Oggi, nell’epoca di Farmville, Call of Duty e World of Warcraft, folle sterminate di giocatori sono continuamente in cerca di nuovi modi per incontrarsi e competere nei videogames, possibilmente con le centinaia dei loro amici su Facebook. Perché non guardare tutti, per una volta, al passato? Ci viene in aiuto un ignoto benefattore, per il momento senza nome, con il suo browsergame gratuito in HTML5 (che da qui funziona senza problemi usando Chrome e Firefox, ma non con I.E.). Non sono richieste alcun tipo di registrazione o download.
C’era un tempo in cui i giochi erano semplici per necessità e accessibili per inclinazione, la vecchia scuola nata in sala giochi e dotata di arcaiche console le cui prestazioni, sorpassate e limitative, venivano ancora misurate in bit. Ad allora (negli anni ’80) risale il più importante party game della storia, uno dei primi a supportare in quasi ogni sua versione un numero superiore ai due giocatori, arrivando talvolta fino a 8. Una folla, per l’epoca. Robottini dall’iconico caschetto bianco che s’inseguivano in un labirinto dalle fragili pareti, intenti a distruggersi vicendevolmente usando le più stereotipate e tondeggianti delle bombe da cartone animato. Quando finalmente, anni dopo, si diffuse il concetto di gioco online, primariamente nel mondo PC, furono gli esponenti dei generi più amati e moderni a cavalcarne l’onda: Doom, Quake, Diablo, Starcraft… Ma Bomberman (pardon, -mine) era ancora lì, in attesa!
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Ma guarda! Il Sistema Solare è un vortice lanciato nello spazio
In questo progetto grafico animato di DjSadhu, basato sulle teorie dell’astrofisico indiano Pallathadka Keshava Bhat, si può constatare l’effetto visivo di un fatto largamente noto eppure spesso trascurato: il nostro Sole, come ogni altra stella, non occupa un punto fisso nello spazio. Non stiamo parlando dell’antico modello tolemaico, con la Terra al centro dell’universo e gli altri corpi celesti che gli ruotano intorno ma del semplice dato che l’immobilità, nel mondo naturale e cosmico, non esiste. Così come i pianeti girano intorno ai loro astri, quest’ultimi sono a loro volta parte di un sistema complesso e roteante, la galassia spirale barrata detta Via Lattea. Il tempo necessario perché il Sole percorra un ciclo completo di tale ambiente colossale viene stimato intorno ai 200 milioni di anni e nel contempo tutto ciò che si trova intorno a lui – le stelle vicine, le nebulose, i meteoriti, eccetera – si sposta nello stesso identico modo. Ciò significa che, da un punto di vista pratico orientato all’astrofisica umana, tale movimento è privo di alcuna conseguenza. Si tratta in sostanza dello stesso principio per cui, partendo dal terreno del nostro pianeta, uccelli ed aeroplani non devono preoccuparsi di rotazione e rivoluzione terrestri, già previste da un punto di vista inerziale nella loro traiettoria di partenza. Però personalmente, devo dire che se io vivessi su un granello di sabbia preso nel vortice di una palla di fuoco, sparata a 70.000 Km/h nel vuoto, vorrei saperlo…
L’Habanera scostumata di August Schramm
August si presenta all’inizio come un individuo noioso e del tutto privo di fascino. In abito sobrio ma niente affatto elegante, sullo sfondo di una carta da parati anonima e accompagnato da un mangianastri antiquato, inizia ad intonare il brano più famoso della Carmen, la passionale Habanera di Bizet. Poi, gradualmente, il mondo inizia a cambiare intorno a lui: lo stacco netto, se non altro, è dato dal comparire sulla scena di uno scoordinato robot-ballerino, ma c’è dell’altro. Perché l’anziano pianista indossa un bavaglio sadomaso? Da dove spunta l’orchestra completa di addetto alle percussioni discinto e dal volto mascherato? Per ciascun suono elettronico introdotto nell’arrangiamento musicale, destinato a trasformarsi nel ritmo moderno del genere techno/dubstep, le immagini a schermo si spostano verso il lato più sconsiderato e illogico della gamma intellettiva. Poi cala la notte, momento della trasgressione: non più interprete, August diventa lui la Carmen, donna affascinante e circondata di spasimanti in tenuta suggestiva, che tentano in qualche modo di guadagnarsi il suo favore…
Cartoni di metallo: forgiando la spada di Adventure Time
Dietro ogni eroe c’è molto spesso un grande fabbro, ingiustamente dimenticato dai menestrelli e dalla storia. Praticare la forgiatura del metallo è un’arte antica e sofisticata, che richiede sapienza tecnica e una significativa esperienza. Eppure, le più grandi spade dell’epica leggendaria sono strumenti magici senza un chiaro artefice, comparsi misteriosamente dalle profondità di un lago o ricevuti in dono per l’intercessione di un’entità sovrannaturale. Perché, viene da chiedersi, il sapere artigianale non colpisce la nostra fantasia? Forse ci manca un’antonomasia di categoria, un costruttore di armamenti che possa considerarsi degno di Beowulf, Re Artù, Sigurd, l’Orlando furioso ed Elric di Melniboné. Sarà anche ora di cominciare a cercarlo. Fortunatamente, la TV americana d’intrattenimento riesce a rendere spettacolare qualsiasi mestiere: abbiamo avuto programmi di successo relativi all’abbellimento delle automobili, sulla gestione di un banco dei pegni e di un allevamento di coccodrilli… Da oggi, grazie al produttore per il Web Break Media, potremo anche seguire un vero fabbro mentre lavora nella sua officina. Questo è Tony Swatton, l’esperto proprietario di Sword & Stone, mentre s’impegna a dare forma fisica ad una delle spade più famose del mondo moderno: l’arma di Finn, il guerriero bambino del surreale mondo di Ooo, buffo protagonista a cartoni animati di battaglie incredibili, sterminate fan-fiction e innumerevoli cosplay.