Prendi un componente, chiamalo giocattolo, soprattutto battezzalo con qualche nome accattivante: Neocube, Buckyball, Magnetix, Geomag. Qual’è lo scopo? Fare $oldi, so£di & sol₯i! Non è, del resto, che simili elementi sferoidali siano così straordinariamente utili all’industria. Stiamo parlando, per intenderci, di particolari cuscinetti a sfera costruiti in lega di neodimio, ferro e borro e per questo naturalmente in grado di aderire per l’elettromagnetismo a superfici di metallo. Ma il principio stesso di un sistema concepito per ridurre l’attrito grazie a una tale forza invisibile dell’Universo, è che ogni elemento mobile sviluppi un attrito prossimo allo zero. E dunque perché usare forme in qualsivoglia modo, rotolanti… Molto, molto meglio prendere le strane biglie, tutte quante in fila per formare un treno semi-rigido e piuttosto resistente, e cavalcarle fino alla stazione del divertimento! Oh, yeah! Un successo, oserei dire, quasi garantito. Chiedetelo ai numerosi produttori che hanno combattuto sul mercato di questi ultimi anni… E così deve averla pensata, come si desume dai suoi chiari gesti, anche il geniale Kaplamino, già l’autore internettiano d’innumerevoli marchingegni basati sul principio dell’effetto domino ingegnoso, o in altri termini, della più indiretta reazione a catena. Le nostre solite, memorabili Macchine di Rube Goldberg. Un termine mutuato dal nome del fumettista statunitense degli anni ’50 e ’60 che le aveva per primo disegnate, come ausilio alle avventure di un suo personaggio preferito, il Dr. Butts. Uno stravagante individuo che piuttosto che asciugarsi i baffi con un tovagliolo, preferiva mettere del mangime per uccelli su un cucchiaio, che liberato dal suo peso grazie a un merlo (oppure corvo?) si sollevava basculando, per tirare in basso un filo che azionava un accendino, finalizzato a far partire un fuoco d’artificio, che metteva in modo un pendolo, che faceva il gesto avanti e indietro, avanti e indietro! Con la salviettina già posizionata, senza fare la fatica di dover sollevare la proprio mano. Ma era proprio questo il bello: il concetto di fondo che doveva risultare divertente, in simili bizzarri meccanismi, era la fondamentale, apparente pigrizia degli utilizzatori, come se costoro non avessero dovuto precedentemente lavorare molte ore, per non dire giorni, a collegare ogni singolo anello della loro imprescindibile catena. Che poi tra l’altro, la stragrande maggioranza di simili “macchine” (se davvero tali possono essere chiamate) poteva essere impiegata solamente una singola volta, prima di essere sostanzialmente ricostruita partendo da zero.
Mentre pensa tu, i pallini usati per i cuscinetti a sfera. Piccoli pegni in grado di spostarsi nello spazio, nonché naturalmente propensi a farlo, purché siano stati attentamente predisposti su di un piano in qualche maniera inclinato. A circa 45° nello specifico, questo è il consenso collettivo, nel fantastico nuovo video del nostro eroe di oggi, molto appropriatamente intitolato Magnets and Marbles! che Kaplamino ha realizzato nel periodo di circa 3 mesi intercorso dall’ultima volta che aveva fatto sentire la propria voce sul web. La ragione di una tale attesa viene chiaramente offerta nella descrizione al video: “Sono allo stesso tempo pigro e perfezionista” dichiara l’autore: “Una combinazione che complica notevolmente molti dei miei progetti.” Così diventa facile, immaginarselo un pomeriggio dopo l’altro, concentrato sul suo semplice quanto efficace materiale, mentre sposta prima un pezzo, quindi l’altro, poi decide che non basta e ricomincia tutto da capo. In particolare, una scoperta da lui fatta in corso d’opera è stata l’importanza di impiegare per le riprese del marchingegno unicamente la luce naturale, donandogli un chiarore che altrimenti sarebbe stato irraggiungibile all’interno di un appartamento. E costui giunge addirittura, incredibile ma vero, a scusarsi per il passaggio di una nube a un certo punto della scena, che avrebbe compromesso l’ideale perfezione dello show. E a chi si prenderà la briga di notare un simile insignificante, irrisorio difetto, consiglierei di mettersi anche lui a produrre qualche cosa di paragonabile a una tale meraviglia. Dal confronto diretto con l’opera del maestro, crescerà il fecondo tubero dell’umiltà.
Fantastico, meraviglioso! In un tripudio d’iperboli, come potrebbe mai essere altrimenti, trova spazio lo spettacolo di quanto era qui stato attentamente predisposto… Le palline, sia magnetiche che non, procedono lungo i percorsi definiti dai cosiddetti kaplas (da cui la prima metà dello pseudonimo dell’autore) ovvero dei parallelepipedi in legno di 11.7 cm x 2.34 cm x 0.78 cm che costituiscono l’unico elemento del’omonimo gioco di costruzioni dalle origini olandesi, concepiti per essere usati senza alcun tipo di colla o altri metodi di fissaggio. Ma è dopo il primo pannello di riscaldamento, che le cose iniziano a farsi davvero interessanti. Assieme ad alcune palline tradizionali in metallo, infatti, sono state disposte sul percorso le sferette magnetiche, che di volta in volta attratte fino ad un fermo apposito dalla massa delle loro controparti più grandi, lasciano cadere la biglia successiva. Mentre di ritorno, in salita, queste ultime agiscono come pistoni, fornendo al moto trasferibile la forza necessaria per tornare al lato di partenza. In ogni scena successiva, quindi, viene introdotto un concetto nuovo: prima delle lunghe file di magneti, che attratti dal basso sganciano palline, a loro volta separate su binari contrapposti da speciali ingranaggi girevoli costruiti con la plastica. Poi la stessa cosa, disposta in uno spazio aperto, in cui la biglia viene letteralmente “catturata” dalle Buckyballs, soltanto per trovarsi ad oscillare nell’aria come il protagonista del vecchio videogame Bionic Commando. L’ensemble torna quindi indietro, agendo alla maniera di un martello per agevolare ulteriormente il meccanismo. Ma le cose iniziano a farsi davvero surreali solamente all’aggiunta di alcuni lunghi bastoncini, che colpiti dalle biglie riescono a trasmettere il movimento anche a distanze considerevoli, con un rapporto d’interrelazione tra le parti assolutamente fuori dal comune. In un determinato, spettacolare caso, uno di essi avvicina alcuni magneti in modo sufficiente da indurre la partenza di una pallina per il contraccolpo quasi fosse il proiettile di una rail gun. Mentre alla fine, forse in riferimento alle più tradizionali ed utili macchine di Rube Goldberg, fanno la loro comparsa anche un paio di forbici, portate ad aprirsi da una commistione di tutte le tecniche mostrate fino a questo punto. E chissà quanto le avrebbe preferite il buon vecchio Dr. Butts, piuttosto che fare la “fatica” di recarsi fino dal barbiere!
È tutto molto bello e coinvolgente. Anche perché Kaplamino, molto intelligentemente, ha scelto di improntare l’intero video sul principio di un gradevole minimalismo estetico, con nessun altro elemento visuale che le biglie, gli elementi del percorso, il piano in legno che fa da fondale. La visione del video diventa quindi un’esperienza quasi Zen, che assorbe la mente e sembra portarla ad uno stato superiore di comprensione dell’Universo. E non è forse questo, il massimo che possa essere chiesto da un autore d’intrattenimento per il web?
Senza contare il suo merito ulteriore, di aver finalmente dato un senso alle Buckyballs. Questa forma di divertimento, così potenzialmente amata dai bambini, che ha portato nei tempi recenti a non pochi problemi e validissimi presupposti di divieto. Pare infatti, ed è una faccenda formalmente dimostrata dalle annotazioni statistiche dei pronti soccorsi e purtroppo, anche dalla morte di almeno un bambino di due anni, che chiunque finisca per ingoiare accidentalmente un numero superiore ad uno di tali simpatici oggettini si ritrovi istantaneamente in pericolo di vita. Le sferette infatti, una volta all’interno dell’apparato digerente umano, tenderanno ad aderire tra di loro, causando lesioni alle pareti dello stomaco e dell’intestino. Casualità che tendeva a verificarsi piuttosto spesso, purtroppo, dal momento che una moda spregiudicata aveva portato alcuni ragazzi a posizionarsi una coppia di palline sulla lingua, onde simulare la presenza di un piercing e fare invidia agli amici/amiche. Proprio per ragioni affine a questa, è esistito dunque negli Stati Uniti, a partire dal 2012, un movimento per bloccare totalmente la vendita delle biglie, mentre ad oggi l’unica dicitura presente sul sito ufficiale di alcuni produttori, che da tempo hanno dichiarato fallimento, è relativa al consiglio di disfarsi del pericoloso giocattolo venduto normalmente in pacchi da 216 (chissà poi perché!) quanto prima, per la sicurezza di noi tutti e soprattutto delle prossime generazioni. Rendendo dei video come questi, assai probabilmente, l’ultima documentazione di un’epoca sul viale del tramonto.
Ma qualunque cosa succeda, dovunque finiremo per trovarci di qui a poco, l’unica certezza che rimane è questa: il nostro pianeta rotola come una biglia. Mentre la Via Lattea, tutto attorno, ricorda il moto di una trottola spropositata. E l’unico modo per sentirsi una minima parte di tutto questo, è sfruttare lo strumento dell’analogia. Ma i magneti? Come funzionano? Ecco…