Sul monte di Kurama, a nord di Kyoto, si narra che nel nono secolo un monaco buddhista incontrò sulla sua strada due enormi serpenti, un maschio e una femmina. Per la forza delle sue preghiere, tuttavia, uno morì all’istante, mentre la sua compagna implorò pietà e scelse di diventare la guardiana della montagna.
Ricordando l’evento, tutti gli anni in estate i custodi del tempio indossano le vesti dei sohei (monaci guerrieri del giappone medievale) e cercano con le loro spade di tagliare due massicci fusti di bambù in otto parti. Un gruppo rappresenta la provincia di Omi, mentre l’altro quella di Tamba. La leggenda vuole che il vincitore vedrà un raccolto più ricco nella sua regione di provenienza. I segmenti di bambù tagliato verranno poi collocati di fronte alle case con finalità apotropaiche. Alla fine della gara un bambù femmina, con le radici intatte, verrà piantato nella foresta di provenienza a sostituire quelli tagliati. Forse per ingentilire l’evento due giovani mettono in scena la danza di origini cinesi del Bugaku, in uso presso la corte degli imperatori del Giappone dal sesto secolo in poi.