dei turisti e abitanti del luogo. Ma c’era un secondo fine in questa misura, forse non altrettanto evidente: sottrarre gli uomini e donne di superficie al surreale richiamo di questa scena del profondo, possibile via d’accesso verso una morte certa….
Non sono stati pubblicate statistiche ufficiali sulla quantità di vittime che ogni anno, vanno incontro a un’improvvida fine nel labirintico sistema di fonti e doline del sottosuolo della Florida, benché l’occasionale fotografia ai cartelli di pericolo qui dislocati, con tanto di raffigurazione esplicativa della Triste Mietitrice ed esortazione in più punti alla prudenza, lascia intendere che si tratti di un problema piuttosto sentito. Presso la sola località di Silver Glen, a seguito di una rapida ricerca online, è possibile trovare notizia di almeno due giovani rimasti vittime, rispettivamente nel 2003 e a gennaio di questo stesso anno, del falso senso di sicurezza concesso da quello che sembra un pertugio verticale che conduce direttamente verso i molti misteri, e le meraviglie delle profondità del mondo. Mentre in realtà, nascosta da un particolare scherzo della prospettiva, la caverna presenta una forma arzigogolata e costellata di sporgenze spiraleggianti, contro le quali i sub rischiano di urtare durante la loro risalita, qualche volta smuovendo le antiche pietre, finendo per restare incastrati. Ed ora pensate fino a che punto, un tale rischio inerente possa trovare ulteriore accrescimento dalla presenza distraente di un letterale vortice di persici spigola, capace di offuscare completamente anche l’ultimo residuo di visibilità.
Il problema di questa splendente “prova tecnica” di un fiume, che si estende per circa 50×60 metri a partire dal perimetro del lago George, è che possiede un richiamo per chiunque giunga in visita presso il territorio della Florida centrale, circondato da un alone irresistibile di mistero. Qui, proprio sotto gli scafi delle numerose imbarcazioni condotte ogni fine settimana, tra le altre cose, a far visita alla specie locale di lamantini (Trichechus manatus latirostris) si estende un network di gallerie sotterranee costellate di quelli che vengono definiti per antonomasia con il termine portoghese sambaqui, depositi calcificati frutto di antichi insediamenti abitati dai popoli nativi. Proprio per questo, tra le conchiglie iridescenti disseminate dalle correnti geotermiche, è possibile ritrovare punte di freccia, parti di antichi monili ed altre testimonianze di civiltà risalenti ad epoche particolarmente remote, per tutti coloro che sono abbastanza coraggiosi, o folli, da ignorare i numerosi cartelli di divieto. Proprio per questo, a seguito di una legge entrata in vigore nel 1965, ogni forma di immersione, con attrezzatura o senza, tra le acque di questa sorgente può essere compiuta soltanto da personale specializzato o con permessi speciali concessi dall’amministrazione del parco, benché risulti inerentemente difficile controllare il comportamento di un così notevole flusso di turisti. Ragione per cui, negli ultimi anni, si sta parlando di permettere nuovamente l’accesso alle caverne, previa affissione degli inquietanti e famosi cartelli d’ordinanza. Ma è palese che un vortice di pesci fuori controllo, finché continuerà a ingrossarsi e prosperare in un tale luogo improbabile, non potrà che ritardare il progetto.
Acqua, aria e terra: un sistema di reciproche compenetrazioni, attraverso il quale ogni forma di vita, suo malgrado, deve barcamenarsi con la propria continuativa esistenza. Elementi sempre in conflitto, coadiuvati da quell’energia permeabile che viene chiamata fuoco, il calore del nucleo stesso dell’Universo, forza contrapposta al progressivo avanzare dell’entropia.
Così come noi esseri umani, aggrappati alle nostre vulnerabili creazioni materiali, dobbiamo sopravvivere sotto la forza spropositata degli uragani, i pesci di un vortice senza mare attraversano i mutamenti climatici e le stagioni, ricreando per quanto possibile lo stile di vita codificato nei propri geni. È un’esistenza chiaramente semplificata, poiché si svolge lontano dalla luce impietosa del Sole, bussola nelle lunghe e faticose migrazioni dei loro avi. Al di sotto, nelle oscure profondità, che tutti vorrebbero esplorare. Persino colui che, ormai da infinite generazioni, risulta completamente privo di branchie… Suo malgrado.