Fido vieni qui, Polly vuole cracker. Cane, pappagallo rispondono all’appellativo, mentre il pesce se ne rotola sul suo motore a batteria. Il ciprinide dorato, vittima di sacchi trasparenti, chiuso in vasche troppo strette, stoico soprammobile di molte case. Che sopravvive senza mai conoscere la libertà. Gli occhi tondi, lo sguardo fisso e allucinato. Neanche un nome, ti hanno dato. Sia questa l’ora della tua rivincita! Il mondo è la tua ostrica, sommersa. Piove, sul centro urbano semi-addormentato. Piove sul mercato. Piove sopra il Monte, sciolto come l’acqua di un gelato. Intere carreggiate si trasformano in torrenti tumultuosi, le piazze tràcimano, i semafori lampeggiano, tra i flutti degli abissi si confondono. Inizia l’Era di un diverso tipo di automobilista!? Balene del trasporto, squali con la roadster convertibile. Murene vigilesse degli incroci, dalla multa incontestabile. Così bloccati in mezzo al traffico per ore, persi verso un posto di lavoro (quasi) raggiungibile, ai pendolari potrebbero venire delle strane idee. Come questa: che il dualismo sostanziale dell’acqua-fuori-asciutto-dentro/asciutto-fuori-acqua-dentro si confonda, lentamente, inesorabilmente, fino ad invertirsi, favorendo l’esistenza di un veicolo che non deve stare a galla, perché sei tu che fluttui, dentro ad esso. Fatto per chi è nato con le branchie, insomma. E i polipi non fanno l’autostop.
La fish car dello Studio Diip della città di Leerdam, sud dell’Olanda, è l’ultimo improbabile tentativo di umanizzare un innocente animale domestico, rendendolo un po’ più simile ai suoi autorevoli co-abitatori umani. Operazione niente affatto facile, soprattutto considerato come: il pesce rosso non brilli per eloquenza, né saggezza, né furbizia, né mobilità. Oramai, una almeno. L’unico modo, a conti fatti, era mettergli le ruote. L’azienda, specializzata nella realizzazione di macchinari di riconoscimento delle immagini, ha dunque ben pensato di piazzargli sopra casa una moderna videocamera, in grado di tracciare ciascun suo colpo di coda. Così, nuotando dentro alla vaschetta, il pesce può decidere la direzione, andando via passivamente.
Ed è lo stesso principio delle armature esoscheletriche di potenziamento, usate dal soldato del futuro della fantascienza, per combattere gli alieni su pianeti inospitali. Ogni mossa viene amplificata, tradotta nella sua versione più efficiente. Meno la disponibilità di armi devastanti, almeno per ora. Perché se tank in inglese vuole dire serbatoio, vaschetta, durante la prima guerra mondiale tale termine si guadagnò un secondo temibile significato: carro armato. Era soltanto un codice. L’ittica tremenda profezia.
Davvero viviamo nel futuro. Un pesce rosso che ti gira per la casa. Il ciprinide dorato, un tempo appannaggio esclusivo degli imperatori cinesi della dinastia Jin (265-420 d.C.) poi Tang (618-907 d.C.) è uno di quegli animali che hanno ricevuto forti influenze evolutive per il tramite della mano umana. Dall’Oriente, fino all’Occidente che l’ha ricevuto in dono molto dopo. Chi non conosce lo stupendo Koi, pesce variopinto giapponese? Un tempo carpa di colorazione marroncina, poi selezionata, nei secoli, verso colorazioni bianche, d’oro e maculate. Questo suo fratello minore, forse meno nobile ma comunque bello, è oggi soprattutto così: rosso-metallico. Ha prevalso la variante genetica più facile da ottenere. Mai e poi mai potrebbe sopravvivere quel pesce, sotto gli occhi di cornacchie o altri uccelli pescatori. Brillante sotto il forte sole, li richiamerebbe come chicca deliziosa.
Nella descrizione del video, strana iniziativa pubblicitaria, viene chiaramente spiegato il seguito di tale appassionante, strabiliante storia. Non appena terminato l’arduo test, il pinnuto (non pennuto) autista tornerà nella sua vasca quotidiana, senza ruote. Meno male. Cosa non si farebbe per la fama! Vendere tecnologia, informatizzare le realtà aziendali, ad oggi, vuol dire soprattutto marketing sul web. Persino in un ambito industriale ed oggettivo, come quello dello Studio Diip, che mette in mostra sul suo sito macchinari per la centratura dei fogli da stampare, il riconoscimento di placche numerate… Nonché la selezione delle carte da gioco e degli ortaggi, con tanto di proposte culinarie. Disporre di un prodotto che funzioni qualitativamente è una cosa davvero importante, ma è certo che il buon gusto vuole la sua parte. Questo significa, fare pubblicità: creare delle immagini azzeccate. Quella del pesce in barile “liberato” oppure “emancipato” finalmente in grado di violare i suoi confini trasparenti, grazie a un tale dono tecnologico, può portare a un gran ritorno dell’investimento. Costa poco, rende molto.
Resta difficile capire se il piccolo animale acquatico si stesse divertendo in tale situazione innaturale, piuttosto che subire il trauma di tante vibrazioni, il rumore del frenetico motore, lo sbattimento frenetico del suo ridotto ambiente di sopravvivenza. Sempre silenzioso, stoico, senza nome. Io, il mio pesce beneamato, dentro a quell’arnese, non ce lo metterei.