Drone giocattolo con raggio della morte

LaserDrone

Ecco l’arma definitiva contro il pericolo in lattice, la nemesi multicolore. L’indesiderato invasore gonfiabile delle nostre case, creazione collaterale degli esperimenti con l’idrogeno di Michael Faraday. L’oggetto che arriva quando qualcuno compie gli anni, si attacca sulle cose moltiplicandosi e poi all’improvviso, quando meno te lo aspetti, esplode. Finalmente la risposta: dai meandri di YouTube, arriva l’ammazza-palloncini semovente, con pratico telecomando!  Niente disagi auditivi per i nostri amici gatti e cani. Scanso ai terrori e ai turbamenti. Purché si escluda quello, non indifferente, di convivere con un ragno-robot fornito di raggio laser incendiario…Utile per ripulire casa dopo le feste, questo si, però pure per bucare le pareti (per lo meno quelle delle case giapponesi).
A creare un tale mostriciattolo di elettronica applicata, come scoprirete nel video, è stato il giovanissimo styropyro, anche detto “il ragazzo dei laser fai-da-te”, tramite un’arguta, quanto immediata, procedura. In qualità di piattaforma di partenza per il suo progetto, piuttosto che iniziare dal principio, ha dunque selezionato un giocattolo dal sicuro effetto scenografico. Questo “ragno” – e si fa per dire, visto che ha sei zampe – riconoscibile dall’incedere babelico e sballonzolante, è una CombatCreature, ovvero la versione commerciale dello Spider Tank Mark 6, drone di terra con testa di Storm Trooper, pensato per combattere contro i suoi simili, possibilmente durante sessioni di svago fra bambini. Era stato la grande novità dello scorso Natale, con un prezzo che si aggirava sui 150 dollari. Da un rapido sguardo su Amazon, soprattutto quello americano, si scopre che al momento costa molto meno. Quindi, avrà pensato lui, perché non mettersi a smontarlo, ricombinarlo? Il risultato è degno di scenari bellici futuri. La simpatica bestiola, aggirandosi per casa, individua i bersagli grazie a un comune puntatore rosso, come quelli venduti presso molte bancarelle. Poi, una volta inquadrato il detestabile pallone globulare, pieno d’aria, d’acqua o di farina, accende il secondo raggio, latòre dell’ardente distruzione: un diodo laser da 2W, proveniente dal DTR Laser ShopSimili dispositivi, anche se a vendita libera, si avvicinano pericolosamente al temuto concetto di arma impropria. Diciamo pure, senza entrare nei dettagli, che gli occhiali protettivi sono vivamente consigliati. Anzi, praticamente obbligatori!

Se fai una cosa per la prima volta, dicono, sei uno scienziato. Se invece sei il secondo, ti chiamano ingegnere. Gli altri? Sono solamente imitatori. Tale triplice distinzione, indubbiamente, trova riscontro nel personaggio poliedrico di Jamie Mantzel, creativo svalvolato nonché convinto montanaro (con la porta a trampolino). Colui che seppe inventare, grazie alla trascinante fantasia, il prototipo dei ragni CombatCreature. Tutti lo chiamavano, per l’appunto, lo scienziato pazzo; e con suo grande comprensibile piacere, aggiungerei, basandomi su di un’intervista fatta per l’HuffPost. La sua storia di successo è quella tipica dell’era digitale. Cominciò con un assioma: “I giocattoli di oggi sono noiosi”.

CombatCreatures

Eccolo nel suo video più famoso, a febbraio del 2012, quando seduto sul pavimento di casa parlava della sua più celebre creazione. L’entusiasmo era davvero trascinante. Non solo l’oggetto risultava stupendo, innovativo, ma nelle sue parole anche “[La cosa] più divertente dell’universo intero!” Se ne sarebbero impiegati due, spiegava, ciascuno con il telecomando. Lanciando proiettili di gommapiuma, i piloti dei ragni avrebbero cercato di colpirsi vicendevolmente, causando l’esplosione (a molla) di componenti  di armatura, montati strategicamente sopra l’avversario.  Praticamente come un videogame.
La sua idea originaria era di vendere i ragni in scatola di montaggio, attraverso un finanziamento ottenuto presso il portale di Kickstarter. Nonostante la presa che ebbe da subito l’idea, con milioni di visualizzazioni in pochi giorni, l’alta cifra necessaria per iniziare la produzione (350.000 dollari) non fu raggiunta in tempi sufficientemente brevi. Fu invece la compagnia privata specializzata in giocattoli sperimentali, la Wow! Stuff, di proprietà di China Limited, a rendere possibile la messa in commercio del giocattolo. Il successo di vendite, anche grazie all’ampia rilevanza mediatica ricevuta sui canali televisivi americani, fu immediatamente assicurato. E Mantzel? Incassate le sue royalties, è passato ad altre mirabili invenzioni. La sua mente non può fermarsi: ricorda il generatore di una centrale nucleare. Nel nuovo Giant Robot, incubo tubolare di metallo, ci potrebbe stare una persona. Oppure un laser come quello di styropyro, solo molto, molto più grande. Aspetta un attimo…

GiantBot

E noi, clienti potenziali, dopo i fuochi siamo rimasti qui. Può fare al caso nostro quel robot-giocattolo? È diventato pure a buon mercato. A giudicare dal video di apertura, gli usi sono molti. Compiendo un cerchio concettuale a 360°, quell’oggetto che era da principio messo assieme, empirico, poi lucido e impersonale, è finalmente tornato al punto di partenza. Un’invenzione! Come i suoi simili balocchi (vedi Furby, oppure il cane Aibo), finito in mano agli appassionati del fai da te iper-tecnologico, è diventato d’improvviso, in qualche misura, ancor più vero, un po’ pericoloso.
Fateci fuori i palloncini, se volete, oppure bucateci gli shoji. Mi raccomando, comunque, non giocateci col gatto. Se ci tenete a mantenerlo tutto intero.

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