È chiaramente molto furba la ragazza sudamericana, dotata di un singolo trancio di carne un po’ malmessa, che riesca a trarne un tale ricco e portentoso nutrimento. E abboccano i bocconi, l’uno dopo l’altro, neanche lei gli avesse offerto del prosciutto prelibato. Non uno, né due pesci, ma un’intera bacinella quasi straripante, così trasformata nella pentola di un’esultante festa di paese. Vociano i bambini: dopo quella mattinata, sarà ricca la padella di un gustoso pomeriggio di..Fritture? Era forse la sagra del piranha, lungo il corso del Rio delle Amazzoni o dell’Orinoco? Chi può dirlo. Possiamo soltanto assistere al rastrellamento, basiti. Certamente, non piccati. Giacché l’immagine di questo pesce prognato e vagamente rosseggiante, lungi dall’essere tenuta in alta considerazione dagli animalisti, evoca le persuasioni di una terribile voracità. Tutti temono e detestano quel demone minuto, forse anche maggiormente che lo squalo, o il barracuda. Esiste una vecchia tradizione brasiliana, ormai desueta, secondo la quale per ciascuna mandria di bestiame andava sempre designato un capo particolarmente debole, vecchio e sacrificabile, detto il “Boi de piranha”. Al momento di attraversare un corso d’acqua, dunque, si sarebbe uccisa la povera bestia, per poi gettarla tra gli affioramenti d’alghe, come un richiamo irresistibile da sgranocchiare. Ben sperando che la sua carne tenera bastasse, anche quella volta, per saziare le furie sommerse con le pinne e i denti acuminati. Solo così, si diceva, ci si sarebbe garantiti un passaggio sicuro per il resto degli armenti o i propri familiari. A tal punto si temeva il concetto di un tale pesce invisibile e sempre in agguato, che esso era diventato come un dio del fiume, da placare con offerte o preghiere degne della sua famelica maestà.
Il piranha comune, appartenente al genere dei Pygocentrus, misura tra i 15 e i 25 cm. Quelli catturati dalla ragazza, visto l’evidente quanto riconoscibile ventre rosso, erano assai probabilmente della specie P. Nattereri, diffusa praticamente in tutto il Sudamerica. Questi pesci sono noti per la maniera caratteristica in cui fanno la guardia alle proprie uova, assicurate saldamente ai fusti delle piante acquatiche in affioramento. Il maschio e la femmina pattugliano i dintorni in coppia, tenendosi strettamente a contatto, con le schiene rivolte verso l’esterno. In questo modo nessun predatore in cerca di uno spuntino potrà sfuggire ai loro attenti sguardi. Chissà quante amabili famigliole saranno andate distrutte, per un piccolo piacere transitorio!
Piranha è il nome comune di un gruppo di pesci d’acqua dolce appartententi alla sottofamiglia dei pesci caracidi detta Serrasalminae, caratterizzata in modo particolare dalle forti mascelle, dal corpo alto e stretto, dalle dentature appuntite e dall’essere tendenzialmente onnivori, salvo valide eccezioni. Ne esistono un alto numero di specie, scoperte di continuo, però tutte riconducibili e cinque generi distinti; alcuni di essi sono primariamente erbivori e non mordono altre cose viventi, se non in casi molto rari. La pericolosità dei piranha, benché niente affatto trascurabile, viene spesso esagerata per l’effetto del resoconto di un singolo, insigne narratore: il presidente degli Stati Uniti Theodore Roosevelt, grande naturalista e cacciatore, che si era recato nel 1913 in Brasile, pubblicando quindi un libro sulle sue esperienze. In Through the Brazilian Wilderness c’è un intero capitolo dedicato allo spaventoso aspetto e ad al comportamento feroce di questi pesci, della loro fondamentale malvagità, nonché del modo in cui bastasse anche una singola goccia di sangue, umano o d’animale, per eccitarli fino alla mostruosa frenesia. Tutte cose prive di riscontro scientifico, ad oggi. Del perché lui avesse ricevuto una simile impressione, non ci è realmente noto. Qualcuno ipotizza che gli abitanti di quei luoghi, volendo impressionarlo, avessero intenzionalmente affamato un branco di piranha, per poi liberarli nel momento della sua venuta, gettandogli del cibo attentamente selezionato. Ed è in effetti noto come nei periodi di siccità, quando scarseggia il cibo e il caldo è quasi soffocante, si verifichino talvolta degli attacchi letali contro l’uomo. Le vittime sono sempre persone non in pieno possesso delle loro facoltà: bambini, anziani, giovani ed ubriachi. I piranha sono pesci gregari per predisposizione, con un forte spirito del branco e un sistema specializzato, nella loro vescica natatoria, per chiamarsi a vicenda usando gli infrasuoni, anche a grande distanza. Basterebbe quindi il morso di uno di loro, perché…Ma no, inutile preoccuparsi.
È anche vero che di pesci simili a questi ce ne sono di più rari e grandi. Quello del fiume di San Francisco (Piraya Piranha) anche detto piranha mangiatore di uomini, può facilmente raggiungere i 50 cm di lunghezza. Quando affamato, o nervoso, questo essere pinnuto è estremamente aggressivo; ciò, unito alle sue considerevoli dimensioni, lo rende alquanto spaventoso in potenza, anche se, placido masticatore, lui preferisce nutrirsi di insetti e altri abitatori scagliosi del fiume, con un contorno occasionale d’alghe o semi di piante semi-acquatiche, portati lì dal vento. Simili creature hanno ben poca esperienza della vita in cattività: i piranha, quando introdotti negli acquari, finiscono sempre per divorare tutti i loro coinquilini. Per poi annoiarsi, poverini.
Come cambiano le cose! Oggi, armati della scienza e dell’arte di arrangiarsi, i giovani pasteggiano di spettri, banchettano sugli spauracchi della notte. Chi un tempo divorava gli incubi, presto ne sarà saziato. È questa la legge universale di natura. O del più forte buongustaio.