Esegesi del supremo ninja internettiano

Epic Ninja Action

Nessun quartiere. Ma tanti variegati scenari, quanto i diversi angoli di una città bidimensionale, oltre ad un treno in corsa, giustamente. E centinaia di nemici, alti, bassi, eleganti guerrieri oppure membri di squadroni sgangherati. Vagonate di rossastra emoglobina per un cartone animato che non sembra terminare mai. E ti credo! Crearlo, a quanto pare, avrebbe richiesto nove anni di applicazione, faticosamente investiti da Alexey Yurevich detto dex00, l’autore russo di cotanto adrenalinico entusiasmo. Di sicuro, ci avrà lavorato a giorni alterni. Ma il risultato..Ниндзя в деле (Ninja Action) è un vero e proprio tour de force, di frame soltanto parzialmente sovrapposti, fondali che scorrono veloci e soprattutto botte, sciabolate, fucilate, capriole e capocciate. Si tratta, come chiaramente denunciato dalla descrizione, di: “Un omaggio ai vecchi videogiochi per console. Ispirato a Mortal Kombat, Battletoads, Double Dragon, Street Fighter, Streets of Rage. Al cinema di Jackie Chan ed al celeberrimo Xiao Xiao.” (Ah!) Piuttosto che sfondare subito il milione di visualizzazioni su YouTube, come normalmente capita ai creatori di buffi o divertenti cortometraggi disegnati, purché siano di alta qualità, questo qui ci sta riuscendo solamente adesso, dopo due mesi dalla sua pubblicazione. Strano. Di sicuro, non è colpa della lingua! Nessuno ha il tempo di parlare, sulle strade di una lotta tanto ricca di sorprese, mosse speciali e qualche momento comico, a far da pausa riflessiva.
Il fatto è che esistono, in questo moderno mondo d’intrattenimento, due tipi di guerrieri della notte: ninja ninjaninja gaiden. Il primo è furbo e silenzioso. Cammina sopra i rami con un passo lieve, o nuota immerso nel fossato del castello, respirando da una lunga canna di bambù. Poi si arrampica con gli strumenti comunemente denominati “artigli della tigre”, balza dentro la finestra e uccide “solamente” il suo bersaglio. Poco prima di svanire in una scura nuvola di fumo. Rappresenta, in un certo senso, l’approssimazione ragionevole della figura storica di un agente spionistico d’epoca feudale giapponese. E benché, anche in simili figure, Hollywood abbia cambiato molte cose, ninja ninja resta sempre un uomo. Tutto il contrario dell’irrazionale controparte: esiste la convinzione, assai diffusa per qualche misterioso motivo, che un esperto dell’inganno e il sotterfugio abbia al suo interno il seme di una sconfinata rabbia. Pronta a scatenarsi, per un senso di giustizia lesa, contro l’universo intero. Ninja Gaiden è la serie di videogiochi della Tecmo, iniziata nel 1988 e che sconfina nel gaming contemporaneo a tripla A, in cui la sete di sangue del protagonista non pareva mai esaurirsi, ma piuttosto aumentava con il crescere del numero dei suoi nemici. Un simile ninja, non può essere fermato. È come il protagonista di un film d’arti marziali archetipico, che una volta investito del sacro fuoco della vendetta, guadagna la forza di dieci uomini, schiva i proiettili e distrugge a pugni le pareti. Por qué? Una fidanzata rapita. Un genitore trucidato. Il negozio di famiglia dato alle fiamme dai criminali, gli amati elefanti deportati da un crudele imprenditore, oppure addirittura, la manifestazione terrena del grande demone Orochi…Ma nel qui presente Ninja Action, si supera il bisogno di cotanti presupposti. Semplicemente il protagonista corre, entra dentro un’edificio. Incontra gente. Gli appoggia il pugno sulla faccia. E inizia un piano sequenza interminabile, della durata di oltre tredici minuti, in cui viene messa duramente alla prova la varietà di scene d’azione rappresentabili attraverso lo strumento di due sole dimensioni. Oltre alla (paziente) furia dello spettatore!

Per la cronaca, gaiden (外伝) è una parola giapponese. Significa: biografia esterna, storia poco nota. Se Internet fosse una piramide, con il paventato grande fratello digitale alla base, e i nostri preziosi dati personali sulla punta acuminata, potrebbe avere solo un verso. L’alto e il basso, chiaramente, non sarebbero opinioni. Se prendesse invece la forma di un pratico cubo, con sei facce, Google, YouTube, Facebook, Twitter, Amazon e Wikipedia, resterebbe, perenne ed invariabile, come un pesante monumento. Tutt’al più ruotando, alla bisogna, per le discussioni di una tale oligarchia. Ma la nostra attuale grande rete, neutrality permettendo, sembra più una sfera. Che rotola attraverso le generazioni, poggiando volta per volta sopra un numero infinito di diversi punti di potenza. Ciascuno valido, a suo modo, per prestargli rilevanza culturale.
C’era stata un’epoca, prima dell’odierna multimedialità, frutto di bande larghe e un numero imprecisato di selvaggi bytes, in cui tutte le cose divertenti traevano l’origine da un solo sito: il suo nome, Newgrounds. Il suo eroe…

Xiao Xiao

Tutto inizia nel 2001. Xiao Xiao è la figura umana tratta da cinque linee ed un pallino (non ha nemmeno il collo) frutto della penna, o per meglio dire del mouse, dell’animatore cinese Zhu Zhiqiang. L’uomo che sfidò la Nike, per avergli copiato l’idea in una recente pubblicità, e vinse, addirittura 36.000 dollari. Roba che, per una tale multinazionale, il guadagno di ben sei minuti! Abbastanza. Per irrompere dentro a un palazzo di due piani, armato di nunchaku, e dare sfoggio di un’impenetrabile maestrìa.
C’è una chiara corrispondenza di metodi ed intenti, tra il russo Ninja Action ed alcuni dei migliori episodi di un questo insigne antenato, completamente programmato in Flash. Anche l’omino nero di una volta, come il moderno eroe sfregiato, combatteva senza una chiara ragione, contro uno stuolo di nemici senza fine. Naturalmente, erano diversi i valori di produzione, come del resto, anche i limiti del contesto tecnologico. Simili animazioni quasi in bianco e nero, nell’epoca antecedente ad una vera diffusione dello streaming, permettevano di portare nelle case un tipo nuovo d’intrattenimento. Inadatto alla televisione, perché troppo disallineato, e certamente carente dei presupposti necessari per trovare posto in un evento dedicato ai cortometraggi. Se oggi diamo per scontata l’esistenza di questo particolare stile cinematico scoordinato, che trova giustificazione unicamente nella fluidità dei suoi movimenti, dobbiamo in parte ringraziare anche il portale social di Newgrounds, che costituì, per lunghi anni, il centro topico di una simile classe di produzioni d’intrattenimento, possibilmente interattive. Scelto, non a caso, anche da Yurevich, per la sua nuova interpretazione dell’idea.
Il meglio, probabilmente, deve ancora venire. Ninja Action è chiaramente privo del finale (il che resta piuttosto anticlimatico, va detto) ma il suo autore conclude il breve testo di accompagnamento con un suggestivo: ” I will upload second (sic.) part soon.”  Considerate che Xiao Xiao, con il progredire dei suoi indimenticabili episodi, finì per dare i natali a tre diversi mini-videogiochi. E con l’attuale panorama dei negozi ludici digitali, ormai tutti possono arrivare alla pubblicazione. Purché qualcuno tenga pronta la carta di credito, al momento di premere download.

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