Un miraggio fulminante del sararayman, lo stipendiato. Sette tori sfolgoranti nella notte. Ore 20:30. Lavoratore fedele e affezionato, che completa l’ennesima sessione di straordinari nell’azienda della Megalopoli d’Oriente. Stanco e soddisfatto, sale sulla sua umile Toyota e imbocca la monumentale Shuto Kōsoku Dōro, superstrada tokyoita. La città gli scorre sotto indifferente, un mondo senza ruote e aspirazioni, privo dell’asfalto migliore, quello sostenuto dal cemento. Solo sua è la Via Fluttuante, questa Tokaido dei moderni samurai. O così spera. Scorge luci all’orizzonte, finestre di altri uffici e abitazioni, un firmamento delle umane attività. Pensa al suo ruolo, alla sua famiglia, alla giornata. Sempre, comunque! Ligio alle regole, sicuro! Responsabile perché…Rispetta i limiti! Cinquanta Km/h, cento splendidi lampioni per minuto, raggiunge lo svincolo per Yokohama, imbocca il braccio dello sterminato lungomare e già pregusta il rombo del motore ed il sapore; di una ciotola di ramen, nesso di una cena troppo a lungo rimandata. Sono le 21. Le luci elettriche si fanno rarefatte, meno frequenti, mentre si amplia la fiducia in concessione agli automobilisti. Sono queste vaste corsie, corsare. Di feroci scorribande. Mentre gradualmente aumenta la velocità fino ad ottanta, immaginando inesistenti paraboliche su lievi curve a destra, scorge il variopinto deretano di una diavolesca supercar. È una Lambo punteggiata di pazzesche luci al neon, che procede, momentaneamente, a passo di riposo. Innanzi a lei, altre meraviglie provenienti dall’Italia. D’un tratto, si ritrova in mezzo al vortice. Il fiore di ciliegio a inizio aprile, rosa candido e spontaneo, poi rosso vivo dei guerrieri del Kai, con ancora più cavalli! E lentamente vira verso il bianco abbagliante, purezza di un foglio calligrafico, l’esteriorità che attende il suo pennello. Accecando momentaneamente il pendolare, che di rimando intinge la sua mente nell’inchiostro: “Chi vi credete di essere voialtri, i proprietari della strada?” Improvvisamente elettrizzato, afferra saldamente il suo volante grigio topo. Preme l’acceleratore, si sposta verso destra preparandosi al sorpasso e…
Chi è Morohoshi-san, la cometa fiammeggiante, lo spregiudicato? Chi è il condottiero delle Lamborghini che colora queste lunghe notti giapponesi? Tanto per cominciare, il protagonista dello spettacolare segmento di apertura, una produzione del canale di YouTube, Steve’s POV (Point of View). E poi, colui che in 5 minuti scarsi, con qualche battuta e un ricco sfoggio di stilemi, può tramutatarsi nel Virgilio dell’ennesima nihon no bunka, come la definisce lui, ovvero nello specifico: la (sotto)cultura nipponica delle automobili europee customizzate. Non chiamatele itasha. Per chi volesse capire il personaggio eclettico, luciferino e veramente fuori dal comune, non c’è niente di meglio che il seguente video:
Il mio lavoro è essere un furyou, dice fieramente lui. 不良, il delinquente. Questo termine, un classico dispregiativo, nel contesto giapponese vanta innumerevoli derivazioni di significato. Il delinquente è chi fuoriesce dagli schemi, sfida le regole costituite. È l’anti-eroe per eccellenza degli anime o dei videogames. Oppure nel suo caso, almeno così sembra, un vero e proprio criminale. Ricorrono, nella sequenza, i tipici stilemi della yakuza, la cosiddetta mafia giapponese: tatuaggi, mazze da baseball, club privé… Difficile capire, da una simile distanza, se le velleità dell’uomo in questione siano serie o solamente una finzione, soprattutto propedeutica all’aumento del suo fascino. Nel secondo caso, lui ricorderebbe alquanto la figura del cantante rap americano, un gangster nell’immagine, ma che in realtà gravita nel regno degli artisti.
Una cosa è certa. Di arte, questo losco figuro ne capisce, eccome! Le Lamborghini dei suoi video colpiscono sia gli occhi che la mente. Macchie di leopardo, impossibili livree lenticolari….La storia della sua carriera, come questo articolo, inizia con un fulgido miraggio. Di un’auto italiana, vista per la strada a 16 anni, che lo colpì per l’assordante rombo di motore. Lui, fin da piccolo un assiduo cultore dello stile di vita bōsōzoku, quello delle gang di motociclisti, decise che un giorno avrebbe unito le due cose. Il rombo e la luce, la furia e…L’estasi!?
Fu così che un giorno, molto tempo dopo, lo ritroviamo sulla Diablo dal neon rosa-shocking, nel bel mezzo della Shuto Kōsoku Dōro, con lo sportello ad ala di rondine aperto verso l’alto e un piede ciondoloni, lo sguardo perso verso l’orizzonte. E una semplice, coraggiosa Toyota in corsia di sorpasso. Il delinquente e il sararyman, pendolari su sentieri opposti della vita quotidiana, condividono pur sempre quella strada, fatta in duro e freddo asfalto. Orgogliosi l’un dell’altro, si rispettano a vicenda. O almeno…Così dovrebbe essere!
Lo stile delle auto custom giapponesi è molto distintivo. Non spinge all’estremo come quello statunitense, tripudio di accessori audio-video, prese d’aria e marmittoni. Ne resta sobrio ed elegante, quasi difficile da scorgersi, come nei paesi d’Europa. Sembra piuttosto l’evoluzione di un qualcosa di grafico e ineffabile, una branca dello Zen. Fluide, vivaci, colorate quanto gli emblemi dinastici di un tempo, queste Lamborghini sarebbero perfette per un daymiō, eppure, in qualche modo, Ritornano al Futuro.