Le geometrie della natura raccontate da uno scultore coreano

Lo studio dell’universo naturale insegna come l’infinitamente piccolo possa sembrare perfetto: atomi e molecole ci appaiono come sfere del tutto regolari, mentre la fisica quantistica traccia il movimento delle particelle su linee rette e simmetrie inconcepibili nella loro totale precisione. Eppure tutto ciò che è materialmente grezzo risulta imprevedibile e disordinato: il legno non ancora lavorato è scomposto, il metallo ruvido e tagliente. Ma siamo davvero sicuri che l’unico modo per tornare alla geometria delle origini siano processi industriali ormai privi di alcun fascino artigianale?

Lo scultore coreano Jae Hyo Lee sembra pensarla diversamente. Nato nel 1965 nella contea di Hapcheon, in Corea del Sud, è diventato famoso a livello internazionale per gli straordinari lavori tridimensionali in legno brunito, chiodi e metallo che assembla con l’aiuto di carpentieri ed abili manovali nella sua officina di Yangpyeong. Nel 2008 le sue sculture hanno fatto parte delle decorazioni per le olimpiadi di Pechino. Uno dei suoi pezzi in metallo, una sorta di obelisco a pianta quadrata, riporta sui  diversi lati il nome di ciascuno dei suoi aiutanti. La sua finalità dichiarata è “Analizzare le caratteristiche dei nuovi materiali” ed attraverso la loro composizione creare superfici e forme innovative. E’ stato anche chiamato l’alchimista della luce e del legno.

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