Palle di gelato fatte usando il ghiaccio secco

NightHawkInLight

“Riso al forno con pomodorini” mio caro Fantozzi: “Fuori freddi, dentro palla di fuoco, a 18.000 gradi!” Galeotta fu la frase, buttata lì, in grado di segnare un’intera stirpe generazionale. Non capita di frequente che da una commedia satirica, commento disilluso ai più arcinoti travagli della vita salariata, si possa trarre un tale lume preventivo, così universalmente valido nelle nostre cene di ogni giorno. I cibi sferici a base di verdura, se riscaldati in fase di cottura, hanno invero, e lo dimostrano svariati esempi, questa noméa notevolmente perigliosa: di ustionare i più impazienti, causa l’aspetto innocuo della superficie, rispetto al calor-bianco del ripieno. Proprio come il manto dei pianeti, tremendo mare lavico, ricoperto dall’ospitale suolo della crosta, superficie calpestabile su cui ci muoviamo. Purtroppo, ai tempi non c’era un cibo metaforico da contrapporvi. Una cometa di Halley, la palla di neve che orbita sul piano ellittico di questa stella, da riprodurre nei piatti della cena della mega-azienda, fredda dentro, ancor più fredda fuori, da mordere pian piano, non per salvarsi dall’ustione, ma dal congelamento. Poi, in un giorno straordinario, giunse a corte NightHawkInLight, l’alchimista.
Che ha distillato il succo rosso dal falso frutto della fragola, separandolo dai semi e dagli acheni. Che allungando la sua mano, d’ancestral perizia, fra le pieghe più intangibili dell’esistenza, ne ha tratto gli atomi, ripartendoli nel numero perfetto della triplice unità: due di ossigeno, uno di carbonio, per poi vincolarli nella forma più intangibile di un gas, l’anidride, irrespirabile, manifestazione spiritica dell’aere proditoria. Questa, dunque, l’ha rapidamente congelata dentro a un magico alambicco, chiamato nella lingua degli umani: “refrigeratore”. A meno 20 gradi celsius, ancor non succedeva nulla. A meno 40, s’irrigidiva lievemente l’etere. Raggiunto il numero fatidico di -78.5, giustappunto e per d’un tratto, fu completa l’agognata trasfigurazione.
Da dove prima c’era il nulla, egli trasse con solennità quel sasso solido, dalla forma frastagliata. Era ghiaccio, però di un tipo strano. Perché pareva secco.

Wbeaty

Gli esperimenti con il ghiaccio secco, da sempre affascinanti, portano con se un’inevitabile componente di rischio. Figuriamoci, quindi, cosa significhi usarlo nella preparazione del gelato. L’affascinante creazione del video d’apertura, dall’aspetto veramente delizioso, andrebbe messa in pratica solo se si ha dimestichezza con ciascuna delle sostanze utilizzate. Stiamo in fondo creando, per usare le parole di wbeaty, hobbysta scientifico, nonché inventore della procedura: “L’equivalente criogenico del napalm!”.
Funziona così: ci si reca in farmacia, per comprare l’alcool isopropilico, o 2-propilene, un disinfettante blando per uso non alimentare. Poi si comprano dei palloncini, magari al supermarket. E del ghiaccio secco, rigorosamente per uso alimentare. (Dove? Boh!). Raccolti gli ingredienti, si mescola l’alcool con il ghiaccio dentro a una ciotola, premurandosi di soffiar via il vapore, che tenderà a crearsi quasi immediatamente. Ma poiché l’alcool puro si gela a temperature ancor più basse di quelle del ghiaccio secco, resterà liquido, alla maniera dell’azoto. Quindi si risciacquano i palloncini, ci si versa dentro una bevanda e si mettono dentro alla pozione fumigante, per un breve tempo. Reagendo alla bassissima temperatura, succede quindi che il proprio succo di fragola, arancia etc… diventi solido all’esterno. Ma estraendolo abbastanza in fretta, ebbene questo è il bello, il cuore resterà morbido. In nessuna fase, purché tutto sia fatto nella maniera giusta, gli alimenti verranno a contatto con le sostanze non prettamente commestibili. Gli usi, per un simile dessert para-scientifico, sono molti. Si può servire così com’è dentro a un bicchiere, oppure aprire, riempendolo con altri tipi di gelato. Le possibilità sono infinite.
Non si tratta comunque dell’unica invenzione disponibile su quel canale di YouTube. Ecco qualcosa di più semplice: una macchina del fumo semi-liquido, creata con un bicchiere, un semplice ferretto angolare ed un post-it, arrotolato in cerchio. Il fumo che si crea bruciando il tubo lo discende, raffreddandosi allo stesso tempo. Fuoriuscendo con la stessa temperatura dell’aria, quindi, non fluttua, ma cola verso il basso. Un bel modo di vincere una scommessa, non pare anche a voi?

NightHawkInLight2

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