Una beccata alla volta, selezionando attentamente i tasti sulla pianola, esprimi tutta la tua passione per l’Opera Italiana, piccola gallina di una razza che proviene da lontano! Il cui nome è Jokgu, come il gioco della palla a volo coreana. Mentre la stanza s’illumina della struggente aria di Puccini “O mio babbino caro” in cui Lauretta, disperata, implora il genitore di lasciare che il suo amato Rinuccio possa chiedergli la mano. Ma la dote, dove sta? È uno dei pezzi più famosi al mondo, per essere precisi, facente parte dell’opera comica in un atto di Giacomo Puccini, “Gianni Schicchi” in cui il protagonista imita la voce di un recente defunto da dietro una porta chiusa, al fine di cambiare le sue ultime volontà. Non ci sono parole, perché questo, ahimé, non è propriamente un pappagallo, eppure il sentimento espresso dai suoi movimenti è forte di un significato ancora più profondo. Da cui chiunque, se lo vuole, può percepire quell’infelice condizione umana, di cui tuttavia l’uccello è più che mai partecipe, perché anch’egli la vissuta. Chi, più di una pregiata Brahma Bantham di razza purissima, color marrone come il cuoio, può esser stata messa unicamente con il gallo il giusto, nel giorno prefissato… per produrre la prossima generazione destinata a vincere i concorsi! Condizionata dal volere d’altri, perché questo è il suo ruolo, come inteso dallo schema dell’umana onnipotente società. Eppure quanta arte, quale splendida capacità espressiva, addirittura può trovare un pollo per l’effetto della musica infinita… E una piccola…Speranza di riscatto? Si, si, esiste questa possibilità. Si, è scritto a chiare lettere proprio lì dentro, nel libretto scelto da colui che queste note l’ha create, sulla base di una storia largamente nota in quel di Firenze. Usata anche da Dante, nel suo Inferno, per aggiungere un dannato ai più affollati dei gironi. Perché non si può fuggire, successivamente al giorno della propria morte, al peso inamovibile di un gran peccato. Ma resta possibile, per qualche tempo almeno, continuare ad assaporare la vita. Come fa un pollo nel suo recinto, inconsapevole dell’avvicinarsi dell’ora della sua gastronomica fine. Grazie, Shannon Myers comproprietaria del pollaio, di averglielo insegnato con pazienza senza fine.
Il problema della consapevolezza culturale, nonostante i molti tentativi effettuati, è che questa non può essere trasmessa passivamente in eredità. Occorre uno studio individuale, e l’attenta coltivazione del giardino, affinché una cosa bella possa attraversare intatta i lunghi secoli del mondo. Se così non fosse, oggi, tutti gli esseri viventi avrebbero un’intelligenza equivalente. E noi non potremmo mai sperimentare, collettivamente, tutta questa stravolgente varietà. Mentre gli averi materiali, invece… Come fece quel “babbino” di cui sopra, il fiorentino eponimo dal nome di Schicchi, che trovandosi nel mezzo di una situazione tragica, fece molto più di quanto era dovuto. Per non dire appropriato, al fine garantire un ottimo futuro ai suoi due pulcini. Nonostante tutto, oltre i limiti delle premesse! Quale incredibile forza di volontà! Un eroismo senza limiti né tempo ed il coraggio… Di far sparire un morto, e parlando per sua bocca, modificare il testamento per il bene di Tutti. I presenti. Ed a discapito del già ricco convento, a cui Buoso Donati, padre dello stesso Rinuccio, aveva scelto di lasciare i suoi ingenti averi come gesto di speranza per un’aldilà migliore. Ma il merito, come la colpa, non è determinato dall’effetto che si riesce ad avere sul mondo. Bensì, dall’intenzione. E quindi, cosa importa, alla fine? Se pure la gallina ruba al Fato qualche dì di gloria, ed acquisisce quell’eterna fama a cui naturalmente non avrebbe alcun diritto… Ciò che conta è la felicità. E la quasi perfetta circonferenza dell’uovo mattutino. Così, quell’uomo…
Come del resto un colpo dopo l’altro, seguendo attentamente il tempo di quel brano, Jongku esegue il ritmo e la magia. Mentre il palco del teatro, con le quinte, i cantanti, le scenografie e i costumi, noi possiamo unicamente immaginarli. Perché è stata Internet, a catapultare questa Perla tra le luci della ribalta! In mezzo a inconsapevoli suini. Come la fionda per pennuti di Angry Birds.
La gallina in questione è principale il volto pubblico di un gruppo di nove polli, facente parte della band denominata The Flockstars, assistita per la parte amministrativa e manageriale dai loro esperti conviventi umani, noti principalmente con il soprannome di Two Creative Chicks (Due Pulcini Creativi) Coppia di cui fa anche parte, molto evidentemente, la succitata Shannon Myers di Germantown nel Maryland,, che ha spiegato al mondo durante alcune precedenti interviste il supremo segreto del suo incredibile traguardo: far suonare un pollo. Chi avrebbe mai detto che fosse…Tanto complicato? Su YouTube non è affatto raro, in effetti, trovare numerosi video che promettono la stessa cosa. Generalmente realizzati, senza troppe preoccupazioni, disponendo semplicemente una manciata di becchime sui tasti del pianoforte. Da cui risulta, potrete facilmente immaginarlo, nulla più che una confusa cacofonia. Mentre il metodo qui impiegato, se vogliamo, deriva da un ragionamento e un metodo di tutt’altra caratura. Dinnanzi alla gallina, nel corso dei circa 19 mesi di addestramento, è stata infatti posta una pianola elettronica con modalità di apprendimento, consistente nell’accensione ritmica dei tasti in base allo spartito. In altri termini un dispositivo per lo più automatico, in tutto tranne che nella pressione fisica dei tasti. All’artista pennuta, quindi, è stato insegnato a seguire letteralmente la luce, grazie allo strumento del rafforzamento positivo. È un metodo di addestramento, questo, che permette di fare cose incredibili con gli animali, perché deriva dalla loro esigenza evolutiva di fare tutto il possibile per procacciarsi il cibo. Ed era stato coadiuvato, in questo caso, dall’impiego ad arte del clicker, un semplice attrezzo manuale che produce un suono istantaneamente riconoscibile (click, click). Il che permette, all’animale, di associare istantaneamente il gesto desiderato alla ricezione successiva del croccantino, che tuttavia non può fisicamente arrivare in modo altrettanto istantaneo. Mentre con una simile precisione, tutto appare possibile, persino l’esecuzione del più autorevole degli spartiti!
Gianni Schicchi rappresentava, nell’idea di Dante, un esempio dei nuovi cittadini della sua beneamata Firenze, ambizioso e privo di sangue nobile nel suo lignaggio. Nell’idea del Poeta, come di molti suoi connazionali dell’epoca, un individuo detestabile e privo di scrupoli, disposto a tutto pur di raggiungere lo scopo. Mentre nel racconto dell’opera di Puccini, che fu scritto dal librettista Giovacchino Forzano tra gli anni del 1917-18, egli appare più che altro come la soluzione fornita da una sinistra e perversa Provvidenza, per permetter alla famiglia Donati di sottrarre al convento le ingenti ricchezze del patriarca deceduto. Se non che, alla fine, una parte deciderà di ternsele per lui, dichiarando con la voce del morto che “Tutto il resto, lo lascio al mio grande amico Schicchi” Ops!
Ma possiamo realmente biasimarlo? Dopo tutto il suo l’intento, vero o dichiarato, era di permettere con la ritrovata dote l’amore impossibile tra Lauretta e Rinuccio Donati. E un piccolo inganno di natura materiale sarà pur sempre preferibile a tante tragedie di proporzioni shakespeariane… Senza neanche considerare la tentazione di aggiudicarsi l’atto di proprietà della casa in cui si svolge l’opera, i mulini di Signa e “la migliore mula di tutta la Toscana.” Saremmo disposti a fare qualsiasi cosa per un buon mulo. O una gallina ammaestrata!