Viaggio a Turda, parco giochi nella miniera di sale

Esiste un modo di dire tipicamente statunitense che nell’era di Internet, si è fatto internazionale: “essere salati” ovvero, portare rancore per il risultato di una partita. Il più delle volte utilizzato nel campo dei videogiochi, ma non solo, ed in grado di portare ad espressioni come “miniera di sale” generalmente riferite a contesti competitivi dove il perdente provi un particolare rimorso in funzione dei propri errori (giochi cooperativi, strategici, predisposti alle sinergie). L’associazione proviene, ovviamente, dal gusto notoriamente salato delle lacrime umane, presumibilmente versate dal perdente che si dimostri eccessivamente colpito sul piano personale. Ora è probabilmente possibile, sebbene non particolarmente frequente, che un tale tipo di atmosfera trovi origine in conseguenza di giochi condotti nel mondo materiale, come il badminton, il ping-pong, il biliardo o il bowling. Soprattutto se ci si trova a 120 metri di profondità, sotto una delle città più economicamente rilevanti di quella che all’epoca dei romani era la Dacia. Mentre oggi prende il nome di Romania. E per definire anche meglio i confini della questione, niente meno che la Transilvania. popolarmente associata ad un particolare tipo di creatura folkloristica, al tempo stesso particolarmente elegante e pericolosa, specie per chi dovesse soffrire di anemia. Considerazioni scherzose a parte, è assolutamente palese: il Conte avrebbe di certo apprezzato una simile iniziativa.
Tutto è iniziato nel 2008, quando l’antico complesso sotterraneo per l’estrazione del prezioso cloruro di sodio della cittadina di Turda, proposto come patrimonio nazionale, è stato contestualmente inserito nel programma di rinnovamento delle infrastrutture PHARE 2005 ESC, ricevendo generose risorse finanziarie dalla Comunità Europea. Alle quali, ben presto, si è unito un investimento stanziato da parte del sindaco, per l’implementazione di un sofisticato approccio al rinnovamento turistico, costruito sul modello di quello implementato da Praid e numerosi altri siti minerari dell’Europa: trasformare un simile luogo in qualcosa di magnifico ed attraente, un tempio visitabile dalle persone, non più soltanto  in cerca di spunti d’approfondimento storico, ma anche del puro e semplice svago, adatto a tutte le età. All’antico tunnel Franz Josef da cui veniva portato fuori il sale, lungo 917 metri, è stato quindi aggiunto un moderno centro visitatori nel quartiere centrale della città, vagamente simile all’ingresso di un centro commerciale, dal quale parte un ascensore in grado di trasportare tutti gli interessati in un letterale mondo dei sogni, a patto di fare una simile esperienza con la giusta propensione e il gusto della scoperta. Operativo tutto l’anno in funzione di una temperatura invariabile di circa 10-12 gradi (si consiglia d’indossare quanto meno una felpa) il parco giochi di Turda offre diverse attrattive, prima delle quali lo stesso incredibile scenario in cui è stato costruito. Già dall’interno della cabina d’accesso, costruita appositamente con materiali per lo più trasparenti, è impossibile osservare la più vasta sala della miniera cosiddetta Rudolf, il cui tetto eccezionalmente alto assomiglia a quello di una cattedrale impreziosita da infrastrutture high-tech, tra cui una serie di lampade sospese affiancate da stalattiti naturali di sale, dalla lunghezza che può raggiungere anche i tre metri. Sotto le quali, tramite 172 scalini corrispondenti ai 13 livelli da cui precedentemente fu estratto il sale, si accede all’area principale dei divertimenti, inclusiva di ruota panoramica (probabilmente l’unica sotterranea del mondo) un minigolf e i già citati campi e tavoli da gioco. Proseguendo nell’esplorazione di un simile mondo sotterraneo, quindi, ci si ritrova nella parte della miniera un tempo famosa come Terezia, una vasta camera a campana, ancora più in profondità, dove l’acqua accumulata nei secoli forma oggi un oscuro lago, profondo fino a 8 metri. Al centro del quale, con evidente eclettismo architettonico, i progettisti hanno deciso di piazzare una serie di tre “ufo” illuminati, molti dalla forma circolare dai quali i turisti vengono invitati a partire con piccole barche a remi, per far l’esperienza nautica che un tempo fu di Caronte, traghettatore infernale. Ma è forse proprio il terzo, nonché il più piccolo degli ambienti sotterranei in cui è suddivisa l’eccezionale attrazione, a poter vantare il fascino più atipico ed inusuale…

Fidatevi sempre dei droni, per acquisire un colpo d’occhio memorabile dei luoghi più strani al mondo. Come in questa ripresa in prima persona, che dopo averci mostrato l’avveniristico centro visitatori dall’alto, s’inoltra nelle viscere della terra come un’X-Wing nel canale di alimentazione di lune da battaglia cosmiche artificiali.

Fin dall’epoca degli antichi, la civiltà umana ha istintivamente attribuito delle capacità terapeutiche al sale. Questa sostanza estratta principalmente in due modi, dal mare ed assieme al minerale dell’halite (nel qual caso prende il nome di salgemma) che permetteva di conservare a lungo il cibo, oltre a donargli un particolare sapore, che nel mondo moderno si conosce fin troppo bene. Ma soprattutto, riusciva a disidratarlo, eliminando l’attacco da parte di un vasto ventaglio di potenziali germi, più che mai pericolosi prima dell’applicazione del metodo scientifico alla medicina. Non a caso i romani erano soliti, agli albori della loro civiltà, pagare i propri soldati e funzionari con un certo numero di pugni di questa sostanza, da cui nasce l’espressione contemporanea del salario. E sebbene una simile usanza fosse già stata superata nell’epoca imperiale in cui ebbe inizio lo sfruttamento dei giacimenti di Turda (stiamo parlando, dopo tutto, del 56-106 d.C.) è altamente probabile che allora si fosse ancora propensi ad attribuire dei meriti magici a dei luoghi come questi, altamente consigliabili a chiunque soffrisse di particolari afflizioni in termini di salute. Un’abitudine connessa alla prassi medica successiva, tutt’ora praticata occasionalmente, di prescrivere la thalassoterapia, ovvero consigliare a i propri pazienti di fare regolarmente il bagno in mare, assumendo grandi quantità di sodio ionizzato attraverso il proprio sistema respiratorio. Mentre recarsi in una miniera salina, secondo le analisi chimiche di cui disponiamo, può ottenere dei risultati persino migliori: pensate che una singola seduta di haloterapia può corrispondere a tre giorni di bagnomaria. E sebbene quali benefici, esattamente, tutto questo possa portare al nostro organismo sia diventata una questione oggetto di scetticismo da parte di numerosi scienziati, oggi sono ancora molti a crederci e riporre la propria fiducia in istituti come quello presente nella terza grotta della miniera di Turda, denominata Ghizela. A cui si accede con un lungo tunnel, al termine del quale ha sede un sanatorio dotato di ogni moderno comfort per trascorrere qualche ora lieta inspirando epiche quantità di sale. Un’esperienza che tutti, probabilmente, dovremmo fare almeno una volta nella vita.
Ciò costituisce probabilmente uno degli impieghi pregressi di più lunga data e continuità nella storia della miniera, ininterrotto durante i secoli, persino ai tempi della seconda guerra mondiale, quando un simile mondo sotterraneo fu trasformato in rifugio contro i bombardamenti, poco prima di essere trasformati in cantine per la stagionatura dei formaggi. Prima di allora, dai tempi del mondo antico fino all’epoca rinascimentale, questo sito altamente tenuto in considerazione dai suoi possessori che di volta in volta l’anno controllato, fu protetto strenuamente da possibili forze d’invasione, con solide mura e fortini occupati da valide braccia guerriere. E sembrava che nulla, tra i possibili eventi futuri, sarebbe riuscito a privare questo luogo della sua fondamentale importanza economica e strategica. Finché inevitabilmente, il sale che poteva essere estratto in maniera economicamente redditizia non andò esaurito.

La sala del crivac (argano) è un’altra delle attrazioni storiche della miniera di Turda, dominata dalla grande macchina un tempo fatta girare da un treno di muli, capace di sollevare le pesanti rocce di halite fino alla superficie, dove sottoporle a lavorazione.

C’è un’importante spunto metaforico, in questo singolare concetto di attrazione turistica: la cognizione che le risorse di cui disponiamo non sono infinite. E benché ci sia possibile, col proseguire degli anni, reinventare i nostri contesti operativi, a ogni mutamento ci allontaneremo di più dal contesto ideale. Costituisce a tal proposito una problematica verità, largamente discussa nell’area del web in lingua romena ed anche con toni piuttosto accesi, che la miniera di Turda sia in perdita da svariati anni, con un debito verso i suoi finanziatori che attualmente ammonta ad 8 milioni di Leu (circa 1,77 milioni di Euro).
Connesso ad alcuni rilevanti scandali amministrativi, il progetto della salina ha più volte cambiato gestione, diventando nell’opinione di alcuni gruppi politici il simbolo di una classe al potere fondamentalmente poco etica e disposta a tutto pur di perseguire i propri interessi personali. Ed ecco un qualcosa che ahimé, non è mai cambiato attraverso i lunghi secoli dal tempo della conquista della futura Transilvania da parte delle centurie romane. Forse a questo punto, il modo migliore di recuperare l’interesse da parte dei visitatori europei sarebbe cercare un diverso spunto d’ispirazione. Accettando le implicazioni più inquietanti di un luogo perennemente nascosto alla luce del sole, proprio nella terra un tempo abitata dal leggendario signore dei pipistrelli, araldo del demonio su questa Terra. Ecco il mio suggerimento: un parco giochi a tema infernale, immerso nelle viscere stesse del mondo. Non pensate, anche voi, che potrebbe essere divertente?

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