Sono da ogni parte, per mari, per valli, monti e sotto terra: gli artropodi e le telecamerine digitali. Con presa salda, occhi attenti e gusci duri, quelle se ne stanno fermamente assicurate sopra i caschi. Cirripedi dell’epoca moderna. Dall’altra parte della barricata loro, che siano insetti, aracnidi o molluschi, privi di presa USB o connessioni senza fili, tralasciano di registrare l’occorrenza degli eventi. Vivono zelanti, alla giornata, in cerca della preda quotidiana, mentre rapidissimi camminano tra le alghe dei fondali. “Sarà meglio accontentarli.” Avrà pensato Scott Murray, australiano, prima di calare la sua trappola per granchi. Certi video diventano virali nel giro di una mezza giornata o poco più. A guardarli, si capisce presto la ragione. Quanta vita, sotto a un tale mare…
La pesca del Portunus pelagicus, granchio nuotatore, è una questione molto seria. Nell’Oceano Pacifico, in quello Indiano, anche tra le acque più orientali del nostro prossimo Mediterraneo, il suo accattivante color blu è associato alle cucine di moltissime culture. Granchio fiore, lo chiamano nelle Filippine, oppure alimasag, e lo cuociono sauté, con aglio, latte di cocco e del gustoso zenzero. Nei paesi occidentali, invece, tale specialità marina si assapora con il semplice pomodoro, o ancor meglio grazie al gusto piccantissimo dei peperoncini jalapeno. Prenderne uno non è difficile, se si dispone della giusta esca. Non solo il proprietario del video ha ben pensato di metterci la telecamera, nella sua rete, ma pure un trancio ittico davvero molto ghiotto. Quasi troppo. E nel giro di pochi secondi, guarda caso, l’ambiente si satura di un branco di graziosi pesciolini a righe, possibilmente della specie striped dottybacks (Pseudochromis sankeyi), che fanno a gara per accaparrarsi il cibo, senza considerazioni per il rischio dell’ambiente circostante. Poi passa, con la rapidità di un missile teleguidato, pure un’imponente razza. Ma che esca, questa è pura ambrosia! Il granchio in questione, dalle caratteristiche zampe posteriori piatte, simili a dei remi, si avvicina infine di soppiatto, muovendosi agilmente. Verrà preso, questo è ovvio, nella trappola dell’uomo. Ciononostante, alla fine forse gli andrà bene. Si tratta infatti di un piccolo esemplare, probabilmente destinato a ritornare in mare. O in padella, chi lo sa. Anche per stavolta, impassibile GoPro, non sarai la testimone di un terribile finale.
Il secondo caso che vorrei analizzare su YouTube, risalente a questo scorso ottobre, non è stato graziato dello stesso successo travolgente. Ed è un peccato, vista la curiosa situazione. Si tratta di un vermiglio Cardisoma carnifex, granchio di terra delle isole Fiji, che ben sapeva valutare il prezzo delle cose. Lui, per l’appunto, la splendida GoPro di Diederick Ryan tenta persino di accaparrarsela, portandola nella sua casa sotterranea. Avrà pensato che fosse commestibile? O magari una cugina con il carapace in plastica trasparente? Fortuna ha voluto, in questo caso, che il dispositivo fosse stato precedentemente connesso in Wi-Fi con un’applicazione per il cellulare. Altrimenti, a posteriori, per riprenderla toccava scavare con la pala.
Il carnifex appartiene ad una tipologia di granchi, comunque commestibili, ma decisamente più fortunati dei bluetti abissali di cui parlavamo prima. Tanto per cominciare, questi non devono guardarsi dai predatori naturali. I loro antenati, stanchi di essere divorati durante l’età giovanile, come piccole e indifese zoee, o nello stadio di molli megalopa, la fase post-larvale della loro vita, hanno percorso in salita gli argini delle foci in cui vivevano, per andare a fare delle grosse buche nel terreno. Lì, signori di un proprio castello con tanto di vista mare, hanno scavato fino agli strati umidi del suolo, per mantenersi freschi e a loro agio. Una generazione dopo l’altra, quindi, si sono moltiplicati. Granchi di terra simili a questi, diffusi nella maggior parte degli oceani, fino alla remota Africa Orientale, migrano periodicamente per andare a riprodursi in acque chete. Il grande numero, nonché la tendenza ad assembrarsi in branchi, causa non pochi problemi agli automobilisti di diverse nazionalità. Tristemente noto è il caso dei cartelli di pericolo “Attraversamento granchi” In zone costellate di pneumatici bucati.
Anche i coltivatori della patata polinesiana, la pianta del taro, non li apprezzano particolarmente, vista la loro spiccata inclinazione per il furto alimentare. Alla fine, comunque, tutti avranno modo di mangiare. Pesce mangia cane, cane mangia gatto che mangia pesce con patata e poi c’è il granchio. Quello, tanto vale registrarlo.
Prima di mangiarlo.