Come corre sulle sue piccole ruote, questo giocattolo fuori controllo! È Boomer, il cucciolo di tirannosauro fatto di plastica, bianca come le ossa, con cavi fibrosi e luci saettanti. Denti di drago, cuore di silicio, occhi di bragia luminescente. “Un burattino non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno” Mastro Geppetto, rinato tra neuroni positronici e servomeccanismi robotizzati, avrebbe assemblato un Pinocchio diverso. Perché l’androide asimoviano, nella sua massima espressione letteraria, non è mai stato la copia di un uomo, completo dei molti difetti. Bensì una creatura evoluta, più saggia, cauta e sapiente dei suoi predecessori biologici, ligia alle regole della legge. Dal naso esiguo, senza segnali di poca sincerità. Che premessa difficile per un’allegoria! Come può crescere, chi è già perfetto?
Anche i giocattoli, spesso, sono così. Barbie, con la sua casa svettante, l’auto costosa, gli abiti all’ultima moda. Nerboruti G.I. Joe col coltello fra i denti, campioni agguerriti della totale virilità. C’è una logica in tali figure, tanto encomiabili all’apparenza, che colpisce la mente dei genitori: “Se i miei figli aspirano a questo, saranno grandi, ricchi e potenti.” Messaggi subliminali per una vita futura, a patto che possa esser solo questo, la vita futura. Realizzarsi per metriche chiare. Però beh, c’è dell’altro. All’estremo opposto del mondo dei balocchi, strisciando, si annidano mostri. Goblin e bestie notturne, tutta l’empia progenie infernale. Anche dal male si traggono esempi, per avversione. Questa è la prima giustificazione, di una simile assenza di probità. La seconda proviene dal metodo. Cosa dovrebbe fare in fondo, il bambino seduto in terra con il pupazzo, se non usare la sua fantasia per… Proiettare se stessi, ebbene si, ma verso cosa? La guerra ai nemici di Ethernia, Shangri-La, Gotham City. Questo vorrebbe la tradizione, fondata sul volto splendete degli eroi. Però si può restare se stessi, anche fuori dal quotidiano. Occorre la scintilla di un buffo contesto. Può fornirla l’odierna tecnologia, attraverso l’imprevedibilità degli spaventevoli automi.
Boomer è chiassoso e chiocciante, irritabile. Se gli tocchi la coda si arrabbia e tenta di morderti il dito. Ciancica carta e la sputa, con sprezzo dell’ordine e del riciclo. Chiunque abbia provato inquietudine innanzi a Furby, con i suoi occhi bulbosi, la voce stridula, per lo meno sapeva una cosa: quell’orrenda creatura non poteva spostarsi, per venire a guardarti dormire con sguardo carico di sottintesi. Quanto cambiano le cose!
Nella video-presentazione di questo nuovo giocattolo si riconosce lo stile del nuovo web. Neverben, l’inventore, si mostra al lavoro con il suo team in un’ambiente aziendale senza troppe pretese. Sembra di essere in una casa privata. Il dinosauro in questione, tra l’altro, ha un look essenziale e non rifinito, con cavi a vista e senza particolari espedienti industriali. Sembra il prodotto di un individuo creativo, spinto dalle sue passioni e, soltanto incidentalmente, alla ricerca di un finanziamento. Come è possibile, dunque, che venga promessa un’uscita sul mercato nel giro di pochi mesi? Tutta studiata apparenza – siamo in realtà di fronte al seguito di un grande successo internazionale: Zoomer il cane ubbidiente (più o meno):
Entrambi gli automi appartengono alla vasta scuderia di giocattoli della compagnia statunitense Spinmaster, fondata nel 1994 da Ronnen Harary, Anton Rabie and Ben Varadi (notare l’assonanza dell’ultimo nome con l’handle di Neverben, autore del dinosauro). A mio parere una simile strategia commerciale, benché non del tutto chiara, andrebbe interpretata in senso largamente positivo. Lo stile comunicativo di quest’azienda, in ogni sua manifestazione internettiana, dimostra un sincero senso d’entusiasmo. Ed anche, cosa piuttosto rara, un’identità continuativa e coerente. Non sarei affatto sorpreso se, come avvenuto in questo caso, fossero i tre fondatori stessi, a curare la gran parte dei testi e delle pubblicità. E poi, guardatelo, quel Boomer!
C’è stata certamente un qualche tipo di evoluzione, dal cane al suo discendente. La bestia quadrupede, alimentata dalle stesse batterie a celle di litio, sviluppava un minore ritorno d’intrattenimento. Potete qui osservarla mentre tenta di rispondere ai comandi di DadDoes, quotato recensore di gadget e giocattoli tecnologici. Seduto! Rotola! Dai la zampa! Viene da chiedersi quanto il bambino tipo, abbaiando ordini al cane presunto ideale, possa mantenere vivido il suo interesse. I burattini migliori dovrebbero avere una mente propria. Agire secondo logiche imperscrutabili e un po’ spaventose.
Nonostante alcune parziali eccezioni, non siamo ancora all’epoca di certi romanzi di Philip K. Dick, in cui giovani artisti potevano ricreare l’aspetto e la mente di Abramo Lincoln, androide. Per dare forma materiale ai sogni, o agli incubi più divertenti, ci serve il supporto stringente dell’economia di scala. Con le sue potenti catene di montaggio e le dure leggi del marketing, da seguire. Prima o poi, ad ogni modo, un Gremlin passerà tra le maglie di una simile rete. Sarà magnifico, sarà terrificante. Sarà già successo?