Un uomo entra in un bar e trova una mucca ritta in piedi dietro al bancone di servizio, con la cravatta al posto del tradizionale campanaccio. Resta subito di stucco. “Cos’hai tanto da guardare?” Chiede l’impeccabile bovino. “Mai vista una mu-ucca che prepara i drink?” “Non è questo…” risponde l’uomo. “Non avrei mai pensato che la giraffa si sarebbe venduta la licenza e pure il bar. Ah, tempi duri questi qui!” Eccome! Di giovani quadrupedi dai geni scombinati, segregati, poi sparati e spezzettati. Emblematica è l’idea. Speculativamente parlando, erano tre, queste gigantesse collo-lungo della torrida savana: Perdy del Sudafrica e gli ormai famosi Marius Brothers, emigrati, per l’irresistibile volere d’altri, nella terre fredde del distante Nord Europa. In altrettanti zoo danesi. Migliore fu la vita, questo è chiaro, della parente semi-selvatica rimasta nel suo continente. In questo video del 2013, che sta ricevendo grande visibilità, si assiste alla scena surreale di tale giraffa-femmina imperturbabile, sottilmente fuori luogo, che tranquillamente si avventura tra le sedie e i tavoli di un bar. Siamo nello spettacolare Lion Park, oasi sita nel Gauteng, giusto a qualche chilometro dalla celebre città di Johannesburg, Sudafrica. “Una delle cento destinazioni turistiche più amate in tutto il mondo!” Tuona il sito ufficiale, con pantagruelico banner in giallo e nero, fra foto di lepaordi, tigripardi e satolli panteroidi. Qui è possibile esplorare, come si capisce al primo sguardo dell’home page, mondi d’altri tempi, inscenare il Tarzan redivivo, nutrire le belve dalla propria sacra mano, scattare foto di Primati senza pari. Poi, questo è il bello, soprattutto: niente sbarre tranne quelle dei golf cart; se ci sono gli ampi spazi, tutto il resto vien da se.
Ecco l’esperienza della selvatica natura, impacchettata nella pratica misura d’uomo, senza i problemi eugenetici delle giraffe viaggiatrici. Tanto che alla fine, succede pure questo: Perdy che vagabondando si ritrova dentro al bar. E come ridono i presenti, quale astrusa giustapposizione, tra l’enorme dinosauro e gli avventori, i banconieri, ovvero quelli che servono i gelati! Niente bracconieri, quelli no, per fortuna. Altrimenti affari suoi.
Ritornando all’ipotetica speculazione, questi due fratelli, Marius & Marius, a colloquio con la bella Perdy sotto l’albero di baobab, potrebbero aver detto: “Emigrerò, mal che vada so una cosa, solamente. Un leone non mi mangerà.” Quale orribile ironia.
2014, l’anno delle giraffe consanguinee. Cause perse? C’è questo splendido animale, alto 5 metri, diverso da ogni altro, giallo e nero con le corna, vermilinguo mangiafoglie, il residuato d’improbabili percorsi evolutivi. La sua doppia morte in gioventù, sovvenuta in tali significative circostanze, giustamente ci colpisce. C’era poi il bisogno, vien da chiedersi? Non si poteva…Liberare, vendere? Tristi, pisti e animalisti, le lacrime in prossimità degli occhi, ci facciamo un bel panino di consolazione. Mentre Perdy si allontana all’orizzonte, dopo l’happy hour. GNAM! Ah, delizioso bovino, parente metafisico del porco e dell’eterno pollo, cibo dell’anima e dell’ora di merenda. La tua vita è una risorsa da sfruttare, consumare, mangiucchiare. A differenza della preziosissima giraffa, non hai sentimenti!? Tranne che in un caso, ecco, sul finire dell’inverno. Sarebbe meglio non guardare. Impossibile distogliere lo sguardo.
Quando terminato il grande freddo, aperta la porta della stalla (muccheto? Muccazzino?) Le massicce maculate vengono portate al primo pascolo della stagione. Erba verde, cielo azzurro e grandi corse! Un rodeo di corna giubilante, il muso immerso nella terra, nella Terra! Quattro stomaci che mugghiano, come una cornamusa in festa. Difficile considerarle solo cibo, a vederle a questo modo. Gli animali possono provare sentimenti. Finché non vengono mangiati. Non è facile capire chi stia meglio, tra la mucca, la giraffa e l’odontogrifo.
La prima, resistente e prolifica, si è dimostrata (suo malgrado) utile all’umanità. Allevata in grandi numeri, infinitamente perpetuata, si è trasformata in manzo, vitello, vitellone, scottona, fiorentina, chianina, hamburger, salsic...No, quella no. Finito il latte fa una vita grama, o così pare, tranne quando esce dal suo bozzolo d’inverno. In quei brevi momenti di grazia e simpatia, tendenzialmente crea vegetariani, verso un futuro di minor consumazione. Prima o poi ci riuscirà, chi lo sa cosa succederà.
Intanto l’altera africana della lista, se non finisce negli zoo, lietamente si avventura dentro ai bar. Bellezza, unicità, estetico stupore e maraviglia: queste le sue armi contro l’estinzione. L’uomo, che ormai controlla la natura, questa bestia l’ama e la protegge lietamente. Ciò comporta qualche sacrificio. Gli spazi, soprattutto quelli cittadini, sono sempre limitati. Il mollusco primitivo canadese, dal canto suo, dimenticato, non serviva quasi a nulla. Silenziosamente se n’è andato, verso i pascoli di mondi metafisici sommersi. Fosse stato commestibile, come la mucca o bello, come la giraffa, oggi l’avremmo avuto a miliardi negli allevamenti, al posto delle ostriche gustose. O a dozzine negli acquari e negli zoo. Chissà che perle, avrebbe generato!