L’associazione della lingua greca allo studio della scienza ha un’origine cronologicamente remota. Un tempo lingua franca della cultura, come l’inglese odierno, l’antico idioma ellenico presenta importanti vantaggi anche a livello sintattico: una terminologia coniugabile, declinazioni per cancellare l’ambiguità (laddove la sintassi anglosassone è spesso invariabile) e il fatto che, almeno in Europa, essa venga spesso studiata come parte del percorso scolastico dei più prestigiosi curriculum liceali. Quello a cui lo stesso Linneo, tuttavia, non ebbe modo di fare caso quando classificò la famiglia tassonomica dei ragni Tetragnathidae, era l’associazione inerente tra le sue quattro (τέσσερα) mandibole (Γνάθος) e l’espressione, questa volta più che mai latina, di “Si vis pacem, para bellum” ovvero “Se vuoi la pace, preparati alla…” Guerra. Un conflitto armato, generalmente umano, tra due o più entità collettive distinte, ciascuna organizzata sotto un vessillo simile, ma diverso. Eppure sarebbe quanto mai ingenuo, nonché superficiale, immaginare che la forma più elevata di vita animale sul pianeta Terra sia l’unica in grado di veicolare il proprio bisogno di soverchiare ed annichilire il prossimo attraverso dei terrificanti implementi d’uccisione. Quando basta osservare talune specie più piccole, e prolifiche, per notare l’evidente presenza nella loro dotazione congenita di attrezzature d’uccisione, sviluppate attraverso lo strumento più lento e mostruosamente flessibile dell’evoluzione.
Fortuna vuole che oggi esistano culture, come quella statunitense, maggiormente portate ad evidenziare una simile associazione. Come emerge con enfasi da questo drammatico segmento dello show televisivo Monster Bug Wars, in cui un esponente della suddetta genìa aracnide viene posto “accidentalmente” a confronto con un piccolo appartenente al genere Portia, parte della vasta famiglia dei Salticidae, ragnetti noti per la loro agilità, relativa intelligenza e la propensione quasi fratricida a cacciare e uccidere gli altri esseri dotati di occhi multipli ed otto zampe. Così mentre la voce fuori campo trascorre qualche minuto a descrivere ciascun contendente, riuscendo a creare persino lo spazio per un utilissimo intermezzo pubblicitario, appare fin troppo chiaro quale sia la creatura che costui vuole darci per favorita: il suo rivale, ovvero quello che in tali luoghi prende il nome di Long Jawed Spider (ragno dalla lunga mandibola) e nella fattispecie un appartenente probabile alla specie piuttosto comune dei Tetragnatha extensa. Del resto esso presenta, tra i due, l’aspetto senza dubbio maggiormente intimidatorio. Un corpo dalla caratteristica forma allungata, zampe lunghissime con una testa larga esattamente quanto il corpo centrale del cefalotorace. E dinnanzi ad essa, la più grossa e terrificante pinza arcuata, dotata di artigli terminali, apparentemente progettata per ghermire e fare a pezzi prede più piccole di lui, come il suo temibile avversario di giornata. Terminati gli ampollosi preamboli e raggiunto finalmente l’attimo del confronto, dunque, lo spettatore non potrà che provare un senso di sorpresa e spiazzamento: in meno di un attimo, Portia salta sopra il nostro amico dotato di attrezzatura ninja. Lo paralizza con un rapido morso velenoso e serenamente, inizia a fagocitarlo vivo.
Un’arma spaventosa, sinonimo di abilità in battaglia? Un aspetto mostruoso, evidente corrispondenza della più chiara ferocia? Questo potrebbe essere del tutto vero, se la natura non amasse sorprenderci ed agire spesse volte, con metodologie misteriose. Così per quanto gli impressionanti cheliceri di dei Tetragnathidae siano un caso di evoluzione convergente con gli arti raptatori a falce della mantide religiosa, essi non presentano affatto la funzionalità primaria di afferrare al volo alcunché (dopo tutto, per questo esistono le ragnatele, giusto?) quanto piuttosto un’impiego concepito per assistere l’attività diametralmente opposta agli scontri spietati tra i singoli individui: sto parlando, se non fosse evidente, dei rapporti amorosi tra lui e lei. Un ambito, questo, inerentemente pericoloso tra i ragni parlando sopratutto per il cosiddetto sesso forte, vista l’arcinota propensione alla novella sposa di accedere allo stato di vedovanza pressoché immediata, usando colui che offriva lo sperma nuziale come fosse un delizioso e nutriente spuntino. A partire… Dalla testa. Un’attività, questa, che risulta decisamente più complessa tra i Tetragnathidae, quando i partner si trovano impegnati in un rituale d’accoppiamento che assomiglia più che altro a un’incontro di lotta greco-romana, in cui le reciproche pinze s’intrecciano vicendevolmente fornendo un chiaro ostacolo a qualsivoglia tipo di mossa affrettata. Amore, piuttosto che odio. E un’indole pacifica che porta ad alcuni straordinari eccessi…
A novembre del 2014, un gruppo di ispettori civili della città statunitense di Baltimora, nello stato costiero del Maryland, ricevette l’incarico di accertare lo stato della stazione di trattamento delle acque reflue di Back River. Parcheggiate le auto aziendali quindi, ed aperto il rugginoso portone metallico del capannone, si trovarono di fronte al più inaspettato degli spettacoli. Letteralmente ogni centimetro libero di pavimento, mura e soffitto dell’edificio sembrava ricoperto da un fitto strato di cotone color bianco sporco, disseminato di piccoli puntini neri. Che a un secondo sguardo ricolmo d’inquietudine, si rivelò per l’unica cosa che poteva essere veramente: una singola, titanica ragnatela dall’estensione di quattro acri, l’equivalente approssimativo di tre campi da football americano. Chiunque abbia mai pensato anche soltanto per un motivo che il principale stato animalesco di conflitto, ovvero la definizione di un territorio invalicabile, mancasse di una funzionalità ecologia produttiva, consideri cosa può accadere in caso contrario: una comunità spropositata di predatori, per così dire, collaborativi, capaci di eliminare fino all’ultima traccia delle loro specie bersaglio assegnate dal grande sistema della catena alimentare. Questo tipo di ragnatela comunitaria, tutt’altro che sconosciuta alla letteratura di settore, trova quindi nella maggior parte dei casi lo stesso esatto responsabile: un particolare ragno appartenente alla famiglia dei Tetragnathidae, detto comunemente “mandibola-lunga guatemalteco” (Tetragnatha guatemalensis) benché trovi diffusione nell’intero emisfero settentrionale e si, ci tengo a specificarlo, anche nella nostrana Europa. Il quale, come la malcapitata creatura ripresa dal documentario Monster Bug Wars, presenta in realtà un’indole ben poco combattiva, al punto da arrivare a tollerare facilmente intrusi sulla propria caratteristica ragnatela di forma circolare, siano essi appartenenti alla propria stessa specie o altre famiglie meno conformi alla propria. È del resto chiaro che i luoghi in cui costruisce tendenzialmente la propria abitazione, con sviluppo orizzontale sopra spazi chiusi o specchi d’acqua, tendano a fare gola a molti, mentre la quantità relativamente bassa di fili utilizzati per ancorarli rispetto agli altri più diffusi tessitori lasci per cosi dire, ampi margini di miglioramento.
Per quanto concerne il veleno, i nostri amici presentano ancora una volta prestazioni al di sotto delle apparenze. Dotati di una lieve tossina capace di mostrare effetti paralizzanti sulle loro prede tipiche di mosche, crisopidi, effimere o formicaleoni, essi devono invece arrendersi all’evidenza della propria inefficacia ai danni di artropodi più imponenti, per non parlare di creature comparabilmente incommensurabili come i mammiferi o gli uccelli. Venuta quindi meno l’opportunità di ghermire il nemico con la pericolosa bocca a forma di doppia falce, la loro procedura difensiva prevede un approccio che fa affidamento sul mimetismo, perseguendo l’obiettivo di assomigliare per quanto possibile a un rametto caduto a terra, raccogliendo le proprie zampe più lunghe in asse davanti e dietro al corpo centrale. Al fine di soddisfare gli amanti delle fumettose, cinematografiche o interattive avventure del popolare Spider-Man, ad ogni modo, possiamo elencare almeno un superpotere per questi piccoli parenti del suo leggendario donatore di forza radioattivo: la propensione a camminare sull’acqua, con una velocità spesso equivalente, o persino superiore ai Gerridi, i celebri insetti pattinatori. Un particolare gruppo delle oltre 1.000 specie appartenenti a questa famiglia, sviluppatosi indipendentemente nel territorio delle isole Hawaii, ha nel frattempo perso l’abilità di tessere ragnatele, facendo affidamento per l’attività di cattura sulla propria velocità e doti anfibie in rapide scorribande notturne unite all’abilità nell’uso improprio della sua tenaglia. Nonostante questo, simili ragni non hanno sviluppato un veleno più potente o altri specifici adattamenti allo stile di vita non più sedentario.
I tessitori dalla lunga mandibola non sono un’occorrenza frequente in Italia, benché di tanto in tanto ne vengano avvistati esemplari solitari nel Settentrione. Mancano invece notizie relative a grandi ragnatele comunitarie, come quella di Baltimora o le altri che sono state avvistate attraverso gli anni nell’intero territorio orientale degli Stati Uniti, in Medio Oriente e in almeno un caso, nella regione inglese del Lincolnshire.
Diverso invece il caso delle ragnatele giganti rilevate negli ultimi anni in Australia e Nuova Zelanda, essendo queste la risultanza di intere generazioni di ragni tessitori dell’emisfero meridionale, spesso trascinate in un unico punto da anomalie climatiche durante le loro migrazioni post-nascita a bordo del proprio speciale “deltaplano” di ragnatela (vedi precedente articolo). Difficilmente se vogliamo, in una terra biologicamente tanto diversificata, un piccolo ragno potrebbe fidarsi di chi ha vicino. Sopratutto in assenza di un apparato di autodifesa che assomiglia all’equivalente artropode dell’arma del Triste Mietitore, moltiplicata per due. Sarebbe del resto difficile perseguire la pace in un ambiente così ridotto, senza essere offrire un’alternativa sufficientemente problematica per chi tenta d’invadere gli altrui spazi. Esprimendo con l’evidenza quello che sembravano affermare, in maniera profetica, anche i Metallica nel 1991: “Don’t tread on me.“