Si tratta di uno degli scherzi più famosi nel mondo della meteorologia: il sasso che indica le condizioni atmosferiche. Generalmente appeso a un filo, talvolta dinnanzi ad un pub inglese e accompagnato da una targa che ne descrive l’impiego… Se il sasso è bagnato vuol dire che piove. Se il sasso è bianco, sta nevicando. Non riuscite a vederlo? Nebbia piuttosto intensa. Se invece è caldo, vuol dire che c’è il sole. Quando nessun sasso è presente, di recente è passato un tornado. E così via. Nella versione tedesca, d’altra parte, s’impiega una corda, talvolta definita “la coda dell’asino” e conseguentemente posizionata nel punto corrispondente su un’illustrazione dell’equino, voltato di spalle. L’associazione con le bevande alcoliche è generalmente piuttosto stretta, poiché si ritiene che soltanto un ubriaco possa prendere sul serio simili strumenti, effettuando “consultazioni” formalmente precise e traendo le debite conclusioni del caso. Ciò che egli spesso non può sapere, tuttavia, come del resto molti di noi, è che questo approccio per così dire empirico alla meteorologia ha in realtà origini ben precise, mirate a prendersi gioco di un antico sistema, risalente almeno al XVIII secolo, benché nessuno ne conosca effettivamente l’origine geografica precisa. Per non parlare dell’inventore. Motivo per cui esso viene identificato in maniera inesatta come “Barometro FitzRoy” dal cognome del nobile minore e capitano, successivamente ammiraglio della marina inglese Robert, che fu alla guida a partire dal 1828 dei viaggi scientifici della HMS Beagle. La nave famosa per aver condotto Charles Darwin verso il Sud America e da lì, fino l’elaborazione della sua teoria delle specie. Così mentre il grande scienziato annotava le sue scoperte nel ponderoso taccuino destinato a fare la storia del metodo scientifico, caso vuole che il comandante fosse solito ritirarsi nella sua cabina, dove anch’egli era intento a porre le basi di un testo che avrebbe cambiato negli anni a seguire il corso stesso della sua vita. E nel contempo, quello di molti altri: “Il libro del tempo [atmosferico]” occupato in buona parte dalle sue osservazioni sul funzionamento di svariate tipologie di barometro, tra cui quello da lui preferito, in sostanza nient’altro che un semplice barattolo sigillato ricolmo di un liquido misterioso.
Notazioni del tutto simile a quelle riportate da quest’uomo, oggi, ricompaiono nei bigliettini allegati ai prodotti di siti di curiosità scientifiche e gadget, per indicare il corretto impiego dell’apparato. La somiglianza con la teoria del sasso o della coda dell’asino appare davvero lampante! Tranne che per l’associazione con l’immediato futuro, piuttosto che il presente: se il liquido contenuto all’interno appare limpido, vuol dire che uscirà presto il sole. Se invece si opacizza, nubi fosche si addensano all’orizzonte, con l’estremo di un temporale nel caso in cui perda del tutto la trasparenza. Piccole particelle nel brodo di sospensione lasciano presagire gelo. Talvolta, la lettura di un tale barometro può trasformarsi in una vera e propria arte, con precipitazioni sul fondo immediatamente associate alla neve, o filamenti prossimi alla superficie, associati all’insorgere di situazioni ventose. Il che potrebbe ragionevolmente sembrare un’associazione fantastica fondata pienamente sul nulla: dopo tutto, che connessione potrebbe mai esserci tra i mutamenti dell’atmosfera e il contenuto di un barattolo sigillato? Se non che in qualche maniera, le mutazioni effettivamente avvengono, giorno dopo giorno, e questo per una ragione estremamente precisa. Sto parlando del contenuto dello stesso, tutto, fuorché ordinario. Fu lo stesso FitzRoy, per primo, a metterne nero su bianco la “ricetta”: mezza oncia di cloruro di ammonio, mezza di nitrato di potassio, un’oncia di alcol puro, due once di acqua distillata. E per finire, l’ingrediente primario: una quantità variabile di canfora, sostanza di origine vegetale famosa per l’impiego nel campo dei cosmetici ed il suo odore intenso, nonché la sua propensione chimica, tipica dei chetoni, a cristallizzarsi. E sarà proprio questo in effetti, il fenomeno a cui ci troveremo ad assistere, ogni qualvolta si verifica un cambiamento nel contenuto della bottiglia, secondo un catalogo di possibilità che scaturisce dall’osservazione diretta, lungo un periodo sufficientemente esteso. Molti studiosi del clima, a partire da quell’era remota, si sono applicati nell’approfondimento di questo meccanismo ancora in parte misterioso, giungendo a conclusioni discordanti, e generalmente piuttosto deludenti sull’effettiva affidabilità del barometro, definito dal capitano stormglass (bicchiere della tempesta). Ma a nessuno di essi è mai davvero venuto in mente di mettere in dubbio dell’importanza che avrebbe avuto, al ritorno della HMS Beagle, una simile invenzione nel far progredire di molti anni la scienza a quell’epoca altamente informale delle previsioni del tempo…
FitzRoy, nominato primo governatore della Nuova Zelanda nel 1842 in forza della sua mera anzianità di servizio, dal momento stesso del suo ritorno alla vita stanziale si era dedicato anima e corpo alla sua vera passione: migliorare la comprensione umana dei processi alla base del clima. Mansione per la quale, nei fatti, era in anticipo di parecchie generazioni. Ma lui non sapendolo continuò i propri studi barometrici, giungendo all’elaborazione di un particolare oggetto destinato ad avere un successo commerciale piuttosto significativo. Un quadro rettangolare di legno da appendere al muro, con affissa un’ampolla ricolma delle sostanze alla base dello stormglass, circondate dalle “sue personali indicazioni” su quale fosse la maniera corretta d’interpretarlo. Fu allora che questo eclettico personaggio, con tante avventure alle spalle, divenne famoso per la sicurezza con cui parlava di eventuali tempeste in arrivo, riuscendo a prevederle almeno una volta su due. O tre.
Nel 1848, finalmente ritornato in patria seguendo l’andamento altalenante di un lunga carriera, assunse la mansione di sovrintendente del porto di Woolwich, dalla quale ebbe finalmente l’occasione di sfruttare le sue conoscenza dei mutamenti del clima. Negli anni a seguire infatti, l’Inghilterra avrebbe subito le conseguenze di svariate gravi tempeste. Fino al tragico caso del 1859, in cui si verificò il naufragio della nave Royal Charter a largo della costa gallese, con una perdita stimata di circa 450 vite umane. Motivo per cui quando FitzRoy propose l’anno seguente di distribuire tra il pubblico una certa quantità di barometri, onde evitare il ripetersi di simili eventi, l’ammiragliato rimase subito colpito positivamente dall’idea, benché fosse ragionevole chiedersi da dove sarebbero arrivati i fondi per riuscire a farlo. E fu allora che l’ex-capitano, dimostrando una coscienza civile tutt’altro che indifferente ma anche la propensione ad una sorta di marketing d’assalto ante-litteram, si offrì di far realizzare a sue spese grandi volumi di bicchieri della tempesta, convinto che il popolo dei naviganti, pescatori ed agricoltori inglesi sarebbe rimasto immediatamente colpito dalla precisione di un simile meccanismo. Egli propose inoltre un sistema di allarmi udibili, che avrebbero ripetuto il richiamo l’uno dell’altro, propagando l’avviso relativo all’avvicinarsi di potenziali tempeste, dissuadendo le barche dal lasciare un porto sicuro. Il libro scritto almeno parzialmente in gioventù quindi fu finalmente pubblicato nel 1863, cementando la sua posizione come uno dei massimi esperti meteorologici del Regno Unito, al punto che si narra che la stessa regina Vittoria fosse solita inviargli, occasionalmente, richieste di previsioni per giornate particolarmente importanti o viaggi via mare. Lo stesso anno, raggiunse inoltre il grado di ammiraglio, in funzione della semplice anzianità di servizio. Da certamente da pensare quindi, il fatto che un personaggio tanto famoso e stimato, persino un eroe in determinati ambienti per la quantità di vite che si riteneva avesse salvato, sia morto suicida all’età di 59 anni, dopo aver dilapidato tutta la sua considerevole fortuna nel tentativo di commercializzare, in patria e nel resto d’Europa un semplice bicchiere pieno di canfora in sospensione solubile cristalliforme.
Secondo alcuni, il perché abbia fatto questo potrebbe avere fondamenta remote, addirittura all’epoca in cui FitzRoy, capitano di mare, era solito “prevedere” le tempeste grazie all’osservazione del bicchiere tenuto nella sua cabina della HMS Beagle. Il quale non presentava fondamenti scientifici più precisi, sostanzialmente, della coda dell’asino o il sasso dei pub inglesi. Ed in effetti, pensateci: è davvero così difficile prevedere il clima di tanto in tanto? A conti fatti, le possibilità sono soltanto due: che piova, oppure torni a splendere il sole. E una persona considerata particolarmente abile nel farlo, potrebbe anche essere semplicemente più fortunata della media. Mentre i pescatori a cui era stato fornito il barattolo prodotto in serie, probabilmente, erano soliti coadiuvarlo con le proprie osservazioni del cielo plumbeo frutto di molti anni d’esperienza, impiegandolo come un utile memento a prestare attenzione, comunque utile per chi era solito fare quel particolare tipo di vita, soprattutto con la messa in opera di un sistema che prevedeva la divulgazione immediata di possibili sentori di tempesta. Ma da qui a vendere l’oggetto in tutta Europa… Nel corso dei secoli, diversi scienziati hanno approntato un’analisi statistica del funzionamento dello stormglass, non ottenendo quasi mai risultati superiori al 50-60% di previsioni effettivamente coerenti con la realtà futura. Quando non addirittura, drasticamente inferiori. C’è un solo campo nel quale l’osservazione del bicchiere permette di ottenere una lettura spesso corretta: le variazioni imminenti della temperatura. Pare infatti che la maniera in cui i cristalli si formano, sul fondo piuttosto che in superficie, sia estremamente sensibile all’andamento del calore atmosferico, dimostrandosi direttamente connessa a questo specifico aspetto della curva climatica corrente. Si tratterebbe, sostanzialmente, di un’approssimazione visuale di quello che avviene ogni volta che diamo un colpetto a un barometro, o il tipico termometro a mercurio.
Detto questo, consigliare o meno l’acquisto di un simile apparato è per lo più una questione di preferenze personali. Ciò che dovreste chiedervi è quanto sentiate il bisogno di un piccolo progetto scientifico a lungo termine, da osservare nella comodità della vostra cucina o il salotto di casa. E la passione che avete per i cristalli. Un barometro di FitzRoy è sicuramente un oggetto decorativo ed interessante da osservare, soprattutto nelle versioni più appariscenti proposte dai moderni produttori del mercato globali, per lo più guidati dal notevole senso estetico cinese. Per un soprammobile che potrebbe, tra l’altro, a prevedere la pioggia correttamente almeno una volta su due. Lo stesso può essere detto, del resto, del semplice lancio di una moneta. L’unico sistema veramente economico. Perché ha il costo, per l’appunto, di una singola moneta.
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