Giostre impossibili da cui non scenderesti mai

Centrifuge Brain Project

Non voglio mica la Luna. Ma soltanto un Parco, in cui girare su me stesso, ribaltarmi, accelerare fino all’àpice dell’universo stesso. Potrei quasi morirne, estasiato. Nel famoso cortometraggio visionario pubblicato dalla Kurz Film Agentur di Amburgo, The Centrifuge Brain Project, si va ben oltre i limiti di ciò che possa effettivamente essere affrontato, senza gravi conseguenze, dalle cedevoli e utilissime interiora dell’uomo. Mettendo alla prova, addirittura, i villi di materia grigia che contengono la sua immaginazione. Che cuore gonfio d’entusiasmo, quale polmone che trattiene il fiato per la suspence, dov’è il fegato spappolato dalla gioia? La realtà è diversa, grigia quanto la materia stessa. Tutta l’azione si svolgeva infatti nella mente, e nei computer, Till Nowak, regista, ideatore, produttore, tecnico delle riprese, addetto agli effetti speciali e chi ne ha d’altro, venga innanzi. Si, se non fosse ancora chiaro, siamo nel mondo fai-da-te del piccolo cinema d’avanguardia, in cui la tecnica viene subordinata allo splendido valore delle idee. Talvolta, certo, mica sempre. Le macchine scuotivento progettate per il qui presente capolavoro, piuttosto, sembravano praticamente vere. Nonché quasi leonardesche nell’impostazione. Merito non soltanto delle modalità con cui avevano trovato genesi, delle ore e i giorni trascorsi sui programmi tridimensionali e Adobe AfterEffects. Bensì soprattutto del modo impreciso, quasi accidentale, con cui compaiono in riprese all’apparenza amatoriali. Come nel fruttuoso film The Blair Witch Project (1999), tra i primi fenomeni virali internettiani, brevi spezzoni di quest’opera creativa potrebbero facilmente, una volta estrapolati dal contesto, passare per l’orrenda e candida realtà. Anzi, è già successo varie volte.
C’è una storia, se proprio vi interessa. Le riprese di cotante inimmaginabili giostrine, dalla sfera rotante alla catapulta da fine del mondo, sarebbero inserite nel contesto di un segmento televisivo a sfondo storiografico. Per usare il termine tecnico, stiamo assistendo a un mockumentary, il genere che prevede l’imitazione di un metodo documentaristico, con finalità dichiarate d’intrattenimento. E per fortuna, direi!

Se la cronistoria qui narrata fosse vera, farebbe indubbiamente una certa impressione. L’attore Leslie Barany è Nick Laslowicz, un canuto scienziato di non chiara provenienza e branca di specializzazione, che racconta di un progetto senza scrupoli, portato avanti dal “governo” fino a partire dalla seconda metà degli anni ’70. La sua missione: migliorare il funzionamento dell’intelletto umano. Come, così! A quanto pare infatti, secondo arcane metodologie, il suo laboratorio aveva dimostrato che i bambini sottoposti a forti sollecitazioni e brusche accelerate, in qualche maniera, crescessero più perspicaci. Che assurdità. Pensate che una di queste giostre allucinate, il Dandelion, verrebbe suggerita in modo particolare per le donne in gravidanza. Niente di meglio, per sparare un pupo forte e sano, che 17 giri della morte su quattro poltrone sgangherate…
È vero, comunque, che la capacità di creare tragga giovamento dalle nuove connessioni tra i diversi punti rilevanti del cervello. Questo è il merito di ogni esperienza fatta in prima persona, piuttosto che appresa di seconda mano oppure dalle pagine di un libro: mielina rimescolata tra morbide meningi, con un grande sbattimento di neuroni. Sul successo delle ultime diavolerie meccaniche dei Luna Park, l’adrenalina certamente incide. Ma è la soddisfazione intellettuale di poter dire: “Io c’ero, l’ho provato e adesso fatemi passare!” A guidar la mano che paga il salato prezzo del biglietto.

Batman Six Flags
BATMAN™: The Ride, Six Flags Texas (previsto per il 2015) rollercoaster magnetico con quattro assi di movimento indipendenti

Ogni anno si va un po’ più avanti. Naturalmente: è la tecnologia che segna il passo. Qualsiasi montagna russa o simile attrazione è soltanto una macchina, che deve mettere i suoi occupanti in una situazione di assoluto e indubitabile pericolo. Per poi riportarli, ogni singola, dannata volta, sani e salvi sulla terra. Ciò comporta numerosi accorgimenti. L’inclusione di sistemi e soluzioni che permettono di garantire la sopravvivenza. Tutti vorrebbero, come fatto dallo scienziato Nick Laslowicz, mettere un simpatico bambino sopra un carro scatenato di assoluta e illimitata perdizione. Che va di pari passo, questo è chiaro, col divertimento. Ma comporta, nel mondo effettivo delle cose, un piccolo dettaglio: le fatali conseguenze della fine.

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