La fiaba russa degli idraulici schianta cinghiali

RussianBoar

Ciclica è la storia, reciproco il cimento. Dentro al bosco, come sul cemento. Per le strade della Russia corre un bestio nero, classico bersaglio dell’ardite lance, di freccia e di distinte lame, luculliano pasto delle focose brame. Fuoriuscito da un blasone nobiliare, il zannuto, l’irascibile cinghiale.
Guidando l’auto verso sera, i fari spenti, con cielo plumbeo per via dell’incipiente finir della giornata, questi due giovani hanno sperimentato il più sincero significato del termine “sorpresa”. E molti, al posto loro, sarebbero fuggiti, o per lo meno avrebbero tirato dritto, senza batter ciglio…Disdegnando di mostrare quel coraggio, in grado di far di porcellana, l’arme. Un lampo bianco, fra l’erba, solo per un singolo secondo; facente segno di un pesante tondo, da schiantare sulla testa dell’immondo. Un cagnolino, che rischiava di essere incornato, ringrazia. Nel frattempo, come spesso capita in quei luoghi, la telecamera di bordo, l’optional più irrinunciabile di tutta l’Est Europa, è stata testimone. Meno male! Altrimenti ci saremmo persi questa scena, davvero singolare. Costoro stavano giusto parcheggiando, infatti, quando d’improvviso gli si para innanzi un rabbioso mammifero selvatico, della possente specie sus scrofa, quell’essere tanto temuto, così pericoloso, che ancor’oggi si caccia con cautela, sia pure disponendo di fucili di grosso calibro ed altri avanzati strumenti venatòri. Il problema è che, dal punto di vista evolutivo, i suini sono fin troppo ben riusciti, vere e proprie macchine da procreazione, perfettamente in grado di difendere se stessi e la loro numerosa prole. Diffuso è il caso di maiali rinselvatichiti, oppure, come in questo caso, veri e propri cinghiali, che anno dopo anno si spingono sempre più vicini all’uomo, invadono i suoi spazi e ne fanno l’abusivo habitat d’elezione. Si protegge il beneamato lupo, splendida creatura naturale, purché resti una visione teorica e lontana, ben divisa dalla protetta civiltà. Però chiedete al contadino delle steppe, la cui pecora rischia di continuo l’uccisione, che ne farebbe del carnivoro quadrupede per eccellenza, l’ululante terrore della notte. In quel caso, se non altro, ci sarebbe un mediatore.  Cane, lupo? Quasi la stessa cosa, purché gli si faccia una piccola carezza. Diverso è il caso del maiale cingolato, pardon, cinghialuto.

Il cinghiale europeo può misurare fino a 180 cm di lunghezza, dal muso grifagno alla pendula coda, per un peso medio di 80-90 Kg. In Russia si ha notizia di esemplari che hanno raggiunto anche i 3 quintali. Le vistose zanne, che in realtà sarebbero dei canini specializzati, quindi parte della comune dentatura, crescono continuamente per tutta la vita dell’animale, fino ai 20 cm ca. di acuto, combattivo terrore. Quelli superiori si chiamano colti, le due controparti inferiori difese. La colorazione del manto del cinghiale è generalmente scura, oppure di un rosso intenso, che si attesta soprattutto in certe razze suine autoctone della Manciuria. La dieta è onnivora, basata su ghiande, funghi e vari vegetali, benché talvolta questi animali caccino anche rane, serpenti e l’occasionale cerbiatto bambiforme, l’eterno beniamino disneyano. Gli esemplare pezzati, ad esempio bianchi e neri, provengono in genere dall’incrocio con un maiale ferale, ritornato accidentalmente allo stato brado. Così le due bestie si alleano l’un con l’altra, dando vita ad ulteriori insidie nelle folte foreste para-urbane, incroci d’incroci, dal codice genetico mutante e misterioso.
Nel Nord America, all’altro capo del mondo, simili mostri, ibridi parascientifici, diventano creature leggendarie alla pari di bigfoot e del famelico chupacabra messicano. Non hanno predatori naturali e si riproducono ad libitum, ricavandosi nicchie ecologiche alle spese di altre specie, meno formidabili e prolifiche, come coguari, bufali e bisonti. Chi li salverà? Soltanto particolari eroi, come questi automobilisti della fredda Russia, sempre pronti all’inseguimento.
D’idraulici guerrieri, la tradizione ludica ce ne ha mostrati almeno due: Luigi, Mario, fruitori mirabili di tubi smeraldini, fiori e funghi fiammeggianti. Che di lavandini non avevano esperienza, nonostante la qualifica, né del resto la patente o candida livrea. Mentre bianca era Gae Bolg, la lancia dell’eroe Cù Chulainn, fulminatore dell’Ulster irlandese e del Connacht. E così pure quel lavabo, l’arma d’occasione, terrore dell’irsuto cinghialone. *SBONK, una giornata come un’altra. Tempo di fermarsi a far benzina.

Bighog
Via Reddit

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