Potrebbe sembrare il cast di un circo, ma non lo è. Tanti animali, tutti assieme, che agiscono per il più nobile degli obiettivi: la divulgazione dell’addestramento etico, basato sul rinforzo positivo, o per così dire multimediale. Molti di quegli animali, tigri, leoni, elefanti e così via, probabilmente ne trarranno giovamento, prima o poi. E il merito, si capisce, è anche dell’abile padrona. Nonché del fido clicker, portachiavi rumoroso, da lei usato per comunicare, in modo istintivo, con i suoi variegati amici a quattro zampe. E con che risultati! Questa YouTuber semi-anonima, senza volto per sua scelta, è da tempo nota attraverso il nome del suo cane, Nana. Ma una sola rappresentante del suo metodo, per quanto d’eccezione, poteva lasciarci qualche dubbio. Ovvero: si può, per così dire, cliccare, onde farsi comprendere da ogni specie? Senza limiti di proporzioni? Simili interrogativi, nella loro fondamentale importanza, ci assillavano da tempo. Così quest’agilissima border collie, di una razza tipicamente amata dagli addestratori, è per gradi diventata l’inseparabile compagna di Kaiser, l’imponente, maestoso gatto ibrido del Bengala e di Suki, Famous, Raven, Shadow e Paris, cinque eccelsi roditori, dal pelo splendido e fluente. Per un simile team di eroi dei nostri giorni, tutto è possibile. Pubblicità, video virali, servizi fotografici…. A partire dall’altro ieri, in particolare, sta ricevendo ampia visibilità una nuova sequenza, durante la quale i cinque topoloni, superficialmente simili agli abitanti delle proverbiali fognature, si trasformano in altrettanti Power Rangers, balzando fra le sedie, dentro ai tubi, sopra ai muri, oppure dritti nella mano della padrona. Meglio di Ratatouille! (imprese culinarie a parte, e meno male) Così si scopre, non ce l’aspettavamo, che addestrando il più classico nemico dell’umanità, paventato parente del demonio, se ne potevano trarre grandi soddisfazioni; vallo a trovare, un cane che ti salta a questo modo, l’equivalente della sua lunghezza, per 9, 10 volte. O che salga adorante sopra la tua gamba, sperando nell’essenziale bocconcino. Del resto con il cibo, lo diceva la sapienza popolare, si addestrano pure le belve. Però qui, per fare tali e tante cose, soltanto quello non bastava. Infatti c’è qualcosa in più: quel suggestivo sound, di un “flauto” meno magico, ma molto cliccatore…
Qualcuno si ricorderà di un metodo di studio tipicamente universitario, popolare diversi anni fa, in cui l’olfatto veniva usato per memorizzare i dati più velocemente. Prima di un esame, si auspicava, lo studente avrebbe ripassato con l’ausilio di una fragranza, che poi sarebbe stata riprodotta, artificialmente, in sede d’esame. La sua presenza ricorrente, dicevano, sarebbe stata strumento di accademica vittoria, aiutando a ricordare. E quante aule, saloni e corridoi si erano riempiti di nebuloso incenso, facendo la gioia dei molti passanti accidentali, sommersi d’aromatico fumo passivo; quanti olii comprati a poco prezzo, intossicatori d’innocenti docenti sulla cattedra della Sapienza….Purtroppo, ahimé! Priva di animali, se non di metaforiche bestialità.
Il metodo del clicker, ampiamente descritto presso il sito di NanaBorderCollie, funziona con un principio simile, però basato su di uno schioccante, ripetitivo suono, prodotto dall’omonimo dispositivo. L’idea, a quanto pare, sarebbe di rinforzare l’associazione che il cane, gatto, topo, etc. crea fra l’acrobazia ed il cibo, proponendogli entrambi gli stimoli allo stesso tempo. E così, dai a cliccare! Click*click*click. Il vantaggio sarà (presto) chiaro: più l’animale sente quel simbolico rumore, meglio impara come comportarsi. Bisognerebbe attrezzarsi, procurarsi lo strumento! Di clicker ce ne sono molti, in commercio, né, del resto, è da escludersi che in futuro ne venga prodotto uno sponsorizzato, venduto proprio su quel sito.
E in fondo chi meglio di questi sette paladini, così bravi a dimostrarne gli straordinari effetti, potrebbero far sparire dalla circolazione ogni collare elettrico, frustino e altri simili dispositivi di controllo! Si ottiene di più con le buone, che con le cattive. Potevamo capirlo per analogia informatica, guardando questi nostri onnipresenti, benvoluti mouse.