Il segreto per far muovere le uova decorate

Eggstatic

Pasqua, tempo di rinascita. Per Padri, Figli, Spiriti Santi…Ed anche, all’altro lato dello spettro, mostri senza volto, nome o un’epoca di provenienza. Secondo una credenza degli Hutsul, popolazione indigena dell’Ucraina Occidentale, sotto le montagne dei Carpazi è incatenato un colossale serpente, il cui agitarsi causa frane o terremoti. Ogni anno, con il sopraggiungere della stagione primaverile, esso invia i suoi dodici servitori nel mondo, affinché gli dicano se è giunto il suo momento. Pare infatti, per quanto sia incredibile, che la lungamente temuta liberazione della bestia sia in realtà unicamente connessa alla nostra capacità di mantenere una particolare tradizione. Finché gli esseri umani continueranno a decorare delle uova offerte alla memoria del Salvatore, recita la profezia, quelle scaglie non potranno mai conoscere la libertà. Se invece i messaggeri dovessero trovare nelle città e nei paesi una quantità insufficiente di pysanky (questo il nome della relativa arte nell’idioma locale) questi faranno subito ritorno nell’oscuro labirinto sotterraneo, ghignando con diabolica soddisfazione. Per allentare, come concessogli da un patto molto antico, le catene del loro padrone, che in tutta risposta potrà muoversi di qualche metro in più, causando ulteriori orribili disastri naturali in giro per il mondo. Se poi un giorno, addirittura, non dovesse venire riscontrata l’esistenza di una sola singola pysanka, allora, una calamità suprema ed orribile cadrà sopra di noi! Perché il draco sarà finalmente libero. E allora l’universo intero, conoscerà finalmente la sua grande fame. Sembra una situazione estremamente precaria, a descriverla in questa maniera. Ma non temete: innanzi tutto, perché la decorazione del tipico guscio che produce la gallina, o di altri uccelli più imponenti o nobili, è diffusa in innumerevoli paesi, e per di più comune sia al Cristianesimo d’Occidente che a quello Ortodosso. Per il quale ultimo, incidentalmente, la Pasqua deve ancora arrivare, per il fatto che una semplice espressione come: “La prima domenica dopo la prima luna piena dopo l’equinozio” è in realtà condizionata da fattori di contesto, quali il calendario utilizzato (giuliano, gregoriano) ed il tipo di fase presa come riferimento, che può essere astronomica o ecclesiastica (formale). Per non parlare dei diversi tipi di equinozio, non sempre corrispondenti all’effettivo moto dei pianeti, fissati dalle due culture in date differenti. Quindi, c’è ancora tempo! Pensate che quest’anno, addirittura, l’attesa festività giungerà in tali paesi unicamente per il primo di maggio…
Nel frattempo, il secondo motivo per cui conserviamo la facoltà di farci beffe degli sforzi del diabolico rettile, eternamente condannato nel suo esilio sotterraneo, è di un tipo più contemporaneo e tecnologico. Esiste in effetti, strano a dirsi, un metodo automatico per fare le pysanky. Come una sorta di macchina CNC, o per usare un termine più casalingo, la stampante del nostro PC. Prodotto e messo in commercio da niente meno che la Evil Mad Scientist Laboratories, in collaborazione con l’artista americano di fama Bruce Shapiro, a cui per primo venne l’idea. Il suo nome, neanche a dirlo, è già un programma: EggBot. Per usarlo basta sostanzialmente prendere l’ovetto, e metterlo sopra un apposito bastoncino motorizzato. Quindi inserire la propria programmazione nella macchina, che tramite alcune agili movenze del proprio braccio meccanico, impiegherà la selezione ritenuta appropriata di matite o pennarelli per creare un qualche tipo di magnifico design. Datelo in mano al mondo delle aziende, un simile strumento incomparabile, ed avrete unicamente in cambio un sacro logo stampigliato sulla superficie candida del pegno di sedere di gallina. Fornitelo magari ad un creativo, e quello lo userà per esprimere le proprie idee, per la prima volta, lungo la superficie curva della più semplice e comune meraviglia naturale. Ma che succede se a disporre di un simile apparato, per gli alterni casi del destino, fosse invece la facoltà di Ingegneria Elettronica dell’Università di Praga? Ce ne saranno, assai probabilmente, da vedere delle belle. Come dimostrato, guarda caso, in questo video più che mai intrigante, nel quale Jiri Zemanek (Prof.? Ric.? PhD?) procuratasi del tempo di utilizzo dell’Eggbot, lo mette al servizio delle sue equazioni preferite, costruite e messe alla prova grazie all’ambiente di programmazione MatLab, attorno al concetto di spirografia applicata al mondo naturale (Fillotassi: l’armonia naturale delle cose viventi). Il risultato è…Ipnotico, a dir poco.

Si tratta di una tipologia di animazione a cartoni a animati. O per usare altri termini, una simulazione stroboscopica di movimento. Le uova così create, fatte nuovamente roteare su se stesse, producono questa illusione ottica particolarmente gradevole ed al tempo stesso disorientante, dovuta al ripetersi di alcuni moduli disposti ad arte: linee convergenti o divergenti, macchie di colore, tondini o vermicelli. Il tutto grazie ai calcoli geometrici attentamente determinati, assieme al merito del particolare intermediario d’occasione: la telecamera, con una frequenza ben calibrati. Esistono, infatti, soltanto pochi metodi affinché possa realizzarsi un effetto tanto convincente, e tutti dipendenti da uno specifico condizionamento dell’occhio umano. Chiunque si sia mai interessato di cinematografia, o perché no, videogiochi, deve aver sentito prima o poi l’assurdo luogo comune secondo cui noi non potremmo processare: “Più di 30 frame al secondo”. Un’affermazione chiaramente priva di logica, vista la notevole differenza qualitativa percepibile in una sequenza girata al doppio di questa velocità. Ciò perché i nostri bulbi oculari, in effetti, non sono come macchine fotografiche, ma soprattutto il cervello non è un sensore CMOS. Di conseguenza, noi non percepiamo fotogrammi, bensì veri e propri movimenti, nella sostanza di ciò che sono realmente. Il che non va certo bene, quando l’intenzione è quella di creare nuove forme d’intrattenimento. Proprio per questo, nelle epoche passate, gli approcci proposti sono stati molteplici…

Old Time Animation
Può un semplice uovo, attraverso l’impiego di qualche figura disposta ad arte, superare tanto ingegno messo in capo dai sapienti del XIX secolo? Tutto è possibile, grazie alla tecnologia.

Fenachitoscopio, zootropio, prassinoscopio. Tre aspetti della stessa idea progettuale: creare il movimento, dove questo non avrebbe ragion d’essere, ovvero tra le immagini di un prototipico cartoon. Tutto ebbe inizio nel 1932, con il fisico belga Joseph Plateau e Simon von Stampfer a Vienna che quasi contemporaneamente, per vie totalmente scollegate tra di loro, riescono a creare un meccanismo assai particolare. Si trattava di un disco decorato con immagini di una sequenza, sopra il quale erano stati disposti alcuni fori. Inducendo una rotazione uniforme nell’oggetto, ed osservando un punto fisso attraversato dall’insieme di queste aperture, si sarebbe dunque dovuto osservare l’altro lato, presso il quale, precedentemente, era stato disposto uno specchio. Appositamente per poter ammirare, riflessa sulla sua superficie, l’immagine di una piccola ballerina, oppure un uccello in volo, una carrozza in movimento…L’unico limite era, letteralmente, la fantasia. Anzi, si potrebbe dire che persino un tale confine fosse stato, per la prima volta nella storia dell’umanità, superato. O scollegato dal mero concetto d’individuo, che poteva finalmente vivere all’interno degli altrui vagheggiamenti del pensiero. Ciò detto, l’artificio era tutt’altro che pratico da usare, e soprattutto poteva essere apprezzato da una sola persona alla volta. Un po’ come la realtà virtuale, che di qui a poco sta per tornare nelle nostre case, grazie allo sforzo di alcune nuove realtà operative del mondo tecnologico. Così arrivò, puntualmente, il perfezionamento: era soltanto l’anno successivo, quando il matematico inglese William George Horner, procuratosi alcuni dischi fenaticoscopici, li osservò da ogni lato, giungendo ad una significativa idea: trasformarli in dei cilindri, niente meno. Ovvero, riportare le immagini oggetto dell’animazione all’interno di una superficie convessa, mentre l’osservatore, all’esterno di questa, si sarebbe trovato ad osservarle da una serie di fessure verticali. L’effetto era migliore, soprattutto tramite la disposizione di una candela all’interno, ed inoltre permetteva un’osservazione letteralmente a 360°, benché ovviamente, ciascun membro della congrega avrebbe osservato un fotogramma immediatamente successivo a quello del suo vicino. Ma vista la semplicità dei soggetti mostrati, ciò difficilmente avrebbe potuto costituire un problema.
A quel punto, la corsa era aperta: chi per primo si sarebbe impossessato del Graal della nascente cinematografia? Il successivo a provarci, per lo meno con qualche potenzialità di riuscita, fu Charles-Émile Reynaud nel 1877 in Francia, che aveva creato un’invenzione che ebbe un’immediato successo commerciale, per poi sparire nel corso di appena una generazione. Si trattava di una lampada, sostanzialmente, con una superficie specchiata sulla piantana e un cilindro zootropico disposto attorno ad essa. Il suo nome era prassinoscopio, e le potenzialità letteralmente sconfinate. Non soltanto, infatti, le figure riflesse attraverso le fessure apparivano con una fluidità e nitidezza precedentemente sconosciute, ma l’aggiunta di una luce sufficientemente potente poteva, in determinate configurazioni, arrivare a proiettare l’immagine sulle pareti. E tutti credettero, per un breve fugace momento, che proprio quello lì sarebbe stato il futuro. Se non che, nel 1895, non iniziò a risuonare nelle orecchie dei sofisticati parigini un altro cognome, carico di aspettativa e potenzialità. Era quello di una coppia di inventori, i fratelli Auguste e Louis; al secolo, i Lumière.

Pysanky
La tradizione ucraina delle pysanky ha un’origine molto antecedente all’epoca cristiana. Si ritiene che fosse collegata al culto di Dazhboh, dio del Sole, poiché gli uccelli, volando, potevano essergli più vicini.

E questa è l’altra influenza, per l’appunto delle uova rotative di Jiri Zemanek. Senza dimenticare quella ancor più antica, delle già citate uova decorate ucraine. La sua stampante robotizzata EggBot, in effetti, può essere addirittura dotata della versione tecnologica di una penna kistka, lo strumento tradizionalmente usato in patria per creare l’effetto della decorazione a cera. Che funziona tramite un principio molto semplice, ed efficace: la figura desiderata viene per prima cosa tracciata sulle uova, con una sostanza adatta a fabbricare le candele che anticamente proveniva dal lavoro delle api, ma oggi è molto più frequentemente di origine industriale. Quindi, i soggetti venivano immersi in un bagno colorato, oppure mirato semplicemente a decolorarle, come nel video soprastante del canale PysankyUSA. L’operazione era ripetuta più volte, successivamente all’aggiunta dello strato successivo di cera, creando l’alternanza di un certo numero di colori o tonalità. Il risultato finale, nel caso dell’opera di un maestro, può essere assolutamente straordinario. Se si tratta invece di una macchina…Del tutto inoppugnabile, come un’ipotesi del sommo geometra dell’universo? Peccato soltanto, come hanno più volte lamentato gli archeologi, che simili opere d’arte siano fragilissime, e tutt’altro che durature. Ma forse è proprio questo il loro fascino, l’aspetto maggiormente carico di significato. Senza morte e distruzione, non potrebbe esistere la rinascita. E qualsiasi orribile serpente potrebbe continuare ad agitarsi, eterno ed instancabile, sotto i massicci montuosi della nostra apotropaica indifferenza.

Lascia un commento