Può definirsi semplicemente ipnotico. Guardatelo, mentre si applica nel suo campo: QuesticoChris, maestro d’ascia digitale, realizza il suo complesso macchinario con un’abilità tale da farla sembrare un’operazione semplice, nonostante il numero elevato di passaggi. Prende le misure col piglio sicuro che viene dall’esperienza, usa strumenti per lo più manuali e risparmia all’estremo sui chiodi, perché ogni pezzo già s’incastra di suo, alla perfezione. Le varie componenti di questo grosso arnese costituirebbero, anche singolarmente, una selezione invidiabile per qualsiasi museo della meccanica: la trasmissione proviene da un’antica macchina per la soia. Il corpo centrale è di un tornio Dunlop del 1946, vero modernariato. E poi c’è la grande ruota metallica, il volano di una macchina agricola dei primi del ‘900. Proprio il ritrovamento fortuito di quest’ultima sarebbe, secondo l’autore, la causa scatenante del suo progetto. Che nasce dalla voglia usarla come parte fondamentale in una versione moderna, reinterpretata da lui, del macchinario comunemente definito Treadle Lathe. Ovvero il tornio per eccellenza, quello a pedali, che può ancora trovare impiego nelle lavorazioni simmetriche di forma circolare. Chris, in questo caso, interpreta il ruolo di un tecnico che riesegue un progetto classico, persino medioevale, ma sarebbe difficile negarli in via di principio lo status di artista creativo. Lui stesso afferma, in apertura, di “essere stato colpito dall’idea, come fosse un fulmine”. E se non è ispirazione questa…