Ah, Tim! Anche stavolta ti è capitato tra le mani un qualcosa di veramente…Insolito… Il protagonista di questo video, per chi non dovesse ancora conoscerlo, è il distinto signore inglese diventato famoso grazie al suo canale YouTube di curiosità Grand Illusions, incentrato su giocattoli, scherzi e bizzarrie oggettistiche ricevute da ogni parte del mondo. Celebre anche, tra l’altro, per il suo stile d’esposizione vagamente stralunato e presumibilmente ingenuo, forse pensato per indurre nello spettatore l’approccio situazionale del fanciullo curioso. Un metodo occasionalmente problematico, come nel caso in cui gli capitò di mostrare in video una finta pistola a batterie di provenienza incerta, il cui moto ondulatorio, gli fece notare il mondo, tendeva ad identificare come un ausilio erotico per signore. Mentre stavolta, almeno in linea di principio, il titolo della sequenza parrebbe avere un tono sensazionalistico e potenzialmente truculento. Ecco a voi, ci invoglia a cliccare! La TEIERA DELL’ASSASSINO. Forse tra tutte le stoviglie di porcellana comunemente impiegate per servire la bevanda simbolo di almeno tre paesi, che si siano viste in contesti contemporanei, la più bizzarra ed inquietante mai vista. Tinto di un color verde che “dovrebbe ricordare la giada” (ehm…) il recipiente si presenta con una forma decisamente bitorzoluta, dovuta all’effige di ciò che vorrebbe rappresentare: un uomo anziano inginocchiato con la testa enorme, un bastone a forma di drago (ma potrebbe anche essere un pipistrello) e un enorme globo dalla forma appuntita, che soltanto una latente preparazione sull’iconografia cinese potrà bastare ad identificare come una pesca di un tipo estremamente specifico; la pesca dell’immortalità. Mentre la figura, per inferenza, non potrà essere altro che Shou Xing, il vecchio Immortale della Stella del Sud, venerato dai giapponesi come una delle Sette Divinità della Fortuna.
L’utilizzo dell’implemento è piuttosto significativo. Perché questa teiera, Tim ci spiega con pacato entusiasmo, ha una funzione straordinariamente utile, persino geniale! Verso la metà del pomeriggio, quando sopraggiunge l’ora della pregiata bevanda coi biscotti, essa potrà infatti essere riempita non con uno, ma ben due fluidi diversi. Il primo ambrato, della varietà teistica preferita dal britannico di turno, e il secondo bianco e bovino, l’imprescindibile, fondamentale latte di allungamento (di nuovo, ehm…) Permettendo la fuoriuscita a comando, dell’uno o dell’altro, soltanto grazie al metodo scelto per impugnarne la sua maniglia. E tutto questo, non grazie a sistemi moderni quali improbabili paratìe richiudibili, bensì tramite una semplice applicazione dei princìpi della fisica e due (2) buchi. Da coprire in alternanza, a seconda del desiderio, con le dita della mano, permettendo o meno l’ingresso dell’aria all’interno dei rispettivi scompartimenti della teiera. Creando artificialmente un vuoto più che sufficiente, ce lo dimostra l’evidenza, a contrastare l’influsso gravitazionale che in altre condizioni avrebbe dovuto portare entrambe le bevande a fuoriuscire allo stesso tempo. Davvero un’oggetto… Clever, come lo chiama lui (perspicace, ingegnoso) proveniente da un luogo di cleverness comprovata, ovvero la Cina distante. Ma è ovvio, almeno stavolta c’è il titolo a farcelo notare, che non tutti gli impieghi possibili per un tale recipiente fossero pienamente leciti. Trovando ad esempio l’ideale collocazione tra il repertorio di uno scaltro sicario, che l’avrebbe probabilmente impiegato per servire al proprio bersaglio un generosa dose di tè avvelenato, salvando se stesso grazie all’impiego del buco corretto. Purtroppo la verità, come spesso capita in questo tipo di video, manca di essere approfondita. Ma c’è un singolo commento quasi casuale, inserito all’interno della discussione del forum Reddit sullo strano oggetto, che potrebbe offrirci una valida chiave d’interpretazione.
“Io quella ce l’ho!” Esclama l’utente silvrenithron “L’ho comprata durante la mia visita di Xi’an, l’antica capitale cinese. Stando a quanto ci disse la guida, è la riproduzione di una famosa teiera, che il re utilizzava per fare scherzi ai suoi sottoposti. A loro insaputa, gli versava bevande alcoliche nel tè, facendoli ubriacare.” Ora, considerato come questa breve spiegazione sia l’unica disponibile sull’intero web relativa all’effettiva provenienza del curioso oggetto, siamo costretti ad elaborare su di essa e tentare di giungere ad una valida conclusione. Prima di tutto, chi era questo re? Fra tutte le città del Regno di Mezzo, non ce n’è nessuna che abbia una storia altrettanto lunga e variegata di quella che abbiamo citato, presso cui stabilirono il proprio seggio del potere almeno 13 differenti dinastie, a partire da quella antichissima degli Zhou (1045 – 256 a.C.) Il soggetto rappresentato tuttavia, di chiara matrice taoista, dovrebbe collocare la tradizione della teiera almeno a partire dal tardo IV secolo a.C, epoca della stesura, da parte del saggio Laozi, del primo testo programmatico di questa dottrina, il Tao Te Ching. E se pensiamo ai sovrani dell’epoca, attivi in questa regione del mondo, ce n’è praticamente uno soltanto che potesse avere l’inclinazione a simili scherzi, stretti legami col mondo degli assassinii (ne subì almeno due, entrambi fallimentari) e il prestigio sufficiente per far giungere una simile inezia fino alla nostra distante epoca presente. Quel grande Qin Shi Huang, sovrano del regno di Qin, che fece costruire, tra le altre cose, la Grande Muraglia e l’Esercito di Terracotta, oltre ad unire sotto la salda presa del suo sistema militare ed amministrativo ben sette regni distinti, poco dopo aver imprigionato suo fratello e messo a morte la sua stessa madre. Ma costoro, va pur detto, avevano osato cospirare contro di lui…
Ma resta di certo difficile, per non dire impossibile, effettuare un’attribuzione certa della teiera dell’assassino senza disporre di ulteriori informazioni. Mentre di certo più interessante, nonché potenzialmente utile, potrebbe essere effettuare un raffronto con altri oggetti simili della tradizione dell’arte locale. Perché cercando su Google la mistica dicitura di “teiera magica cinese” si finisce immancabilmente per visionare alcune documentazioni fotografiche di un’affascinante ceramica custodita presso il museo dello Shaanxi, che per inciso si trova nella Pagoda dell’Anatra Gigante proprio nel bel mezzo dell’antica Xi’an. L’oggetto, vetrinato di un celadon verde pallido, deve necessariamente risalire ad un’epoca successiva rispetto a quella della prima dinastia imperiale dei Qin (221-206 a.C.) antecedente di almeno quattro secoli all’invenzione di una tale tecnica produttiva. Non è tuttavia impossibile che esso fosse, già allora, in qualche maniera collegato a tradizioni antecedenti, come la strana invenzione mostrata da Tim. Di nuovo, un segreto di buchi è alla base di un bizzarro metodo d’impiego. La teiera in questione, infatti, non presenta un coperchio e non sembrerebbe quindi avere un metodo pratico per essere riempita. Possibile che l’utilizzatore dovesse farlo con un imbuto, dallo stesso beccuccio? No, non scherziamo. Basta voltarla, per scoprire la verità. Sotto il recipiente infatti c’è un’apertura, da cui originariamente veniva immesso l’ambrato contenuto teistico, incredibilmente destinato a restare al sicuro all’interno, anche una volta riportato in posizione l’astruso marchingegno. Di nuovo, sembrando contrastare l’essenza stessa del princìpio della gravità. Di nuovo, in effetti, grazie ad un ingegnoso, lampante artificio…
Ciò che entra, poi non esce. Quel che è uscito, non era entrato…Da sopra? Come lo spieghi? È presto detto: sul fondo della teiera dello Shaanxi, come del resto in un’ampia serie di altri oggetti costruiti sullo stesso principio, attestatati nel nostro passato sia prossimo che remoto, c’è un’escrescenza bulbosa che dal punto di vista idraulico potrebbe essere definita il sifone. Ciò che succede, dunque, riempiendo la tipologia di teiere definite per antonomasia Cadogan, è che il liquido immesso dal foro sul fondo penetra attraverso il sifone, ritrovandosi libera di disporsi all’interno del resto dell’intero recipiente. Una volta girato quest’ultimo, quindi, il tè, il latte o qualsivoglia altra essenza, non potrà più scendere al di sotto del livello del sifone, restando per il resto al sicuro all’interno del della teiera. Tutto questo, a patto di conoscere il segreto e non sbagliare le dosi durante la riempitura. Guai, a farlo!
Le Cadogan britanniche, infatti, altro non sono che un’applicazione semplificata del princìpio del bicchiere di Pitagora, un oggetto tradizionalmente associato all’isola greca di Samo. Dove si diceva che il grande filosofo e scienziato, inventore della matematica in quanto tale, avesse concepito tra le altre cose un metodo per costringere gli abitanti a risparmiare la preziosa acqua, da sempre scarsa in quella terra a causa della mancanza di piogge o sorgenti. Essi furono infatti forniti nelle proprie case, secondo la leggenda, dell’unico strumento per bere di uno di questi specifici bicchieri, forniti di un sifone al loro interno. Secondo il progetto tradizionale sul fondo c’era una stretta ed alta “collina” plasmata nella ceramica, con un singolo foro alla base, concepito per lasciare passare liberamente qualsivoglia liquido attraverso un sistema di vasi comunicanti. Se tuttavia l’utilizzatore avesse riempito il recipiente con moderazione, l’acqua non sarebbe salita al di sopra dell’ansa del sifone, restando al sicuro e pronta da bere. Viceversa, l’unico risultato ottenuto sarebbe stata l’immediata fuoriuscita dell’intero contenuto dall’impugnatura del bicchiere stesso, punendo il malcapitato con un rapido lavaggio della punta dei propri sandali greci. Ora, naturalmente sarebbe difficile immaginare l’intera popolazione di un’isola che, messa alla berlina dal suo sapiente filosofo, non fosse in grado d’industriarsi per produrre stoviglie più funzionali. O tappare il dannato buco. Così come è improbabile che la TEIERA DELL’ASSASSINO sia mai stata in effetti impiegata per uccidere chicchessia. Simili oggetti, mirati ad evidenziare una linea di pensiero tramite la dimostrazione pratica, vanno sempre interpretati come una sorta di poesia ingegneristica, un’esibizione di cleverness per molti versi del tutto fine a se stessa. Che però ancora ci affascina, dopo il passaggio dei secoli e dei millenni.
1 commento su “Dice Confucio: diffidate di strane teiere”