La danza folkloristica dell’airone bianco giapponese

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La danza degli aironi bianchi, detta Sagimai (鷺舞) è un’affascinante tradizione culturale, in origine parte delle festività shintoiste praticate presso il tempio di Yasaka, a Kyoto, dove antichi dipinti la raffigurano a partire dal XVI secolo. Parte della lunga serie di rituali che si tenevano annualmente in questo importante centro religioso, costituisce la rappresentazione di una leggenda importata dalla Cina, romantica e al tempo stesso un pò malinconica, in cui l’elegante uccello diviene il simbolo dell’amore impossibile tra una dea e un comune essere umano.  La più famosa versione moderna di questa danza, qui ripresa da un inviato del portale Photoguide.jp, viene occasionalmente messa in atto ad Asakusa, uno dei quartieri più caratteristici di Tokyo.

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Mario come un film di John Woo: ecco il nuovo colossal di YouTube

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This is War! Il malefico re dei Koopa ha fatto la sua mossa: minacciose navi volanti oscurano i cieli del Regno dei Funghi, cariche di ninja senza volto pronti a tutto, armati di bombe a tempo e moderni fucili d’assalto. A comandare l’assalto niente meno che Bullet Billpericoloso e spietato soldato, discendente diretto dell’omonima creatura-razzo volante, uno dei nemici dell’idraulico più famoso al mondo. A difendere la principessa ci penserà, almeno in questa prima fase, il fedele e coraggioso Toad (funghetto) qui trasformato in eroe tragico degno dei migliori action-movie di Hong Kong. Nel frattempo due fratelli, pronti a fare la differenza in questa guerra ingiusta, si apprestano a scendere in campo…

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Rivelato il trailer di Dynasty Warriors 8: le origini di un mito

La Terra di Mezzo non è solo quella di Elfi, Goblin, Hobbit e antichi Stregoni. Nel mondo reale infatti esiste una nazione lontana, nota da millenni con il nome di Paese Centrale (中國) i cui miti e leggende superano persino la più sfrenata e moderna fantasy d’autore. Stiamo parlando della Cina, e in modo particolare di un periodo tra i più famosi della sua storia millenaria. L’anno è il 220 d.C, coèvo all’incirca a quello in cui l’Impero Romano si avviava verso la totale anarchia militare. Nel grande Oriente la dinastia Han, che regnava incontrastata da ben quattro secoli, si trova improvvisamente in crisi. Una serie di gravi e sanguinose ribellioni, non del tutto dissimili da quelle più recenti dei Taiping e dei cosiddetti Boxer, stanno gettando nel caos il paese, mentre prodigi e disastri naturali rendono chiaro che l’Imperatore ha perso il Mandato Celeste, ovvero la concessione divina a governare. Sullo sfondo di un paese ormai in piena guerra civile, tre eroi si incontrano in un giardino di peschi e pronunciano un solenne giuramento: da quel giorno in poi, come fratelli di sangue, combatteranno per unificare nuovamente la Cina e restituire al popolo la pace. Sono Liu Bei, legittimo erede al trono imperiale, Zhang Fei, temibile guerriero e Guan Yu, l’uomo dalla favolosa barba, colui che verrà un giorno canonizzato come divinità cinese della guerra.

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Console portatili? Le abbiamo perse. Inizia la guerra per le TV di casa!

Non ci sarà più un Game Boy. Il leggendario mattone grigio a quattro colori, che attraverso miglioramenti incrementali ha bene o male dominato il mondo dei videogame portatili per oltre 10 anni, oggi non avrebbe motivo di esistere. Un prodotto semplice, economico, immediato e “per tutti”, che piaceva ai meno giovani come ai bambini, a cui gli stessi genitori si avvicinavano volentieri per sporadiche partite a Tetris e Othello, persino Super Mario Land. Nel mondo dei tablet e degli smartphone le console portatili sopravvivono solo se sono strane, potenti, diverse. Chi avrebbe mai pensato che il design di maggior successo in questo ambiente sarebbe diventato anni fa un dispositivo a cerniera, con touch screen resistivo, pennino e addirittura due schermi? Nel design del Nintendo DS si potranno anche intravedere gli antichi Game & Watch, ma la realtà dei fatti è che nel mercato moderno costituisce un’anomalia priva di reali competitors o precedenti. Basta poi osservare alcuni dei giochi più famosi su questa console per rendersi conto di come l’ingrediente più efficace per vendere sia ormai diventato l’originalità, la distinzione per controlli e gameplay. E che dire della nuova generazione di handhelds, i relativamente invenduti 3DS e PS Vita? Schermi tridimensionali in grado di indurre il mal di testa, touch pad posteriori, tecnologia OLED, giroscopi… Una semplice console non ha oggi alcuna speranza di fare breccia sul mercato, non quando il 90% dei potenziali acquirenti è convinto di avere già un sistema portatile, che per di più non occupa spazio aggiuntivo, l’inseparabile telefonino. Diversa la situazione sui grandi schermi delle TV ad alta definizione. Finchè il prodotto medio recensito e discusso dalle testate di prestigio, il cosiddetto videogioco triple-A, verrà inevitabilmente abbinato ad asset elaborati, doppiaggio professionale e storia cinematografica le console tradizionali potranno continuare ad esistere. Ma nuove minacce si profilano all’orizzonte. Vediamo quali.

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