Una televisione per le rane leopardo

Rane telefono

Frammenti meteoritici, composti di metalli dalle prestazioni superiori. La venuta di una nave interstellare, sul concludersi di una temuta eclissi, mai prevista nei pietrosi calendari. L’improvviso manifestarsi di un volto con la barba, tra le alte nubi dei cumulinembi tempestosi. Ciascun evento di una simile portata, negli annali della storia, ha lasciato un segno chiaro, l’ombra di una storia degna di essere narrata. L’eccezione planetaria è un evento in grado di condizionare il progresso evolutivo di una specie. Posti di fronte ad una misteriosa forma di tecnologia, possibilmente avanzatissima, gli esseri pensanti provano il bisogno d’integrarla nelle proprie vite, in qualche metodo e maniera. E cos’è un telefonino, se non un cupo monolito, ricolmo di circuiti ed intenzioni…
Un gruppo di rettili quadrupedi in giardino, sotto la veranda della tipica abitazione lignea delle periferie statunitensi, si ritrova d’improvviso avviluppato da un magnifico spettacolo, la scena più desiderabile di un’intera breve, verde, umida vita: un verme gigante, che si agita dentro al rettangolo di luce, impossibilmente posto di contrasto con un alto e sconfinato muro. Cos’è tutto questo, se non il sogno di un batrace! L’apparizione di un gustoso e succulento pasto, estrapolato dalle astruse circostanze della sua legittima esistenza, in mezzo all’erba, sotto il suolo, ben nascosto in mezzo al freddo e al gelo… E posto in alto, al centro delle cose, perfettamente pronto a dare un senso positivo alla giornata. “Con dieci di questi, non avrei mai fame” Avrà pensato il primo dei visitatori. Mentre quelli successivi, senza un simile passaggio d’astrazione, avranno fatto solo da gregari. Ciò che si desidera, fa scuola. Giacché nessuno, alto ominide o bitorzoluto salterino, può istintivamente rinunciare alla perfetta soluzione di un problema. Specialmente se c’è Joe, oppure Sam, Steve…Andy? Che sta per guadagnarsela, da solo. Il desiderio è un sentimento soggettivo. Condividere, mie care Lithobates pipiens, facoltativo.
Non c’è una vera sazietà. Ci si muove, attraverso l’arduo labirinto dei minuti, da un profondo desiderio verso il successivo. Tutto è necessario, se brillante. Nonché utile, quando attraente. Il primo paragone valido per una tale scena di palude, grazie allo strumento dell’analogia, diventa quindi la messa in commercio di un Qualcosa. L’oggetto del desiderio. L’ultima incredibile diavoleria, frutto elettronico dell’economia di scala, concepita in America, assemblata in Cina, esposta sopra i banchi larghi e paralleli di uno store. Quando tutti coloro che “lo” vogliono, “ne” hanno un bisogno inesprimibile, si affollano per strada, in piedi nell’argentea luce della luna. Il paragone ufficiale, per tali reiterate circostanze, resta sempre quello del gregge. E gli ovini, certamente, mostrano uno spirito del gruppo molto sviluppato. Seguono il supremo pecorone. Eppur di certo, non conoscono la scarsità. C’è erba per tutti, nei vasti pascoli del mondo, mentre un verme è alquanto raro, in potenza. Come il sacro segno della mela.

Il video, così prodotto grazie all’intuizione di un momento, è frutto della mano, della telecamera e del cellulare di Joe Myers, alias FrogTV. L’unico, del suo canale. Ma che avviato, come pare sul momento, verso i lidi olimpici di un vero virale, darà probabilmente un La per successive splendide escapades. Un pannello in plastica trasparente, interessante accorgimento, impedisce il controllo del telefono da parte delle spettatrici. Qualsiasi batrace, per sua imprescindibile natura, sviluppa un lieve campo elettrico. Esattamente come noi, umani utilizzatori dei touch screen capacitivi; ergo, se una di loro riuscisse premere stop, con la lingua o con il naso, finirebbe subito il divertimento!
La rana nordica leopardo, dalla caratteristica colorazione a macchie, è l’anfibio simbolo degli stati del Minnesota e del Vermont. In tempi recenti, una riclassificazione di questa specie assai diffusa l’ha ricollocata nel genus Lithobates, parte della famiglia Ranidae, tradizionalmente collocata tra il Centro e il Sud America. Che ha conseguentemente visto ampliarsi il suo areale fino al 45° parallelo nord. Sia resa gloria all’Ipnorospo. Tale tipologia di animali è carnivora e piuttosto aggressiva: si nutre di grilli, mosche, vermi e anche rane meno fortunate. Può inoltre ingoiare, all’occorrenza, piccoli serpenti o addirittura uccelli, magari troppo giovani e caduti giù dal nido. La sua bocca relativamente enorme, in grado di aprirsi come quella di un pitone strangolatore, si spalanca istintivamente non appena gli occhi recepiscono un qualche accenno di movimento. Sia questo effettivo, o virtuale, apparso sullo schermo di un computer da taschino.

Rana toro africana

Non è la prima volta che il pubblico di Internet ha modo di stupirsi per un tale incontro tra tecnologia e natura. Celebre fu il caso, ormai quasi epocale, della rana toro africana (Pyxicephalus adspersus) che giocava ad un videogioco su di un grosso phablet Samsung, retto in posizione da un addetto del canale KoreanFrogMania. Dopo aver definito quei lontanissimi parenti americani come aggressivi, che dire di lei? Questo essere, appartenente alla famiglia delle rane sub-sahariane, si trova ad un livello totalmente differente. Le rane toro mangiano qualunque cosa, inclusi i propri stessi piccoli. Si tratta, in effetti, di una particolare strategia di sopravvivenza, virtualmente senza pari nel regno naturale: la bestia vorace, lunga fino a 25 cm, vive all’interno di ecosistemi che non sono in grado di fornirgli un sufficiente nutrimento. Per questo, in caso di bisogno, può cambiare sesso. Copulando con i suoi stessi concorrenti, da quindi l’origine a 3.000, 4.000 uova, che presto si trasformano in altrettanti girini. E allora! Chi vuoi che se ne accorga, se ne manca qualche centinaio? Guai, però, a cercare di scavalcarla. Dopo la schiusa, la rana toro fa una guardia feroce alla sua prole/dispensa, aggredendo chiunque osi avvicinarsi. Questo batrace è uno dei pochi che oasino mordere anche l’uomo, assieme alle rane Pacman e alla rana di Budgett, una nostra vecchia, rumorosa, famelica conoscenza.
E naturalmente, non è detto che alla fine tutto vada per il meglio. Se pure qualche maculata raganella, spinta dal piacere della novità, può appassionarsi al mondo digitale; questo non garantisce nulla, al cospetto del feroce toro di cotante paludi tropicali. Come si usa dire in certi luoghi, If you mess with the bull….

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