Questi graziosi cuccioli di Scottish Terrier, appartenenti all’utente di YouTube Bgann, sono qui ripresi mentre s’impegnano nel bere in poco tempo da una ciotola di latte, dotata per sua concezione progettuale di una parte metallica rialzata al centro. Ma ecco che, dopo pochi istanti, nel loro impegno collettivo a risucchiare il delizioso fluido nutriente, gli affamati cagnolini si ritrovano catturati in una sorta di carosello roteante: come i pianeti di un piccolo sistema stellare, o neutroni e protoni intorno al nucleo di un’atomo d’idrogeno, pelose api ronzanti su di una rotonda margherita, seguono col muso baffuto il bianco canale senza fine. La loro danza gioiosa e spensierata, trasformatasi per caso in tale sistema inerziale motorizzato, crea dunque l’occasione di osservare la tendenza sistemica naturale al crearsi di meccanismi efficienti ed armoniosi. Dopo un paio di giri i cuccioli, infatti, non solo ci hanno ammaliato con la loro tenerezza, ma hanno portato a compimento l’agognato pasto con una vorace e stupefacente rapidità. Ciò che gira torna sempre allo stesso punto, ma non per questo lascia il mondo così come l’aveva trovato da principio.
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Le buffe reazioni a catena di una serie TV giapponese
La semplice gravità, per sua natura, non sembrerebbe appartenere all’ambito delle forze più creative e imprevedibili. Una sfera su uno scivolo cadrà inevitabilmente verso il basso, il pendolo continuerà la sua oscillazione per un tempo tutt’altro che infinito, i pezzi del domino messi in fila, disposti per la loro tipica caduta controllata, si sdraieranno sempre sullo stesso lato. O almeno questo è ciò che avviene in assenza di un secondo ingrediente: l’ingegno. Perché è pur sempre possibile cambiare lo stato di partenza, creare un’ambiente speciale in cui la fisica della materia venga mediata da fantasia e voglia di divertirsi. Per usare il termine statunitense, una macchina di Rube Goldberg. L’incredibile e mai codificata invenzione che dall’apparente disordine esegue compiti precisi e funzionali…benché preferibilmente inutili. Come far comparire improvvisamente, da un qualcosa d’ineffabile, il titolo di questo programma della TV giapponese, PitagoraSwitch. Si tratta di una serie in onda dal 2002, con episodi della durata di 15 minuti. Una trasmissione che utilizzando questi divertenti sketch, inframezzati da dialoghi tra buffi e colorati personaggi, ha lo scopo di far conoscere ai bambini le scienze dei fenomeni e degli esperimenti razionali.
Il ritorno del pulsante più pericoloso al mondo
La forma più incisiva e drammatica del concetto d’interfaccia è senz’ombra di dubbio il misterioso bottone rosso. Attiva l’autodistruzione delle astronavi da combattimento, suona l’allarme nelle stazioni di ricerca della guerra fredda, chiude le saracinesche di fortezze improvvisate assaltate dagli zombie, salva il mondo nelle isole deserte in cui vanno a schiantarsi i più disparati personaggi delle serie TV americane. La potenziale efficacia di tale semplice dispositivo di comando, naturalmente, è spesso direttamente proporzionale al luogo in cui sia stato collocato… Il pulsante più drammatico dell’F-16 è quello per espellere pilota e seggiolino, mentre in una centrale nucleare a fare la stessa fine saranno il mortifero nucleo all’uranio e qualche tonnellata di acqua radioattiva. Secondo questo principio uno di questi pulsanti, se messo casualmente per la strada, dovrebbe al massimo prenotare l’attraversamento di un semaforo. Ma TNT, la più famosa tv a tema del Benelux, ha già dimostrato di pensarla molto diversamente. Push button to add drama – parte seconda; chi dovesse premerlo ancora, stavolta lo farà a proprio rischio e pericolo.
Il tunnel di Osaka che passa attraverso un grattacielo
Guidando sulla seconda superstrada più famosa del Giappone, potrebbe capitare di scorgere all’orizzonte questo palazzo alto 16 piani, dalla forma particolare e interessante. Impegnati nel compito tutt’altro che intuitivo di guidare tenendo la sinistra, difficilmente gli presteremmo una particolare attenzione: la concezione urbanistica di Osaka ha del resto uno sviluppo particolarmente verticale, che non prevede l’uso di ampi spazi tra sopraelevate e le mura insonorizzate di uffici e appartamenti. A 500 metri di distanza penseremmo allora che, sicuramente, più avanti ci sarà una svolta per girarci attorno. A 250, poco prima di una curva a S intorno al suo fratello maggiore, saremo certi di stare per passarci talmente vicini da poter salutare i suoi occupanti. Poi, d’improvviso, l’allarmante realizzazione: per qualche inconcepibile motivo, la strada sta puntando dritta contro l’edificio. Dentro l’edificio. Il fatto è che, a partire dal 1992, tra il quarto e l’ottavo piano del palazzo c’è un buco, e le macchine ci passano attraverso. Questo è il Gate Tower Building, detto “l’alveare”, un grattacielo con il tunnel incorporato. Come le sequoie del parco nazionale di Yosemite.