Questa è 3Doodler, l’ultimo prodotto della WobbleWorks di Boston, azienda specializzata in giocattoli e gadget di nuova concezione. Si tratta di una stampante a estrusione compatta, priva di parti meccaniche e impugnata come fosse un grosso pennarello. Quando la si passa su un foglio non libera comune inchiostro, ma un sottile filo di plastica ABS fusa a caldo, in grado di solidificarsi nel giro di un istante. Questo significa, tanto per cominciare, che qualsiasi disegno realizzato con tale dispositivo potrà essere staccato dalla superficie originaria, mantenendo perfettamente la sua forma. Ma basta vedere il video di presentazione della campagna di crowd-funding su Kickstarter per rendersi conto che può fare molto, molto di più. Ad esempio realizzare un modellino piuttosto fedele della torre Eiffel, creare colorati solidi platonici o dare forma tattile a complessi origami di ogni tipo e razza di animale. Questa particolare e avveniristica tecnologia, considerata tra le vie future per liberarci dagli aspetti problematici dell’industria di scala, viene qui piuttosto messa al servizio di una tra le più personali e raffinate delle attività umane: l’arte grafica.
Jacopo
Manipolando il fiume impetuoso per fare surf
Il fiume Waimea, sull’isola hawaiana di Kauai, è il più lungo dell’intero arcipelago. Un flusso d’acqua che nasce all’interno della grande palude di altura delle Alakai, attraversa la spettacolare valle in pietra vulcanica che prende il suo nome, anche detta il Grand Canyon del Pacifico… e poi, si ferma. Perché nel corso della stagione secca, a causa di particolari condizioni ambientali, subisce un prosciugamento quasi totale della foce, trasformando la parte finale del suo letto in una sorta di bacino naturale, con poco più di una sottile striscia di terra a chiudere la via che porta all’agognato oceano. Normalmente, a partire da quel momento si verifica un’impasse, solita prolungarsi per diversi mesi. Con il ritornare annuo delle piogge il flusso aumenta gradualmente finché, raggiunto il punto critico, da un giorno all’altro la pressione diviene così forte da non poter più essere trattenuta. Allora il fiume, sfogando la sua frustrazione, sgorga potentemente verso il mare con un effetto simile al cedere di una diga, benché fortunatamente privo di alcuna conseguenza. O meglio, con una sola, ma certamente positiva: l’accorrere dei surfisti, categoria sportiva fortemente legata ai fenomeni metereologici e geodinamici, pronta ad approfittare di ogni occasione per cavalcare onde particolari o fuori dal comune. E farsi lanciare dalla fionda torrenziale di questa specie di railgun, follemente puntata verso il vasto blu marino, è un’esperienza che si può solo una volta l’anno, per di più in quell’unico luogo al mondo. Non c’è verso di perdersi un tale momento; perciò se c’è un ritardo, meglio scavare!
La tifoseria da stadio con matrice umana di pixel
Tra il pubblico dei grandi eventi, quando c’è bisogno di parteggiare per la propria squadra di calcio ciascuno ci mette del suo, impiegando nel miglior modo possibile le capacità più degne di nota. Gli artisti disegnano striscioni, i poeti preparano canti e slogan, gli accentratori si trasformano in leader con lo scopo di incanalare e dirigere l’entusiasmo della folla. Lo sforzo collettivo può essere coordinato o meno, le diverse vie operative incontrarsi stilisticamente oppure non farlo affatto. Ma nei casi, fortuiti o meno, in cui l’intero spalto applichi un intento e una metodologia comune non c’è praticamente limite alla spettacolarità del risultato…Si possono delineare ondate con il movimento delle braccia, creare manovre collettive con grandi bandiere o realizzare cori tra i più lunghi e sofisticati. In Corea del Sud c’è anche un’altra possibilità: lo schermo LCD umano, in grado di raffigurare e dare movimento alle più varie scritte o immagini divertenti. Una soluzione talmente straordinaria che forse, occasionalmente, può addirittura sottrarre spettatori alla partita in campo. Si tratta di un improvvisato monitor semovente fatto di persone, ciascuna magicamente in grado di assumere a piacimento uno fra tre colori: fronte o retro della loro uniforme più a sorpresa un terzo, nascosto sotto lo speciale grembiule ribaltabile.
La rana palla dal verso a trombetta
Lungo la costa della Namibia e del Sud Africa ci sono delle buche nel terreno della profondità di 20 cm circa. Dentro ciascuna di esse, il più delle volte, c’è una rana. La Breviceps Macrops, o Desert Rain Frog, è il piccolo e tondeggiante batrace che durante la stagione delle piogge (sul finire della primavera) emerge dalla tana e si avventura sulle dune notturne in cerca di cibo e compagnia. Questa buffa creatura, simile a un Pokèmon, non è particolarmente brava a saltare o nuotare, ma ha una dote fuori dal comune: il richiamo stridulo e penetrante, che nel momento del pericolo può anche servire a distrarre o respingere un predatore impreparato. Il colore naturale di questa rana è il marrone tendente al giallo, semi-trasparente sulla pancia, ma in genere è tutta ricoperta di sabbia e terra, che aderiscono facilmente alla sua pelle umida e appiccicosa. Il cibo che preferisce sono le termiti, che scova e riesce a catturare grazie alle tozze zampe, impiegate nel momento del bisogno come una sorta di pale scavatrici. La voce di uno di questi animali, come esemplificato in questo video girato da Mike Schaefer, può causare reazioni imprevedibili nei più tranquilli cani o gatti domestici.