Mikey Bustos, cantante filippino nato in Canada e reso celebre dal format internazionale di Got Talent, oltre ad una selezione di simpatiche canzoni rap sulla cultura e la storia del suo paese, è famoso per un hobby assai particolare. Che soprattutto negli ultimi anni, gli ha permesso di diventare un noto divulgatore scientifico in aggiunta al suo lavoro principale, oltre a fornirlo di un reddito aggiuntivo niente affatto indifferente. Guadagnato attraverso la vendita di alcuni terrari “a prova di bomba” da cui nessun insetto, neppure la reincarnazione di Harry Houdini, dovrebbe poter trovare vie di fuga. Così quando addirittura lui si preoccupa del futuro delle sue inquiline a sei zampe, come evidente dal presente video, diventa chiaro che siamo di fronte ad una situazione molto, MOLTO seria. Come del resto fin troppo spesso capita, quando si parla di Solenopsis, il genus a cui appartengono le molte centinaia di specie di formiche cosiddette “ladre” per la loro capacità di introdursi all’interno delle altrui colonie, facendo incetta di quanto custodito al loro interno, incluso cibo, larve, regine. Un tipo di vita che sarebbe impossibile, se esse non avessero la dote di spostarsi tutte assieme, all’improvviso, non appena la fonte della loro iniqua prosperità dovesse perire, o rendersi conto dell’atroce inganno. Figuratevi, dunque, la scena ipotetica: lui che torna a casa dall’ultima sessione in studio. Per trovare un foro rosicchiato nella guarnizione di chiusura del contenitore, ormai rimasto vuoto, e l’ultimo codazzo di minuscole creature intente a correre dentro una crepa del soffitto, trascinandosi dietro un’intera generazione in forma d’uova pronte ad entrare nello stadio larvale. Soltanto per conoscere un vita di selvaggia, atroce, pericolosa Libertà…
Si può ipotizzare molto in merito al carattere di una persona sulla base di quale sia il suo animale domestico d’elezione. Chi tiene un grosso cane, dirlo non è affatto un’azzardo, amerà la vita all’aria aperta e fare conoscenza con gli altri proprietari di quadrupedi di varie dimensioni. Colui che ha in gabbia un pappagallo, probabilmente preferisce conversare con gli squilibrati, ci sente poco e/o è dotato di sonno particolarmente pesante. Il costruttore dell’acquario, al suo totale opposto, vive sulla base del precetto in base al quale “il Silenzio e d’Oro” un po’ come la pentola di carpe sul finire dell’arcobaleno. Sui gattofili invece, NOI amanti dell’abbaio scriteriato preferiamo non esprimere opinioni. Ma è l’estimatore delle scaglie, l’erpetologo per hobby, colui che viene in genere considerato l’outsider, il fuori luogo e il fuori tempo, addirittura fuori dalla tramontana. Perché, così pensano i non iniziati, come puoi legare con le bestie dalla lingua biforcuta che non ti amano, né considerano, e in molti casi neanche riconoscono, se non come fonte di cibo occasionale!? E proprio ciò è la base dell’idea, in funzione della logica presunta, secondo cui chi getta topi vivi in un terrario, per nutrire la sua biscia, boa o cobra reale, sia il più estremo degli amanti di animali, poiché apprezza senza essere ricambiato, accettando lietamente di esulare dalla umane convenzioni. Ma che dire, invece, di chi nel recinto sceglie di gettare scarafaggi… Dentro al brulicante inferno, riscaldato dalle moltitudini, e battuto da molte migliaia di zampette, tutte parte di quell’unica decorazione per l’appartamento: un vero e proprio formicaio, trasparente. O per usare il gergo, un formicario per la gente! (Perché facile da costruire ed acquistare, utilizzare, ragionevolmente conveniente).
Ora, è ovvio; nessuno ha ma detto che la fattoria delle formiche, quel tipico esperimento consigliato per i corsi scolastici di scienze, sia soltanto un passatempo per bambini. Da condurre con il sussidiario accanto, per approfondire qualche minima nozione sulla biologia. Tutti amano le cose belle, e non c’è niente di più funzionale, operoso ed intrigante, che un ammasso di creature intente a fare ciò che gli riesce meglio: sopravvivere, lasciar passare i giorni e i geni. Meditando sul futuro, e sul da farsi. Finché un giorno quel pensiero non diventa: “Come posso fare a liberarmi dalla tirannia dell’essere gigante?” E allora, sono guai…
Mikey, annata 1982, esordisce subito raccomandandosi: “Non lasciatevi scoraggiare da questo video. Le Solenopsis Geminata, infatti, sono tra le formiche più difficili da tenere in casa. […] Esistono letteralmente dozzine di specie più semplici che potreste catturare come vostra prima, seconda o terza esperienza.” Eppure, cosa strana oppure niente affatto, un buon 75% dei video prodotti dal mirmidofilo vertono proprio sulle sue soluzioni specifiche impiegate per mettere in sicurezza gli habitat pensati per simili crudeli masticatrici, che come forse già saprete, sono anche chiamate formiche del fuoco, per via del pungiglione in grado d’iniettare un fluido molto doloroso (niente a che vedere con le nostre F. Rufa europee, prive di strumenti di autodifesa tanto devastanti). Una scelta a quanto pare motivata da varie ragioni, non ultima delle quali il desiderio da parte del proprietario di far sfoggio dei traguardi più avanzati mai raggiunti. Ma anche, come ci fa presente la sua parte più spiccatamente imprenditoriale: “[Per] il desiderio di mettere alla prova i prodotti venduti sul portale AntsCanada, onde assicurarmi che le vostre beniamine saranno veramente al sicuro fuori e dentro le abitazioni dei miei stimati clienti.” Una cosa facile da garantire, in genere, ma non in questo caso. Perché le Geminata, una volta raggiunto il massimo livello di sovrappopolazione consentito dal loro ambiente di vita, reagiscono facendo qualcosa di molto particolare: continuano a moltiplicarsi, ad infinitum. Per cui il proprietario coscienzioso, al fine di limitare il disastro, non ha altra scelta che limitare il cibo, mettendo nei fatti a dieta il formicaio. Il che genera a sua volta, nelle piccole abitatrici, un istinto totalmente nuovo: la FUGA ad ogni costo. Così un giorno, la preoccupante scena: alcune formiche nell’habitat che sono riuscite, in qualche modo, a superare la barriera di talco e mastice sul bordo superiore del terrario, arrivando a camminare sulla parte inferiore del coperchio in rete sottile metallica (nessun altro materiale avrebbe fornito un sufficiente grado di sicurezza, contro le mascelle di queste simpatiche canaglie). Il che è molto più problematico di quanto si potrebbe pensare, visto come occasionalmente si renda necessario rimuovere la copertura, per effettuare piccole opere di restauro o pulizia. Tutti momenti durante i quali, teoricamente, potrebbe aver luogo la grande fuga. La ragione di un tale problema è presto detta: pare infatti che il clima particolarmente caldo ed umido delle Filippine, presso cui Mikey ha fatto ritorno soltanto da qualche anno, abbia la capacità di far cristallizzare il talco, privandolo delle sue doti formica-repellenti. Occorrerà dunque rimpiazzarlo più spesso, mentre il capannello di operaie intente ad osservare per cercare nuovi spazi di manovra, valuta la situazione, infastidito, e si disperde. Ma siamo sicuri che non esista una soluzione migliore?
Ed è qui che si vede l’utilità del genio e dell’esperienza pregressa, perché Mikey, piuttosto che tamponare il problema, tenta di rimuoverlo alla radice. Innanzi tutto fornendo ancora più cibo al formicaio, ma anche aumentando lo spazio disponibile grazie ad un particolare espediente: collegare tubi. Più e più volte l’avevamo visto, infatti, nei suoi video, mentre applicava ai suoi habitat il particolare sistema dei passaggi trasparenti tubolari da lui concepiti come alternativa alle autostrade per gli insetti che colorano le sue giornate. Ogni volta raccogliendo, con rapida pazienza, gli esemplari che inevitabilmente tentavano la fuga dal momentaneo valico apertosi nel punto di raccordo, per poi andare in giro da sole e di lì a poco, perire. Ma questa volta, lui si è superato: di tubi ne ha infatti disposto almeno quattro metri, attentamente avvolti tutto attorno a uno sgabello, che ha poi posizionato sulla propria scrivania. L’invenzione quindi, denominata “Ant-agon” è stata aperta alle velenifere beniamine, che subito hanno iniziato a percorrerla con entusiasmo, per la naturale tendenza della loro specie ad esplorare. Il mutamento comportamentale, ci racconta il loro proprietario, è stato pressoché immediato. Le formiche, sentendo di avere finalmente uno spazio commisurato alla loro quantità, hanno smesso di affollarsi vicino al bordo del formicario, preferendo sgranchirsi le zampe nei nuovi quartieri. Crisi evitata, dunque? Non proprio. Più che altro, rimandata. Perché con le Solenopsis, è inevitabile: esse continueranno a moltiplicarsi, ancora e ancora, finché l’unica cosa visibile all’interno del loro habitat sia un tappeto brulicante di creature, in grado di fagocitare in pochi secondi qualsiasi scarafaggio, grillo, bruco o tarma che verrà introdotta come loro pasto. Arrivando prima o poi ad un punto, presso il quale persino un esperto appassionato come Mikey non potrà fare a meno di recarsi in campagna e liberare l’intera colonia, salutandola e augurandogli un futuro pieno di fortune. Ma la natura, si sa, non ha pietà. E soprattutto, non cerca soluzioni pacifiche e non violente, come invece tendono a fare i più altruisti degli umani.
L’avevate mai considerato, quindi? Si, è possibile tenere le formiche domestiche. Per logica, tuttavia, come spiegato anche dal sito di AntsCanada, l’unica strada possibile è quella di catturare insetti che già si trovano nella propria regione d’appartenenza. L’importazione di specie tanto invasive sarebbe infatti illegale, oltre che pericoloso per l’ambiente ed il benessere dei propri vicini. La riuscita della fuga, infatti, è sempre possibile, specie per gli inesperti ed incoscienti che decidano di costruirsi l’habitat da se…
Da vedere: Il sito con il catalogo dei prodotti venduti da Mikey, la sua assurda canzone sui mostri tradizionali del folklore delle Filippine.