Una fissazione, la diabolica ossessione del felino che muove le sue zampe di continuo, destra e poi sinistra, quindi destra, sinistra, dunque destra e così via. Gli occhi aperti, spalancati, rilucenti di un bagliore strano. Dato da una droga, il gesto di chi scava senza mai fermarsi, suggestione di epoche lontane, mummie o faraoni e tette da succhiare… Sotto al gatto, caso vuole, può esserci di tutto ed anche più: una tiepida coperta casalinga, la madre col suo latte, la gamba umana, il braccio del padrone e poi magari la lettiera appena usata, se la giornata parte male. La testiera, per analogia. Su e giù, ancora una volta. Una tastiera immaginaria? Su cui scrivere pensieri senza senso, letteratura dei mammiferi flessuosi? Perché lo fanno? Conoscere una bestia fin dall’epoca neolitica, venerarla, persino, metterla sul piedistallo del pensiero e… Ancora non capire cosa pensa. I mici sono misteriosi. Avevano ragione gli stregoni e i fattucchieri egizi, a metterli fra i libri ed i grimori di epoche perdute.
Bibia è la gatta dal padrone giapponese, alias tamaonyada, che ha messo in relazione due concetti molto differenti. Si, anche un quadrupede può farlo. Il primo è proprio quello lì, citato in apertura. L’impastare che da secoli perplime gli studiosi comportamentali, un tratto inconfondibile dell’animale felis catus. L’altra sua pratica del quotidiano, invece, potrebbe dirsi molto umana. Sarebbe come leggere il giornale, ma non per comprendere gli articoli, bensì per darsi un tono. Non per niente la chiamano la bashi bashi cat. Beh, in parole povere, la sua storia va così: probabilmente incitata dai suoi coinquilini umani, tale beniamina si è creata un singolare passatempo. Battere coi polpastrelli, ritmicamente, su qualunque cosa piatta e lucida gli capiti dinnanzi. Pagine di una rivista, possibilmente, oppure quotidiani, buste di cartone, di plastica, volantini e fogli con gli appunti. Non è chiaro, a conti fatti, quanto sia sentita questa compulsione, oppure il gioco di qualche momento passeggero. Ma nel giro di un paio di minuti appena, passando rapidamente da una scena all’altra, ci si forma l’immagine di una gatta affetta dai sintomi dell’OCD (disordine ossessivo compulsivo). Questo non sottintende, necessariamente, un qualche tipo d’ansia o di disagio. La follia di alcuni è un dono della mente per pelosi abitatori della casa. Basterebbe, in ogni caso, non esagerare…
Altrimenti, giunge a un certo punto l’ora del terrore. Immaginatevi la scena: svegliarsi a mezzanotte, con un suono: “flap flap flap flap flap flapflap FLAP flapflapflap” [pausa] “flap flap flap flap flap flap FLAPFLAPFLAP fllllllap”. Ed hai voglia, a dire: “Vivere con gli animali ti prepara ad ogni cosa.” Non è difficile capire chi produca quel rumore. Il problema resta il come, soprattutto vista l’inquietante, terribile ritmicità.
In questo secondo video, per l’appunto, possiamo osservare l’epica avventura di Flapcat, nome vero: niente affatto pervenuto, che si era svegliato, all’ombra delle tenebre più cupe, per…Impastare un po’ la carta. Le regole del gioco, come dicevamo, le fa il puro caso. È qui tale forza volle che quel gatto, di proprietà de “la mamma di un amico di chi l’ha postato” fosse andato quatto-quatto verso la cucina. Per salire sopra un tavolo. Dove c’era una manila folder, la tipica cartellina americana in cellulosa di manila! Da far muovere con la zampina, impastando quello che… Non c’è mai stato, ne mai ci sarà.
La causa del comportamento, questa volta, appare meno chiara. Laddove prima era sempre presente la mano del padrone, la sua risata d’incitamento, questo gatto agiva senza l’occhio attento di uno spettatore. Possibile che l’animale, piuttosto che dormire, avesse sentito l’improvviso quanto irresistibile bisogno di farsi le unghie? O di sfogare l’energia repressa? Fosse stato un cane, magari era tanto semplice, chi lo sa…Ma gli occhi di un felino, come questo, brillano di luce arcana delle stelle. Pare di assistere ad un rituale cabalistico. Quando il gatto si ferma, guardando in camera e poi verso il muro distante, un suono impossibile riecheggia nell’oscurità. Di notte tutti i gatti sono bigi.
Cosa faranno mai simili creature, con la carta dei padroni umani…
Ipotesi a parte, il felino domestico appartiene alla genìa degli animali detti digitigradi. Il suo unico punto d’appoggio durante la locomozione, come avviene per i cani e come per gli uccelli, è proprio sulla punta delle singole falangi. In effetti sono molti gli animali in cui noi non distinguiamo chiaramente, per analogia, le ginocchia dalle caviglie, senza neanche chiederci perché le loro zampe siano così diverse dalle nostre. Fa eccezione l’orso, plantigrade per eccellenza. Ma provate un po’ voi, a percepire con le vostre dita tutto quello su cui camminate. L’appetito vien mangiando, così come la voglia di manipolare, viene dal… Tocco del piedino di gatto?