“Il mio nome è ketchup, distruttore di tovaglie. Gustatemi, finché potete; raccoglietemi, se osate farlo” SPLOTCH! Improvvisamente a capo scoperto, quella giallissima patatina, tenuta tra l’indice e il pollice, sembrava guardarmi, beffarda. Sotto di lei la pozza vermiglia, del tutto simile al sangue di un luogo delittuoso, giacque immobile, per l’eternità. La premonizione profetica del narratore, come in un racconto di Edgar Allan Poe, enunciava con certezza che nessun uomo, nessuna donna potrà mai rimuoverla, neanche con i più potenti detersivi dell’epoca moderna. Servirebbe qualcosa di…Diverso! Superiore! Come un robot proveniente dal futuro: SWIFF! Farebbe, insinuandosi tra gli atomi della scena del disastro, separando ciò che è puro dalla sua rovina, fluidifica e morbulosa salsa-pomodoro. E l’approssimazione, linguisticamente modulata, di quel glorioso suono, ovvero SWITL, sarebbe del resto anche il nome di una tale meraviglia. Viene dal paese del Sol Levante, sull’onda di un brevetto esclusivo della piccola compagnia Furukawa Kiko, sita nella città di Nagaoka. Il totale dominio dei semi-fluidi e delle gelatine commestibili, tra le catene alimentari e quelle di assemblaggio, è un territorio ostico da esplorare. In questo tremendo dedalo di strade senza uscita, molti hanno smarrito la via, causando gravi conseguenze per superfici di cotone, lino o altri candidi materiali. Da oggi, mai più! Questo prodotto, simile a una paletta retrattile motorizzata, può raccogliere le salse da una superficie liscia, con tanta immediatezza e facilità procedurale che queste, staccandosi, neanche cambiano la loro fugace forma. Sarebbe possibile usarlo, ad esempio, per sollevare una certa quantità di salsa rossa, rosa o maionese, ruotarle di 90° e rimetterle sul piatto, come niente fosse, pronte all’uso. Come, a cosa serve? Basti pensare al classico scenario della goccia scivolata verso il basso, drasticamente attratta dall’implacabile forza di gravità, che finisce per sporcare qualche cosa. Chiunque abbia tentato di rimuoverla d’impulso con dita o tovaglioli, avrà finito per spanderla sempre più, scivolando inesorabilmente verso il peggio. L’unico modo per tutelarsi è questo: prendersi uno SWITL, per la modica cifra di 70.000 yen (524 Euro). Nessuno, mai, ha detto: “Il Futuro costa poco!”
Certe tecnologie avrebbero il potenziale di cambiare il mondo, se soltanto fossero accompagnate da un’adeguata spesa nel marketing e nelle pubbliche relazioni. L’automobile automatica, guidata da radar, GPS e sensori giroscopici, potrebbe del tutto eliminare il rischio d’incidenti sulle strade, aumentando anche il tempo libero a disposizione per molti sfortunati pendolari. Tutte le funzionalità richieste sono, sostanzialmente, disponibili e i prototipi già girano per i campus delle grandi compagnia americane. Eppure, quanti anni passeranno, quanti secoli, prima che sia considerato saggio farsi condurre su strada dalle invisibili mani di un cervello digitale… E così è la storia di SWITL che nasce, neanche a dirlo, per fare cose molto più importanti, oltre al togliere il ketchup dalla superficie di un tavolo imbandito. La Furukawa Kiko, effettivamente, sarebbe una compagnia che si occupa di produrre sistemi industriali, attiva soltanto da poco nel campo dei prodotti casalinghi. La loro soluzione, basata su un qualche tipo di sostanza super-idrofobica rigorosamente misteriosa, troverebbe l’applicazione ideale negli stabilimenti che confezionano grandi quantità di cibo. Guardate queste fenomenali pale robotiche mentre, ad esempio, spostano il prosciutto dentro le confezioni, piegandolo come un lenzuolo, oppure mettono l’anello di pomodoro sopra le pizzette surgelate. La loro economia di movimenti, l’essenziale efficienza di ciascun gesto, ricordano il rito del Cha no Yu, l’introspettiva, sublime cerimonia del Tè. Chissà quando, finalmente, potremo acquistare qualcosa di simile, magari a un prezzo meno proibitivo. Probabilmente, l’esportazione da parte di un grande marchio aiuterebbe molto.
Attraverso le future generazioni, quando la salsa sarà diventata nostra amica, le auto intelligenti, la crisi un ricordo lontano e gli androidi cammineranno sulla Luna, ci ricorderemo di questi visionari e delle loro strabilianti idee. Per ora, forse, sarebbe meglio non potenziare ulteriormente l’automazione delle fabbriche, prosciugando altri preziosi posti di lavoro.