L’epica migliore spesso viene da lontano. Succede di continuo, anche se in un modo prettamente circolare. Ulisse, l’astuto eroe per eccellenza, non era certo nato a Troia. Guerrieri, stregoni, magnifiche divinità, mostri vermilingui, prendono forma vicino a casa nostra, nella mente di persone indistinguibili da noi: i creativi in cerca di un impiego, ad esempio, o tutti coloro che per professione manovrano i concetti. Quelle loro creature, figure immaginifiche o fantastiche, sbucate da una penna, fiorite nella terra fertile di un foglio virtuale, per propensione non possono restare lì. Devono viaggiare molto a lungo, per mari e per monti, prima di acquisire fama, oltre il regno dell’annoso e dell’irrilevante. Ed è per questo che il protagonista, strumento di qualunque forma d’evasione dal concreto, riceve l’immancabile incombenza di completare una ricerca. Non per assolvere ad un ordine divino, bensì con il fine ultimo, non certo dichiarato, di generare quel conflitto, considerato propedeutico al racconto: la Peripezia. Soltanto per lei, con gran dolore, si va nella città dolente.
Il pubblico coinvolto, fra tutte le risorse, è forse la più difficile da assicurarsi. C’è chi sceglie di conquistarselo tramite la facile fruizione. Sono, costoro, gli assemblatori delle storie più stratificate, ma pur sempre chiare, in cui tutto avviene con un senso logico e per espliciti obiettivi. Però c’è pure, come contrappunto, l’ermetismo narrativo, linguaggio scelto dall’autore misterioso GORGONAUT. L’avete visto il suo ultimo cartone? Ci sono tre vichinghi, armati di bastone, ascia e spada, che marciano caparbi sulle ossa e sopra i resti di un’intera armata. E c’è un immortale guardiano in armatura d’oro, con la maschera funerea di Agamennone, versione pseudo-boreale. Personaggi più grandi dell’umano, che lottano strenuamente, fino all’ultimo respiro, per il privilegio di mangiarsi un fiore. Lo strumento salvifico finale!
Questo discorso della lontananza dall’animazione stereotipica, che qui si ritrova nelle tematiche, come pure nello stile di realizzazione, parrebbe un tema ricorrente sul canale Morgan King (BurroBurough), l’outlet principale dell’inconsueto collettivo GORGONAUT. Il quale, per inciso, è presente anche su Facebook.
Tale voglia di distinguersi traspare, innanzitutto, dalla tecnica: il desueto rotoscoping, l’evoluzione lungamente attesa, mai avvenuta nel cartoon cinematico tradizionale. Ciò significa, a conti fatti, che per farli muovere, i loro personaggi, gli autori hanno ripreso con telecamere delle persone in carne ed ossa, per poi ricalcare le loro movenze, tramite l’ausilio del computer. Ai tempi della vecchia Disney (che tempi!) Questo il processo era del tutto manuale, la risultanza di mesi ed anni di lavoro. Gradualmente, le cose sono diventate più accessibili. Persino oggi, tuttavia, si può ritrovare quel fascino innegabile, quello strano stile fatto di inquadrature oblique, fisse, con movimenti estremamente realistici, eppure poco fluidi. Personalmente, la loro suggestione operativa mi riporta in mente i primi videogiochi della serie Prince of Persia, Another World o Flashback, risalenti ad un’epoca digitale che ancora non è stata riciclata dai moderni sviluppatori indipendenti. Per ora va moda il “pixel”. Ci arriveremo molto presto, probabilmente.
E poi queste storie, l’atmosfera… Lo strano surrealismo di EXORDIUM, pericolosamente simile, in effeti, all’allucinazione indotta da quel fiore trascendente, trova fulgida contrapposizione nella breve bilogia di Mongrel, questo barbaro guerriero imparentato con il Conan di R.E. Howard. Eunuco, per sua sfortuna, ma forte e truculento, liberatore di fanciulle facilmente adescato col denaro. Calpestatore dei troni ingemmati degli antichi imperi… etc. etc. Ecco un link al prologo, con tanto di breve incursione nel genere del noir.
In questo caso il tema scelto è puro pulp, ovvero il mondo di quelle riviste, testuali o a fumetti, risalenti agli anni trenta, che furono il punto di partenza per innumerevoli serie di successo, fino agli eredi cinematografici quasi-contemporanei, multi generazionali: Star Wars, Indiana Jones. Certi protagonisti, quelli migliori, vengono inevitabilmente da lontano.
Rotoscoping e il fantastico istintivo delle origini. Possono trovare spazio, cose così arcaiche, tra il maelstrom sterminato di YouTube? Tutto è possibile, purché ci siano a disposizione i giusti eroi.